Svindal, il re della Saslong: “Paris ¨¨ il modello del discesista, ma per la Coppa ¨¨ dura”
Sette volte re. Nessuno mai come Aksel Lund Svindal ¨¨ riuscito a domare le onde della Saslong, a volare sui salti, a trovare la via giusta per essere il pi¨´ veloce sui piani. Il norvegese che ha conquistato 5 superG e 2 discese in Val Gardena ha detto basta alla fine della scorsa stagione.
Che cosa ¨¨ la Saslong per lei?
“Una pista dinamica: mi sono sempre piaciute le onde e i dossi lungo il tracciato, la neve ¨¨ la pi¨´ sciabile di tutto il circuito di Coppa del Mondo. Per me ¨¨ un mix di dinamismo e di feeling con la neve”.
Il ricordo pi¨´ bello?
"Diversi. Quando ho sfondato in Coppa: qui ho raccolto i miei primi punti col 6¡ã posto in superG del 2002. Poi nel 2016 fui 2¡ã con un ginocchio a pezzi. E il mio ultimo successo, un anno fa: ho buoni ricordi dall’inizio alla fine della mia carriera”.
Quali sono i punti chiave?
“Nella discesa quando superi la partenza del superG e arrivi al Sochers devi atterrare dal salto perfettamente, prendere il massimo della velocit¨¤ prima di arrivare ai Cammelli: c’¨¨ il piano, devi sciare bene, prendere bene le onde, portare la velocit¨¤”.
Come si vince qui?
“Per vincere sulla Saslong devi essere un discesista completo: devi essere scorrevole, essere bravo nei salti, anche nelle curve, ma la scorrevolezza ¨¨ la dote che aiuta di pi¨´. Non solo nei piani, per esempio la prima parte di Beaver ¨¨ pi¨´ piatta, o la parte bassa di Lake Louise. Qui devi essere veloce nel movimento, perch¨¦ ci sono tanti dossi, tanti salti, devi portarti dietro la velocit¨¤ anche in queste parti. Cos¨¬ vinci”.
La prima stagione senza sci ¨¨ dura?
“La sto vivendo bene. Sono un tifoso, non mi perdo una gara. Sono tornato gi¨¤ a sciare, solo tre giorni perch¨¦ sono stato impegnato, ma in queste vacanze ho in programma di sciare un sacco. Mi manca la Coppa”.
Com’¨¨ la sua vita ora?
“Molto molto impegnata, pi¨´ di prima. Da sciatore dedicavo il 90% del tempo allo sci, il 10% al resto. Ora ¨¨ tutto accelerato, sto lavorando su tanti progetti: un’azienda di tecnologia, un hotel che aprir¨¤ oggi, lavoro per l’azienda di abbigliamento che ho fondato. Ma continuer¨° a guardare un sacco di gare”.
Chi vede come suo erede?
“Credo possa diventarlo Kilde. Commette ancora errori ma ¨¨ giovane e sta migliorando. Penso che in questa stagione far¨¤ ancora meglio, penso possa vincere diverse gare”.
Un giudizio su Paris?
“Quello che mi colpisce di pi¨´ di Dominik ¨¨ l’approccio, come scia. Un discesista della vecchia scuola, senza paura, robusto, forte e solido”.
Dieci anni fa ha vinto la sua prima Coppa, ¨¨ ancora possibile per un velocista riuscire nell’impresa. Paris ce la potrebbe fare?
“Penso che sia difficile per Dominik vincere la Coppa, in generale lo ¨¨ per i velocisti per come ¨¨ organizzato ora il calendario: 21 prove tra slalom e gigante, 18 tra superG e discesa, pi¨´ 3 combinate e 2 slalom. Ci sono diversi atleti molto forti nelle discipline tecniche, come Kristoffersen e Pinturault, e soprattutto non ci sono finestre nel calendario per recuperare le gare cancellate: capita pi¨´ spesso che ci siano problemi di vento o nebbia in superG e discesa chiaramente. A fine stagione fa la differenza”.
Chi vede come successore di Hirscher?
“Hirscher e Stenmark sono gli sciatori pi¨´ impressionanti e pi¨´ vincenti che abbia mia visto. Molto difficile per me dare un giudizio. Credo per¨° che passer¨¤ del tempo prima che qualcuno replichi le imprese di Hirscher, mancher¨¤ sicuramente alla Coppa e sar¨¤ quasi impossibile per chiunque seguire le sue orme”.
Pi¨´ paralleli, pi¨´ concessioni allo spettacolo. La Coppa sta provando a cambiare qualcosa, che ne pensa?
“Il formato del parallelo ¨¨ divertente e attira pubblico, ma credo che siano le grandi classiche il vero punto di forza della Coppa, come le discese di questo periodo in Gardena, a Kitzbuhel o lo slalom in Alta Badia o a Schladming. Dobbiamo curarle al massimo e metterle in evidenza”.
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