A Nelson la Nuova Zelanda batte l’Argentina 46-24 e apre la terza giornata del Quattro Nazioni. Doppietta di Perenara, mete di Milner-Skudder, Read, Frizell e Goodhue, per i Pumas a segno Moyano, Sanchez e Boffelli
La Nuova Zelanda ha sconfitto per 46-24 l’Argentina a Nelson nel match che ha aperto a terza giornata del Rugby Championship, il Quattro Nazioni dell’emisfero sud. Terza vittoria con bonus (6 mete a 3) per gli All Blacks, che dominano la classifica con 15 punti. Per i Pumas, che erano reduci dalla vittoria di Mendoza sul Sudafrica, ¨¨ invece la seconda sconfitta e restano fermi a quota 4. La giornata si completer¨¤ con la sfida di Brisbane fra Australia (0) e Springboks (5).
INFORTUNI —
Lo score lo sblocca al 4’ Richie M’o’unga (secondo cap e primo da titolare) su piazzato conquistato dalla mischia, mentre dall’altra pare Nicolas Sanchez ne sbaglia uno apparentemente semplice. Al 9’ i padroni di casa perdono in un colpo solo tre giocatori: escono per infortunio la seconda linea Brodie Retallick (per una caduta sulla spalla subito pochi minuti prima), il centro Ngani Laumape (colpito al ginocchio da un placcaggio al limite del cartellino di Sanchez) e l’estremo Ben Smith (sospetta concussion e rimpiazzato per qualche minuto da Damian McKenzie). Entrano invece stabilmente Sam Whitelock e Anton Lienert-Brown. Al quarto d’ora l’Argentina va in touche nei 22 avversari, ma la perde e gli All Blacks ripartono con McKenzie a sinistra, che supera i 10 metri ma poi perde palla, quindi i Pumas trasformano l’azione in offensiva e dopo un paio di pick and go la palla arriva a Ramiro Moyano, che decide di andare da solo, con due finte si prende gioco di Mo’unga e Tj Perenara e va a schiacciare (Sanchez trasforma). Gli All Blacks ovviamente reagiscono subito, entrano nei 22, assorbono al centro la difesa argentina e poi Codie Taylor con un lungo passaggio trova al largo Nehe Milner-Skudder, che vola alla bandierina resistendo al placcaggio di Emiliano Boffelli (Mo’unga trasforma): per l’ala ¨¨ il ritorno in nazionale dopo un anno di assenza ed ¨¨ la dodicesima meta in 12 presenze (tutte da titolare). Gli All Blacks continuano a spingere, due attacchi vengono respinti, ma al terzo la difesa argentina crolla: gli avanti provano qualche sfondamento, poi Mo’unga lancia Jack Goodhue, che viene fermato per¨° a pochi centimetri dalla linea, allora interviene Perenara che raccoglie, finta il passaggio e invece si tuffa a schiacciare (Mo’unga sbaglia la trasformazione). Al 35’ un possesso apparentemente innocuo a met¨¤ campo viene trasformato da Sanchez in un superbo break, con offload per la corsa in meta di Matias Moroni, che per¨° sul placcaggio di Perenara sfiora impercettibilmente la linea dell’out e il Tmo non convalida. A tempo scaduto un piazzato di Mo’unga manda le squadre al riposo sul 18-7.
L’haka prima del match. AP
RECORD —
La ripresa si apre con l’Argentina alla carica nei 5 metri e dopo qualche tentativo respinto, alla fine ¨¨ proprio Sanchez ad andare oltre: l’apertura finta il passaggio a destra a Jeronimo de la Fuente e invece si tuffa nel piccolo spazio che gli All Blacks gli lasciano libero davanti, poi trasforma anche. Al 49’ gli All Blacks riallungano: break centrale di Smith che entra nei 22, poi largo a destra Goodhue serve Kieran Read, che con 3 avversari aggrappati alla schiena riesce ugualmente ad allungarsi per schiacciare (Mo’unga trasforma). Al 56’ Sanchez accorcia su piazzato e con i 13 punti segnati raggiunge e sorpassa Felipe Contepomi in testa alla classifica dei top scorer di ogni tempo con la maglia dei Pumas (654 punti). Ma passano 3 minuti e gli All Blacks la chiudono definitivamente: break centrale di Lienert-Brown che spacca in due la difesa argentina e poi serve l’ovale a Perenara per la comoda corsa sotto i pali (Mo’unga trasforma). I Pumas per¨° non ci stanno e assediano i 22 avversari, costringendo i bicampioni del mondo a una serie di falli per fermare gli attacchi (4 in 6 minuti), fino alla mischia chiamata sotto i pali: Tomas Cubelli serve Sanchez che con un passaggio corto apre a Boffelli la strada per la meta (che Sanchez trasforma anche). Si torna dall’altra parte e gli All Blacks trovano la quinta meta, con la terza linea di origine tongana Shannon Frizell (al secondo cap dopo l’esordio di giungo con la Francia) che va in tuffo da corta distanza dopo una serie di tentativi di percussione (Mo’unga trasforma). L’Argentina sembra poter gestire l’ultimo possesso ma alla fine di una partita senza gravi errori, ¨¨ quello di Pablo Matera, che perde palla a met¨¤ campo, a concedere ai neozelandesi l’attacco che porta alla meta del bonus, firmata da Goodhue su delizioso assist di McKenzie (Mo’unga trasforma).
Roberto Parretta
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