Alle 11.30 a Bormio l’attesissima discesa di Coppa del Mondo, con Paris e Innerhofer in lizza per il podio. Il tecnico azzurro presenta una gara dalle mille facce: “Gelo o neve fresca, cambia tutto. E nel finale la stanchezza ¨¨ il fattore chiave”
La Stelvio ¨¨ una pista camaleonte. Mostra facce a seconda di come il sole la colpisce, pu¨° diventare pi¨´ o meno veloce, pi¨´ o meno tecnica a seconda delle temperature e di come viene preparata. Per la discesa di Bormio (ore 11.30, diretta Eurosport e RaiSport) si attende una lastra di ghiaccio, ma non ¨¨ sempre stato cos¨¬. Alberto Ghidoni, responsabile della squadra azzurra di discesa, la conosce bene anche se da atleta non ci ha mai gareggiato. “Ho fatto solo qualche allenamento — ricorda il tecnico —. Per i Mondiali 1985 un breve tratto, ma per il resto il percorso ¨¨ quello di oggi. Ricordo che anche allora non ti dava un attimo di respiro. I primi 20 secondi sono impegnativi, al canalino Sertorelli forse puoi tirare fiato ma poi non hai pace”.
OMOGENEA —
Una decina di giorni fa Ghidoni ha condotto due giorni di allenamenti degli azzurri in superG, prima che la pista venisse chiusa in determinati settori in vista della Coppa del Mondo e aperta ai turisti in altri. ?La preparazione far¨¤ la differenza — continua il tecnico —. L’hanno battuta con i cingoli e poi hanno lavorato con l’acqua per renderla pi¨´ omogenea possibile. Per gli atleti ¨¨ importante: se ci sono dei rattoppi capita di trovare placche di ghiaccio seguite da tratti di neve buona, con tanto grip. In quei punti di passaggio si possono prendere delle spigolate. Nel 2017, ad esempio, non faceva molto freddo e la pista non era certo omogenea”.
PER POCHI —
L’anno scorso a Bormio vinse Paris. “Dominik ci mise molto del suo. Detto questo, non c’¨¨ un passaggio particolarmente decisivo. Devi essere veloce da cima a fondo. Di base, comunque, chi vince a Bormio sa sciare”. Da Hannes Trinkl ad Luc Alphand, da Michael Walchhofer a Bode Miller, da Christof Innerhofer a Dominik Paris. L’albo d’oro della Stelvio ¨¨ fatto di nomi importanti. “Credo che il record sulla pista intera sia ancora di Hannes Trinkl, che ora fa il tracciatore e deve tenere conto della sicurezza — ricorda Ghidoni —. Certo, il record della pista potrebbe essere battuto se si decidesse di far venire gi¨´ dritti gli atleti. Secondo me ogni tanto le discese sono troppo controllate. Vengono inserite troppe porte e in questo modo lo sciatore non ¨¨ portato a studiare e a cercare la linea pi¨´ veloce, ma deve seguire semplicemente un percorso. Per come la vedo io, chi non ne abbastanza per tenere il piede sull’acceleratore dovrebbe fare a meno di gareggiare in Coppa del Mondo. Non dico che le gare debbano essere troppo pericolose, ma in generale il margine per fare qualcosa di pi¨´ c’¨¨”.
FINALE DECISIVO —
I passaggi chiave della Stelvio sono quattro, secondo Ghidoni. “Sulla prima curva e sul primo salto devi avere pelo sullo stomaco per fare velocit¨¤. L¨¬ davvero fa la differenza il coraggio. Poi arrivano curve importanti come quelle di Fontanalonga e di Pian dell’Orso. Pi¨´ avanti arriva la Carcentina, che va attaccata bene per prendere la velocit¨¤ giusta verso il salto di San Pietro. Infine c’¨¨ il tratto finale, dalla partenza dello slalom, e l¨¬ davvero si vede chi ne ha ancora, perch¨¦ se ti ¨¨ rimasta un po’ di forza allora scii in un certo modo, altrimenti pensi soltanto ad arrivare in fondo?. Fu proprio l¨¬ che Dominik Paris racimol¨° i centesimi decisivi per la vittoria, la seconda sulla ?Stelvio? dopo quella del 2012: scelse una traiettoria pi¨´ rotonda ma pi¨´ veloce rispetto a quella di Svindal, pi¨´ diretto. L¨¬, in quei 17 secondi finali, Paris ricav¨° i 4 centesimi decisivi. Domme resta una carta importante, per l’Italia. E se quest’anno tornasse in lizza anche Innerhofer? ?Inner sta bene, vedremo — si limita a dire Ghidoni —. Col sistema di assegnazione dei pettorali gli toccher¨¤ un numero pari, nella lista della specialit¨¤ ¨¨ 13¡ã ed ¨¨ la cosa peggiore perch¨¦ devi sperare nella sorte. Se il fondo ¨¨ duro vanno bene i pettorali bassi, dal 3 al 9, ma con meteo non stabile pu¨° cambiare tutto”. Camaleontica Bormio.
Simone Battaggia
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