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La Rocca: "Sono stato il vostro Ali. Pertini mi rese italiano, la fede mi ha salvato"
Che anni quegli anni con gli italiani in piazza per festeggiare il trionfo inaspettato del Mondiale di calcio e uniti dal tifo per un pugile di passaporto maliano. Che anni quegli anni con lĄŻesultanza del presidente della Repubblica nel cielo di Madrid e la pipa tenuta stretta nella mani. E siccome erano anni particolari, di ritorno al Quirinale, tra una crisi di governo e lĄŻaltra, quello stesso presidente trov¨° il modo di risolvere una telenovela burocratica con una telefonata nella trasmissione condotta da Gianni Min¨¤. "La Rocca, sono Pertini. Mi ascolti: venga da me appena pu¨°, le consegneremo la carta dĄŻidentit¨¤". Era il 1983. Nino La Rocca, lĄŻAli italiano, sul ring danzava, colpiva e vinceva. Dieci, venti, trenta, quaranta, cinquanta incontri. La sfida al titolo mondiale sembrava il normale approdo di una favola. E invece niente lieto fine: la prima sconfitta per un taglio dopo una testata, un matrimonio sbagliato, il sogno iridato che sfuma, la carriera deragliata. Seguono stagioni anonime, il conto in banca in rosso, il rischio di finire molto maleĄ Ma il vecchio leone si ¨¨ ribellato a un destino gi¨¤ scritto, ribaltando il verdetto.