Le chiama iene Enrico Obletter, il manager corpulento e bonaccione; sono le fantastiche ragazze del softball, prime azzurre a squadre a qualificarsi ai Giochi. “Non andremo certo per fare solo la sfilata, ma per vincere” promette il capo allenatore che da oggi in Coppa Campioni a Bollate (Bussolengo detentore), e dal 31 con le semifinali scudetto (Bussolengo-Saronno e Forl¨¬-Bollate), vedr¨¤ le azzurre divise.
SOFTBALL
Il manager Obletter racconta le sue azzurre: “Iene lanciate verso Tokyo. Per salire sul podio”
Il tecnico delle azzurre dopo la qualificazione ai Giochi: “Nazionale forte e ambiziosa, nonostante il movimento con met¨¤ delle praticanti rispetto all’Olanda. Noi vinciamo con la scienza”
L’Italia della palla soffice ha una realt¨¤ neanche lontanamente paragonabile a quella Usa, dell’Australia, se non dell’Olanda: “Abbiamo meno della met¨¤ delle praticanti olandesi”. Eppure poco pi¨´ di 3000 tesserate, e 200 squadre di cui 10 in A-1, esprimono un livello altissimo grazie a una nazionale formidabile che ha vinto 11 titoli europei, l’ultimo dei quali ha aperto la via al pass olimpico preso a Utrecht. Quando Obletter parla di ambizioni da podio, non dice un’eresia: il torneo a Tokyo sar¨¤ a 6 squadre. Una delle 3 medaglie insomma ¨¨ possibile. Una storia olimpica da riprendere, e da legare a Sydney 2000, dove l’Italia chiuse al 5¡ã posto. In quella squadra, Obletter era il coach di Tonino Micheli, al quale si ispira: in campo c’erano Giovanna Palermi, la giocatrice vinci tutto e diventata moglie di Obletter, e coach azzurra, e Loredana Auletta, ricevitrice e mamma di Erika Piancastelli. Il manager parla poi di Marta Gasparotto, ora regista capitana a Forl¨¬: “S’¨¨ sacrificata per la squadra anche infortunata, una trascinatrice fondamentale dietro casa base. Ho una squadra formidabile, che ha battuto agli Europei 40 fuoricampo, qualificarsi per Tokyo ¨¨ stata una vera impresa e arriviamo per la prima volta ai Giochi con il monte di lancio tutto italiano, senza cio¨¨ le oriunde”. Le facce delle iene sono quelle di Amanda Fama (dal 2013 tra Bollate e La Loggia, interbase), Emy Carosone (2a base) che gioca a Orlando, di origine abruzzese: “Li ho trovati io i documenti a Sant’Eusanio Forconese in provincia de L’Aquila, lei ¨¨ stata decisiva con il fuoricampo del pari contro l’Olanda, prima di quelli di Erika Piancastelli e Giulia Longhi, silenziosa ma tra le migliori 3a base del mondo”.
Segreti
¡ªUna squadra che ¨¨ soprattutto un gruppo unito: ogni inverno, Obletter lo porta in Australia, al caldo: “Facciamo 13-14 partite di alto livello contro Giappone, Nuova Zelanda, Taiwan, Australia, e tutto questo lavoro ci ha consentito il salto di qualit¨¤. Non si pu¨° stare fermi 6 mesi. L’Olimpiade? Appunto, per la medaglia bisogner¨¤ giocare tanto, stiamo cercando un’altra lanciatrice e una forte mazza per giocarcela alla pari con tutte: ma bisogna crederci. Il campionato italiano aiuta poco il livello tecnico, sceso parecchio da 10 anni”. Obletter ha ereditato una squadra “atleticamente molto gi¨´, ai Mondiali siamo arrivati settimi e ho dovuto lavorare molto sulla mentalit¨¤ alla battuta, sulle lanciatrici e monitoriamo le ragazze settimanalmente”. Obletter insiste sul lavoro scientifico: “Passiamo ore e ore a studiare gli errori delle avversarie, da noi i risultati non vengono fuori per caso. Io credo molto alle video analisi. S¨¬, c’¨¨ molta scienza e molta psicologia sportiva. Faccio io il mental coach... Il softball ¨¨ un gioco di squadra molto individuale, noi abbiamo ragazze normali, anche fisicamente, che fanno cose eccezionali, perch¨¦ sono ragazze sveglie, anzi esplosive. Se fossero lente non sopravviverebbero. Sono ragazze fantasiose e caparbie, resilienti quando vogliono esserlo: iene, appunto, perch¨¦ non mollano di un centimetro, capaci di lottare su ogni pallina”. Obletter la definisce una squadra controcorrente e con un staff particolare: “Il nostro rito ¨¨ un minuto: per caricarsi. Ho un branco di lupe che vuole arrivare in alto, pronte a partire per vincere. Non ¨¨ presunzione, se ho le armi vado alla battaglia: in questo ¨¨ un’Italia sfrontata”.
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