50 anni dopo, riviviamo quegli storici Giochi. Gi¨¤ dalla cerimonia di apertura, con la scelta dell’ultimo tedoforo, si cominci¨° a fare la storia
Il 12 ottobre 1968, esattamente 50 anni fa, il barone Pierre de Coubertin, fondatore delle olimpiadi moderne e convinto oppositore di una partecipazione organizzata delle donne ai “suoi” Giochi, deve essersi rivoltato nella tomba. Allo stadio universitario, da non confondere con l’Azteca di Italia-Germania 4-3 e di Maradona, la cerimonia di apertura regal¨° al mondo il primo muro abbattuto. Per la prima volta l’ultimo tedoforo, l’atleta che accende il fuoco olimpico, fu una donna: Enriqueta Basilio, 20 anni, campione nazionale degli 80 ostacoli, una storia venuta da un Messico lontanissimo, Mexicali, Bassa California, 2600 chilometri dalla capitale. Glielo dissero all’ultimo momento: tocca a te. Ma si scordarono di darle il vestito della festa e lei si present¨° con normalissimi calzoncini e maglietta bianca. La sfilata delle nazioni era finita, Raimondo D’Inzeo fu il portabandiera italiano, 6300 colombi erano stati lanciati in volo. A quel punto lei sal¨¬ i 93 gradini che dalla pista portavano al braciere. E tutto cominci¨°, a dieci giorni di distanza dalla strage degli studenti di piazza delle Tre Culture. E prima del salto infinito di Beamon, della protesta antirazzista di Carlos e Smith, dell’Africa padrona di mezzofondo e maratona, delle tante cose di quell’Olimpiade entrate nella storia.
nriqueta Basilio, ultimo tedoforo nella cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi 1968 a Citt¨¤ del Messico. Ap
da stamatha alla parit¨¤ —
Anche Enriqueta entr¨° nella storia. Cominciata con Stamatha Revithi, la donna greca che prov¨° a iscriversi alla prima maratona olimpica del 1896, e che di fronte al divieto di organizzatori e guardia reale, “invent¨°” una gara tutta sua, sulla stessa distanza, il giorno dopo. L’ostinazione di Stamatha ¨¨ diventata leggenda, la fiaccola di Enriqueta segna un punto di svolta in un’Olimpiade sempre piuttosto attenta alla sua ritualit¨¤, soprattutto la dimostrazione di un mondo che cambiava. Anche nello sport. Uno sport che fra due anni, ai Giochi di Tokyo, sfiorer¨¤ la parit¨¤ assoluta di partecipazione con il 49% di donne.
come ali —
Qualche settimana fa, il 25 agosto, gli organizzatori della maratona di Citt¨¤ del Messico hanno voluto omaggiare Enriqueta invitandola allo stadio, nello stesso luogo in cui 50 anni fa si era avvicinata al braciere per accenderlo. La ragazza di allora, oggi settantenne, ¨¨ riuscita a raccontare qualche giorno battendo l’emozione e il Parkinson, la stessa sfida combattuta da un altro ultimo tedoforo, Muhamad Ali, nel 1996 ad Atlante. Enriqueta si ¨¨ fatta forza e ha ricordato la prova generale in cui si pronunci¨° mezza mano, i tanti che avrebbero voluto abbracciarla nei 200 metri percorsi prima di salire i 93 gradini, la vita, la lenta presa di coscienza della “storicit¨¤” di quel giorno. Poi si ¨¨ fatta strada tanta comprensibile tristezza e ha detto: “Ho tanta voglia di piangere”.
Valerio Piccioni
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