In Italia, il fondo cominci¨° a diventare popolare per l’impresa leggendaria di un quartetto che sconvolse la patria del fondo. Erano De Zolt, Albarello, Vanzetta e Fauner
Successe di marted¨¬: il 22 febbraio 1994. Un quarto di secolo fa esatto come oggi, ai Giochi di Lillehammer. Nei giorni dei Mondiali di Seefeld, dove Maurilio De Zolt conquist¨° le sue prime medaglie iridate e dove Federico Pellegrino, che ha vinto in stagione la Sprint di Lillehammer e ieri ha preso l’argento dietro il norvegese Klaebo, la ricorrenza di oggi diventa un momento per legare quel fondo a questo fondo. In Italia, il fondo cominci¨° a diventare popolare per l’impresa leggendaria di un quartetto che sconvolse una Nazione, anzi la patria del fondo. In Norvegia fu peggio di un lutto nazionale aver perso la 4x10 km. In Italia quel trionfo che fece aprire i telegiornali sar¨¤ ricordato il 15 marzo a Cortina con una rimpatriata dei quattro moschettieri di quell’incredibile oro. L’Italia di Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner vinsero in 1h41’15”0 sulla Norvegia (1h41’15”4) e sulla Finlandia (1h42’15”): non vinsero, ma ¨¨ come se avessero violato un tempio. L’ultimo frazionista, l’artefice finale della pi¨´ clamorosa delle volate sugli sci, ovvero Silvio Fauner, contro l’icona, la leggenda Bjoern Daehlie, racconta 25 anni dopo: “Vedere la bandiera italiana che si alzava di fronte a me accompagnata dall’inno di Mameli per un’impresa che avevo compiuto con i miei compagni di squadra ¨¨ il ricordo pi¨´ grande. Avevamo sfatato il mito che all’Olimpiade di Lillehammer sarebbero stati i norvegesi a vincerla. Ha rappresentato sicuramente un tappa importante di crescita per l’intero movimento italiano. A distanza di 25 anni, lo sci nordico italiano potrebbe ancora essere capace di imprese simili”.
ATMOSFERA - Nel Birkebeineren Skistadion c’erano oltre 100.000 persone, in tutto il percorso c’era chi parlava di 200.000. C’erano meno 18 gradi, c’era il re e c’era la magia di quel luogo storico dove due Birkebeinner stavano compiendo la missione di mettere in salvo il piccolo re designato Hakon IV nel 1200. Ancora oggi in quel luogo si celebra una gran fondo, ma quel marted¨¬ si celebr¨° un’eroica conquista di quattro italiani contro le icone dei vichinghi, Sture Sivertsen, Vegard Ulvang, Thomas Alsgaard e Bj?rn Daehlie: chi avesse puntato, se ci fossero state le scommesse di oggi, sui quattro italiani sarebbe diventato milionario. Eppure successe davvero.
In prima frazione in tecnica classica, il cosiddetto lancio, il tecnico Sandro Vanoi schier¨° De Zolt, 43 anni da San Pietro di Cadore,ed il pi¨´ anziano di tutti quei Giochi, la cui dieta era a base di carne, grappa e vino, che considerava pi¨´ salutare di qualsiasi altra roba. Opposto all’allroa campione del mondo, dopo 10 km lascia ad Albarello il testo a 10” dal vichingo e dal finlandese Myllyla. Il valdostano dueller¨¤ con Ulvang, il potente dirigente Ulvang di oggi, e fortissimo in quegli anni tanto da diventare triolimpionico ad Albertville 1992, ma a met¨¤ percorso Alba ¨¨ gi¨¤ sulle code del rivale e quando lascia il testimone a Vanzetta non pareva vero che in testa ci sia il nostro portacolori e futuro d.t.. Quando tocca a Vanzetta, si passa alla tecnica libera, lui 34enne contro Alsgaard 22enne. Pi¨´ cerca di andarsene il norvegese, pi¨´ il trentino rintuzza quegli attacchi: i giochi restano aperti, ma ora c’¨¨ Daehlie per l'oro. Il dio del fondo, uno da 43 vittorie in Coppa del Mondo, contro un sappadino di talento. Un duello che sembra impari anche se per l’et¨¤ si assomigliano, 26 contro 25 anni. Aveva solo una chance Sissio per battere Daehlie, arrivare vicino a lui, non farsi staccare: il norvegese la mette sul ritmo pazzesco: al 35¡ã km i due sono ancora insieme. E quando a 400 metri dalla fine, Fauner osa passare in forcing il rivale, sembra dissennato. Invece gli ultimi 30 secondi di quella gara restano da delirio, perch¨¦ Fauner riesce a resistere e bruciare il norvegese. Cala il silenzio spettrale, come dopo una bomba, finch¨¦ i norvegesi cominciano lentamente ad applaudire la fine di quella magistrale staffetta. La Norvegia si vendicher¨¤ di pochi centimetri a Nagano: con Alsgaard che si prese la rivincita su Sissio. Ma a Lillehammer l’Italia fece sventolare il tricolore. Fece la storia del fondo. Oggi ¨¨ l’anniversario di quella pagina epica.
Stefano Arcobelli
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