l'intervista
Degradi: "Potevo diventare calciatrice. Ho pianto quando ho visto la mia maglia sul podio di Parigi"
Reagire da campionessa, sia cercando di superare le avversit¨¤ con un atteggiamento positivo sia uscendo dalla propria zona di comfort trasformando una situazione nuova in una opportunit¨¤. Cos¨¬ ¨¨ stato per Alice Degradi, giocatrice di pallavolo che milita nella Megabox Vallefoglia, protagonista sul palco del Teatro Regio di Parma (non proprio il suo habitat naturale) in occasione del Premio Internazionale ¡°Sport Civilt¨¤¡±. La consegna del riconoscimento, durante l¡¯evento organizzato dalla sezione cittadina dei Veterani dello Sport, ¨¨ stata l¡¯occasione per raccontare il periodo che sta vivendo. Ora ¨¨ il momento di lavorare con tenacia per recuperare la forma migliore dopo l¡¯infortunio che le ha scippato la partecipazione alle Olimpiadi di Parigi e una storica medaglia d¡¯oro per l¡¯Italia: ¡°Sono passati tre mesi dall¡¯operazione. Ce ne vorranno almeno altrettanti. E poi ci sar¨¤ l¡¯ultimo step, quello necessario per tornare al mio livello di volley, dimostrando di essere ancora competitiva per la nazionale. I sacrifici non mi spaventano. So che posso farcela. Non vedo l¡¯ora di tornare a giocare¡±, ha raccontato la schiacciatrice poco prima di ricevere il riconoscimento dalle mani dell¡¯ex presidente della Fipav Carlo Magri, alla presenza del numero uno dei ¡°Veterani¡±, Andrea Barella.?
Intanto la stagione di A1 ¨¨ cominciata. Cosa le manca di pi¨´ delle sue abitudini sportive? ¡°Lavorare tutti i giorni da sola, ¨¨ logorante. Cerco di trovare le energie per allenarmi nel miglior modo possibile anche se ¨¨ complicato non vivere l¡¯atmosfera dello spogliatoio con le compagne. Manca totalmente la parte ludica e il gusto di vivere il gruppo¡±.?
Un gruppo, quello della nazionale italiana, che l¡¯ha ricordata nel momento in cui ¨¨ stato vinto l¡¯oro olimpico.?
¡°Vedere i loro occhi lucidi, con la mia maglietta sul podio a Parigi, mi ha regalato emozioni intense e contrastanti: avrei voluto essere con loro e invece ero stata costretta a vedere le partite da casa. Contemporaneamente ero felice per il risultato ottenuto. Non posso nascondere che ho pianto davanti alla televisione durante la premiazione¡±.?
Questo infortunio al legamento crociato ¨¨ stato il dramma sportivo pi¨´ grande della sua carriera??
¡°Faccio ancora fatica a parlarne: la mente sta cercando di proteggermi da quello che ¨¨ successo. Ora devo recuperare al meglio, nei giusti tempi. So bene che dipende solo da me. Certo, ero piena di rabbia nel momento in cui mi sono fatta male. Ma ci¨° che mi fa soffrire maggiormente sono le ingiustizie. Gli infortuni capitano, fanno parte della professione¡±.?
Con quella squadra lei ha vinto una Volleyball Nations League alcune settimane prima dei Giochi a Cinque Cerchi.?
¡°Un successo che ovviamente mi ha reso felice. Ma, personalmente, l¡¯avevo vissuta come una tappa di avvicinamento verso l¡¯evento pi¨´ importante della mia estate. ? stato un viaggio lungo e impegnativo. Una volta concluso, ho pensato solo a riposarmi, mangiare focaccine in spiaggia e ricaricarmi di energia positiva in vista di Parigi¡±.?
Poi il ginocchio ha fatto crack a poco pi¨´ di una settimana dal grande evento.?
¡°Solo chi conosce il mio percorso pu¨° capire quanto sia stato difficile rinunciare a quella manifestazione. Inizialmente ero addirittura indecisa se guardare le partite delle mie compagne. Era troppa la sofferenza nel saperle in campo senza di me. Poi per¨° le ho seguite passo dopo passo fino alla vittoria finale¡±.?
Una vittoria che porta anche la firma di Julio Velasco. Qual ¨¨ il segreto del vostro commissario tecnico??
¡°? bravissimo a gestire innanzitutto la persona e poi la pallavolista. ? curioso, si interessa dello sport a 360 gradi: dallo stretching all¡¯alimentazione passando per tutto ci¨° che riguarda lo stile di vita di un¡¯ atleta¡±.?
Quale valore aggiunto ha dato??
¡°Penso sia arrivato nel posto giusto al momento giusto. E stato un allenatore autorevole senza essere autoritario. Ci ha permesso di fare quel passo in pi¨´ per conquistare l¡¯oro. Io per¨° non posso e non voglio dimenticare tutto ci¨° che ¨¨ stato fatto prima del suo arrivo. La corsa verso la medaglia olimpica ha radici pi¨´ profonde¡±.?
La sua personalissima corsa verso una vita da sportiva ad alto livello ¨¨ partita presto ma ha avuto un brusco stop a 13 anni quando le ¨¨ stato diagnosticato il diabete di tipo 1.?
¡°Stando ovviamente attenta, cerco di vivere come se non fossi malata. Non voglio che il diabete sia un alibi, una scusa per giustificare il mancato raggiungimento dei miei obiettivi. Il progresso della medicina mi ha aiutata nel gestirlo. Da piccola, invece, ¨¨ stato sicuramente pi¨´ complicato¡±.?
? vero che la piccola Alice Degradi amava il calcio??
¡°Giocavo a pallone in una squadra mista. Il campo era davanti alla casa dei nonni. Mi piaceva tanto. Poi, intorno ai 10 anni, fui costretta a rinunciare perch¨¦ avrei potuto continuare solo in una squadra femminile a diversi chilometri di distanza da dove abitavo. Mamma, che aveva giocato a pallavolo, mi port¨° in palestra dal suo storico allenatore. ? iniziata cos¨¬ la mia avventura nel mondo del volley¡±.?
Lega spesso la musica ai posti in cui ha giocato??
¡°Mi capita molto spesso. L¡¯anno trascorso a Pesaro, per esempio, ha come sottofondo musicale ¡°Astrovan¡± di MT Joy. L¡¯esperienza a Cuneo invece ¨¨ stata scandita da ¡°And We Dance¡± di Macklemore. Ascoltavo sempre questo brano insieme a 4 compagne di squadra: eravamo cos¨¬ unite che abbiamo deciso anche di farci un tatuaggio uguale¡±.?
In un passato pi¨´ recente, invece, la sua vita ha accolto una nuova compagnia.?
¡°? Leone, un barboncino nano di cui ora non posso pi¨´ fare a meno. E pensare che, non molto tempo fa, mi prendevo gioco di Eleonora Fersino, innamorata del suo cane. Invece ora la capisco pi¨´ di ogni altra persona¡±.
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