Parole e ancora lacrime. Sono passati dieci giorni dall’incidente che a Garmisch, scendendo verso l’arrivo da una pista di rientro dopo l’annullamento dell’ultimo superG di Coppa del Mondo, ha tolto a Sofia Goggia i Mondiali in casa da favorita, almeno per l’oro in discesa. E, per la prima volta da allora - a parte una fugacissima apparizione video domenica sera durante la cerimonia d’apertura - la campionessa olimpica si concede, sempre in video, dalla sua casa di Bergamo. Si vede subito che ¨¨ un po’ a disagio.
SCI
La Goggia racconta: “Che piacere la chiamata del Presidente Mattarella”
L’olimpionica di discesa assente a Cortina per l’infortunio al ginocchio destro: “Ci vorrebbe un miracolo per tornare per le finali di Coppa”
Una telefonata speciale
¡ªLe parole di affetto e di incoraggiamento di Flavio Roda, rompono il ghiaccio: “Sofia ha avuto un percorso importante, pieno di successi - esordisce il presidente della Fisi - e anche di tante difficolt¨¤. Per¨° le ha sempre superate con grande determinazione. Fra un anno ci sono le Olimpiadi di Pechino, arriver¨¤ ancora pi¨´ decisa”. Poi tocca a lei raccontarsi. E svela subito una sorpresa. “Una settimana fa ho ricevuto una telefonata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Mi ha fatto un piacere immenso, un gesto importante, che mi ha molto lusingato, considerato anche il momento difficile che sta vivendo il Paese”.
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Il coraggio
¡ªQuindi cominciano le domande. E la strada emotiva ¨¨ subito in salita. “Only the brave” ¨¨ il suo motto di battaglia al cancelletto di partenza: solo per i coraggiosi. Ma stavolta, come dice lei “serve tanto coraggio, molto pi¨´ che a scendere in discesa libera. E’ stato un colpo durissimo. Il pensiero a quel giorno ¨¨ costante, la mattina quando mi alzo faccio fatica a non pensarci. Ma anche se non accetti le cose dentro di te, sei costretto giocoforza a farlo. E devi guardare avanti, aggrapparti alla visione che c’¨¨ all’orizzonte e muoverti di conseguenza. L’anno prossimo ci saranno i Giochi, s¨¬. Ma io ho sempre guardato gara per gara. E cos¨¬ far¨° anche stavolta. Perch¨¦ prima di Pechino ci sono tante gare. E prima ancora c’¨¨ il mio recupero”.
Che sfortuna!
¡ªSi cerca di trovare un insegnamento da tutto, ma Sofia non riesce ancora a farsi una ragione di ci¨° che le ¨¨ accaduto. “Ho sempre sostenuto che anche dagli infortuni si impari qualcosa - confessa - ma attualmente non ci vedo ancora alcun insegnamento. L’infortunio prima dei Giochi di Sochi non ha paragoni con questo. Per un atleta correre i Mondiali in casa ¨¨ un sogno enorme. Arrivarci in questa condizione, da numero uno, con la serenit¨¤ che avevo raggiunto... E’ terribile. Poi sono consapevole pure io che ¨¨ solo un osso rotto, che ci sono cose pi¨´ importanti, ma nella sfera e nel perimetro di un atleta tutto ci¨° ¨¨ difficilissimo da accettare”. Gli occhi sono lucidi. Lo erano gi¨¤ qualche minuto prima. Ma adesso non riescono pi¨´ a trattenere le lacrime. “E’ paradossale - ammette -. Di tutti i miei infortuni, questo (frattura del piatto tibiale del ginocchio destro; ndr) ¨¨ quello meno grave in assoluto, per¨° il pi¨´ doloroso da accettare. E’ allucinante, s¨¬. Ringrazio di cuore le mie compagne perch¨¦ mi hanno dato un grande abbraccio di squadra gi¨¤ nella reception dell’hotel di Garmisch, subito dopo l’infortunio. Mi sono sentita amata. E poi ¨¨ arrivato un abbraccio collettivo da tutta Italia, da un sacco di persone che magari non seguono nemmeno lo sci. Ho avuto attestati di affetto straordinari. Tutto ci¨° mi riempie di orgoglio. E s¨¬, un po’ aiuta”. Le chiedono cosa farebbe se avesse la macchina del tempo, ritrova per qualche secondo un sorriso. “Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, la macchina del tempo non l’hanno inventata”.
Difficile un rientro sprint
¡ªPoi racconta di quello che sta facendo ora. “Quando faccio rieducazione cerco di vivere alla giornata, mi do obiettivi giornalieri, vado due pomeriggi alla settimana a Mantova, dove mi hanno sempre fatto resuscitare dagli infortuni. Preferisco mettermi nelle mani delle poche persone di cui mi fido completamente. Roberto Galli ¨¨ come un secondo padre per me, mi ha rimesso in piedi sin dal primo infortunio. Se poi sono riuscita a ottenere quello che ho ottenuto ¨¨ grazie a lui, una persona che lavora nell’ombra. Poi negli altri giorni a Bergamo proseguo il lavoro di fisioterapia con una persona dedicata”. Fa poi chiaramente capire che un suo eventuale recupero per le finali di Coppa del Mondo a Lenzerheide (a met¨¤ marzo, lei ¨¨ leader della classifica di discesa; ndr) ¨¨ quasi impossibile. “Due anni fa feci un recupero record per i Mondiali di Are, disputando i Mondiali a tre mesi dall’infortunio. Ma si trattava del perone, meccanicamente ¨¨ un osso che non ¨¨ di carico, a differenza del piatto tibiale che si trova nell’articolazione del ginocchio. E il mio ¨¨ gi¨¤ in una situazione artrosica, ho gi¨¤ subito tre interventi. Ci vorrebbe un miracolo nel prossimo controllo”. Scendono ancora lacrime, Sofia le trattiene a fatica. “Non devo pensare troppo alle cose che mi fanno stare male e che non posso controllare. Ma ¨¨ difficile convivere con le gare che sono trasmesse in tv e con il Mondiale senza di me. Questo pensiero mi ammazza un po’. Ma ci¨° non mina la fiducia che ho con il mio corpo, ne ho passate cos¨¬ tante... La modalit¨¤ dell’incidente ¨¨ stata talmente particolare che non penso mi possa lasciare segni nella psiche. Altre cadute ti possono lasciare dei segni, questo no”.
Sui libri
¡ªSe c’¨¨ un aspetto positivo da trovare, Sofia - che proprio oggi ha mosso i primi passi da sola - lo individua solo in ci¨° che riempir¨¤ le sue giornate nelle prossime settimane al di fuori della rieducazione. “I libri che non ho finito di leggere, gli esami che non ho ancora dato l’universit¨¤: mi dedicher¨° a questo. Cos¨¬ sostituisco i pensieri che non vanno in una certa direzione”. E si congeda. “Mi spiace di aver pianto, soprattutto all’inizio. Che cosa posso dire… Mi ripiglio e si riparte”.
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