Alle 12.30 la mitica discesa del Lauberhorn. L’altoatesino viene dai trionfi di Bormio, ma sulla pista svizzera non ¨¨ mai salito sul podio. Gioved¨¬ per la prima volta ¨¨ stato il pi¨´ veloce in prova: "Non avevo mai fatto cos¨¬ bene la Kernen-S, dove da ragazzo ero caduto"
Per Dominik Paris la discesa di Wengen ¨¨ una chimera. La ama, ma non ¨¨ mai riuscito a venire veramente a capo di quella mitica picchiata lunga quasi quattro chilometri e mezzo, che parte sotto all’Eiger, alterna picchiate e stradine, salti e curvoni, passa sotto un ponte ferroviario, transita per luoghi che hanno fatto la storia dello sport come l’Hundschopf e la Kernen-S e finisce dopo due minuti e mezzo. L’anno scorso era stato ottavo, nel 2016 quarto, gli altri sono tutti piazzamenti oltre i migliori dieci. Gioved¨¬, per¨°, ¨¨ successo qualcosa di inedito. Nella seconda prova, fatta partire dallo start della combinata, il 29enne della Val d’Ultimo ¨¨ stato il pi¨´ veloce. “Wengen o non Wengen, credo sia la prima volta nella mia carriera in coppa del Mondo che finisco al primo posto un test che precede una discesa — racconta Paris, noto per non tirare mai al massimo nei giorni che precedono la gara —. Questa volta ho preso bene la Kernen-S, sono riuscito a portare tanta velocit¨¤ fuori da quella serpentina e credo che questo abbia fatto la differenza”.
Come ci ¨¨ riuscito?
“Ho provato a fare bene tutte le linee. In passato alternavo tratti veloci ad altri in cui perdevo tempo. In quella prova sono riuscito ad avere pi¨´ slancio”.
La Kernen-S ¨¨ uno dei due passaggi sui quali ha sempre faticato.
“S¨¬. Nelle ultime edizioni sono migliorato, ma non mi era mai capitato di farla bene come ¨¨ successo gioved¨¬ in prova”.
? vero che l¨¬ da ragazzo cadde?
“S¨¬, in uscita dalla chicane ero andato lungo ed ero finito contro i materassoni”.
Quanto ha influenzato le sue prestazioni a Wengen nelle edizioni successive?
“Nei primi due anni ho faticato. In seguito ¨¨ successo di tutto: una volta gli sci sbattevano, un’altra il fondo era molle, ogni volta le condizioni erano diverse e non sono mai riuscito a prendere le misure. L’anno scorso invece l’ho fatta bene e questa cosa mi ha dato fiducia”.
C’¨¨ un altro passaggio che non ha mai gradito molto.
“S¨¬, prima dell’Hundschopf, l¨¬ si pu¨° guadagnare tempo prezioso. Spero di riuscire a farlo in gara”.
Ha saltato la discesa della combinata, vista l’uscita nello slalom della mattina. Non ¨¨ stata un’occasione in pi¨´ buttata via?
“Sapevo che avrei dovuto rischiare tutto per salire sul podio della combinata. Noi velocisti potevamo essere avvantaggiati, ma bisognava stare sotto i due secondi di distacco. Ero veloce, ma le gambe non lo sono state abbastanza e cos¨¬ ho inforcato. Il fatto di non aver fatto la discesa per¨° non ¨¨ un problema, resto sulle buone sensazioni di gioved¨¬”.
Le previsioni meteo per la gara sono buone. ? un vantaggio per lei il partire dallo start ufficiale?
“Noi discesisti siamo sempre contenti se possiamo fare la gara completa, quelle ridotte non ci piacciono. Per me personalmente dipende: pi¨´ lunga ¨¨ la pista, pi¨´ possibilit¨¤ ci sono di sbagliare, ma anche di fare meglio degli altri”.
Quanto vale Wengen? Ha lo stesso valore della Streif di Kitzbuehel?
“? una classica, c’¨¨ da sempre. Kitzbuehel ¨¨ una cosa diversa, diciamo che a modo loro contano entrambe”.
Vale un Mondiale?
“Non si pu¨° dire cosa valga di pi¨´. Diciamo che vale sempre vincere. A me interessa ogni gara”.
Si sente al cento per cento?
“S¨¬. In queste settimane mi sono allenato sulla neve e a secco, credo di essermi preparato come si deve. Mi sento bene, spero basti”.
Quanto sente l’influsso della doppia vittoria di Bormio?
“Vincere d¨¤ pi¨´ fiducia. La Stelvio in particolare ¨¨ importante perch¨¦ ti d¨¤ una risposta sul fisico. Se vinci l¨¬ vuol dire che sei messo bene, perch¨¦ quella pista ¨¨ davvero tosta”.
Chi ha interpretato meglio la discesa di Wengen, secondo lei?
“Beat Feuz, che infatti l’ha vinta due volte. Ma anche Reichelt”.
Simone Battaggia
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