Joe Grant ¨¨ il primo protagonista di "Nessun luogo ¨¨ lontano", viaggio alla scoperta degli sport estremi tra climber, alpinisti e trail runner. Da ragazzo giocava a calcio e non gli dispiaceva il pattinaggio, poi evidentemente i cromosomi hanno avuto la meglio. Con un nonno paracadutista e una mamma ultrarunner (arriva anche a 100 km...), fin¨¬ per scegliere lo sport estremo, prima l’arrampicata col bouldering e poi le distanze lunghissime – quindi dai 50 ai 160 km – del trail running e dei Fkt, i record autogestiti su percorsi stabiliti. Alle passioni sportive il 33enne americano, atleta del Team Alpine Running di Scarpa, abbina una filosofia di vita da ambientalista convinto che traspare dai contenuti del suo sito alpine-works.com come scrittore, fotografo e documentarista.
Il personaggio
Grant: "Le mie grandi imprese per amore della natura"
L’ultratrailer americano e l’impegno per gli spazi selvaggi: "Continuer¨° a battermi per una coscienza ambientalista"
Joe, la carta d’identit¨¤ intanto.
"Sono nato in Inghilterra, ma coi miei, entrambi insegnanti di Inglese, a 6 anni ci siamo trasferiti in Francia, a Nantes. Ora vivo a Gold Hill, Colorado, con mia moglie, dottoranda in Antropologia. Nonni paterni americani, dell’Indiana e materni inglesi, di Oxford".
C’¨¨ una data precisa in cui ha pensato: lo sport sar¨¤ la mia vita?
"Intanto non mi considero un atleta estremo. E quanto alla data, forse dobbiamo tornare al 2008, quando in Messico ho vinto il Caballo Blanco 50M Ultramarathon. Era la mia seconda gara in assoluto e probabilmente ¨¨ stata quell’esperienza a “indicarmi” la strada".
Nel 2013, va in Alaska per sfidare il mito: l’Iditarod.
"In pieno inverno, naturalmente... Una gara di 350 miglia, era la prima volta che correvo su una distanza di questo genere. Ricordo che arrivai ad affrontare temperature negative, giusto per rendere il tutto ancora pi¨´ “semplice”. Tutto sommato, lo ammetto, ricordo quell’esperienza come una delle gare pi¨´ impegnative".
Esiste un’esperienza che la ha cambiato la vita?
"Senz’altro il Tour de 14ers del 2016, un progetto personale per collegare tutte le montagne di 14.000 piedi del Colorado (58 vette oltre i 4.000 metri) in bicicletta e a piedi. Mi ci ¨¨ voluto un mese per completare e s¨¬, in quel caso, portarla a termine ha modificato la mia prospettiva e ha reso pi¨´ chiari gli obiettivi che avrei voluto perseguire in montagna".
Per esempio, quale?
"La Nolan’s 14 del 2017, sempre in Colorado. Cento miglia di percorso senza traccia prefissata, 15.000 metri di dislivello e 14 montagne di 4000 metri di fila. Ho stabilito il record: 49 ore e 38 minuti".
Le imprese sportive e la sua forte coscienza ambientalista si incrociano spesso.
"Gi¨¤ dal mio percorso di studi ho cercato di rafforzarla, scegliendo per l’universit¨¤ un corso di Gestione internazionale del lavoro no profit, al quale ¨¨ seguita un’esperienza in Kenya per progetti di edilizia scolastica. E, grazie allo sport (quindi eventi in montagna e trail), ho viaggiato molto. Alpi, Copper Canyon messicano, Alaska, Giappone: tutti posti dai quali ho tratto ispirazione, luoghi selvaggi da proteggere, questi come altri, per le generazioni future".
Prossimi obiettivi per il Joe (super) atleta?
"Il Colorado Trail di 782 km che avrei voluto fare gi¨¤ a luglio e tenter¨° a settembre perch¨¦ in questo momento c’¨¨ ancora neve in quota... Per farcela applico la solita tabella: uscite quotidiane lunghe da una a tre ore e un paio settimanali da sei-otto. Abitando in montagna, sono favorito, questo ¨¨ certo. Ma 782 km non sono uno scherzo...".
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