Pronto Nina, pronta per l’intervista? ?Risentiamoci per favore, sono a Makatea, in Polinesia, sentiamoci tra qualche giorno?. Beccare Nina Caprez a Grenoble, a casa sua, ¨¨ compito quantomeno arduo. Giramondo per indole, la 32enne svizzera, dopo essere stata una delle migliori free climber al mondo, ha lasciato da tempo competizioni (soprattutto di boulder) e classifiche continuando ad arrampicarsi sulla roccia, scegliendo pareti che poche altre donne riescono a domare. Fino a una decina di anni fa viveva nel piccolo villaggio di Kueblis, nel Canton dei Grigioni, luogo che adora ma diventato evidentemente troppo piccolo per una come lei. ?Amo la vita, amo tutto ci¨° che ¨¨ in grado di offrire. Ho la fortuna di pensare cos¨¬ sin da piccola, credo che se fossi stata costretta a una quotidianit¨¤ sedentaria sarei stata molto infelice?. Grazie all’arrampicata, grazie al completamento in parete di vie di grado fino all’8c (lavorato) e 8¡ã+ (a vista), la svizzera del Team Scarpa ha girato il mondo. ?Eppure a Kueblis c’¨¨ ancora chi, pur sentendo i miei racconti “esotici” o sapendo di quello che sono riuscita a fare da climber, si stupiscono della vita che mi sono scelta...?.
l'arrampicatrice
Caprez: "La mia vita che ruota attorno alle montagne"
Le imprese, i viaggi e le passioni della climber svizzera: "La sedentariet¨¤ non fa per me: amo mettermi alla prova"
L’adolescenza nel suo piccolo paese come fu?
?Ah, quella bellissima, per l’et¨¤ che avevo tutto era ideale l¨¬. Insieme ai miei due fratelli ne abbiamo combinate un po’ di tutte, nello sport (inizialmente lo snowboard, soprattutto) ma non solo. Facevamo feste, gite, escursioni con le scuola. Insomma, niente di strano per una ragazzina, ma tutto molto divertente. Ho anche provato a imparare a suonare flauto e pianoforte?.
Poi?
?Poi, quando avevo 13 anni, ho fatto le mie prime esperienze alpinistiche. E ne sono rimasta totalmente dipendente. Stare in mezzo alla natura mi ha conquistato subito, non a caso dopo non ho pi¨´ smesso di ricercare queste sensazioni. E a un certo punto la mia vita ha iniziato a ruotare attorno al mondo dell’arrampicata?.
Quindi ai viaggi.
?Posso dirlo con orgoglio: la vita mi ha portato ovunque, dalle montagne di 4000 metri fino alle gare di arrampicata, dal bouldering all’arrampicata sportiva, e alla fine alle difficili vie di pi¨´ tiri. Queste ultime sono state per me il banco di prova pi¨´ bello, e la motivazione mi ha permesso di ripetere alcune delle vie pi¨´ difficili del mondo. Negli Stati Uniti per sfidare a Yosemite il Nose ma anche tanto in Europa, compresa l’Italia (dove in Sardegna ha chiuso una via di 340 metri classificata 8b: l’Hotel Supramonte; ndr)?.
La motivazione pi¨´ forte?
?Trovare le vie difficili a pi¨´ tiri e lanciare la sfida: vinco io o vince “lei”. Per me questo ¨¨ il banco di prova pi¨´ bello e stimolante?.
Lei non ha mai nascosto la sua ammirazione per Lynn Hill.
?E come potrebbe un climber, soprattutto se donna, non pensare tutto il bene possibile per Lynn (memorabile tra le tante sue imprese quella del 20 settembre 1994, quando a Yosemite sal¨¬ sul Nose del Capitan in 23 ore, no stop e senza cadute; ndr). Lei ¨¨ sempre stata molto avanti rispetto a tutti?.
? vero che tra le sue passioni extrasportive c’¨¨ la ristrutturazione di appartamenti?
?In effetti, s¨¬. ? un mondo che mi “affascina”. Anche la piastrellatura non ¨¨ male. Ma la mia vita oltre l’arrampicata prevede altro, anche hobby, diciamo, pi¨´ tradizionali come la cucina o la scrittura...?.
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