Goggia insegue Pechino e si affida a Dio: "Se questo ¨¨ il piano che ha per me..."
Oggi ¨¨ il giorno del dolore, delle ginocchia che fanno male e dell’anima ferita. Sofia Goggia riparte ancora una volta. Un copione che conosce a memoria, troppo spesso ha dovuto recitarlo sulle montagne russe di una carriera di tanti successi e altrettanto numerose cadute. La rincorsa olimpica dopo il volo nel superG di Cortina ¨¨ una delle imprese pi¨´ incredibili delle tante che ha dovuto affrontare. Su Instagram Sofia va oltre: "Se questo ¨¨ il piano che Dio ha per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo. E andare avanti".
“Non c’¨¨ un programma di recupero perch¨¦ non c’¨¨ abbastanza tempo” spiega Andrea Panzeri, il responsabile dello staff medico della Fisi che l’ha visitata ieri sera alla Clinica La Madonnina insieme a Herbert Schoenhuber. “Esiste un programma virtuale, ma bisogna vedere come sta stasera, come andr¨¤ domani mattina. Ogni giorno cos¨¬. C’¨¨ pochissimo tempo, l’infortunio ¨¨ importante. Non ci saremmo lanciati in questo tentativo se non fosse l’Olimpiade, se non fosse Sofia”.
La ripartenza
¡ªSi comincia gi¨¤ oggi, anche se ¨¨ il giorno in cui ¨¨ esploso il dolore per le botte e le ferite patite ieri - lesione parziale del crociato del ginocchio destro gi¨¤ operato nel 2013, una piccola frattura del perone e una sofferenza muscolo tendinea - e per il contraccolpo morale di un altro stop alla vigilia di un appuntamento cruciale come l’Olimpiade, come l’anno scorso era successo a qualche giorno dai Mondiali. Per provarci la Goggia torna alle origini, al suo gruppo di lavoro che si ¨¨ costruita attorno negli anni. La accompagner¨¤ il preparatore Flavio Di Giorgio. La base sar¨¤ la Fisiocenter Multimedica di Bagnolo San Vito, vicino a Mantova, con il preparatore Roberto Galli (“per me un secondo padre”) e il fisioterapista Matteo Benedini, gli stessi che l’hanno affiancata in quasi tutte le risalite dagli infortuni, un posto del cuore dove oltre alle cure del fisico Sofia trova anche le coccole, il conforto morale. “Lei ha molta fiducia in loro, c’¨¨ la massima collaborazione, lavorano in autonomia” afferma il dottor Panzeri.
I tempi
¡ªI tempi sono davvero ristretti. La squadra parte il primo febbraio, la cerimonia inaugurale - la Goggia ¨¨ la portabandiera designata della squadra azzurra - ¨¨ il 4 febbraio, ma per provare a essere al via nella discesa olimpica Sofia ¨¨ difficile pensare a una partenza per la Cina prima del 10 febbraio. “Si va a vista - spiega il responsabile del gruppo Elite, Gianluca Rulfi -. Sofia dovr¨¤ lavorare sulla parte atletica, facendo i conti con il dolore. Poi dovr¨¤ anche sciare, perch¨¦ altrimenti non si pu¨° affrontare una discesa olimpica. Vedremo l¨¤, in Cina, come potremo organizzarci”. “Io star¨° dietro a lei, la mia partenza ¨¨ legata alla sua. Saremo sempre con Sofia, io e un fisioterapista della Federazione. Ci proviamo”.
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