Dopo gli ori olimpici e la paternit¨¤, l’austriaco a caccia del terzo successo a Madonna di Campiglio si racconta: “Non ho mai desiderato essere altro che me stesso”
Marcel Hirscher, 29 anni. Afp
Un ragazzo normale, di 29 anni. Senza altezze da super uomo (¨¨ poco pi¨´ di 1.73), senza comportamenti o dichiarazioni da superstar. Eppure Marcel Hirscher domina lo sci da otto anni, ha vinto in tutte le discipline tranne la discesa, ¨¨ il padrone indiscusso di slalom e gigante. Ha resistito e risposto agli attacchi dei pi¨´ giovani Alexis Pinturault e Henrik Kristoffersen, basta guardare la sua espressione al cancelletto (occhi spiritati, ghigno feroce) per capire che no, non ¨¨ finita qui.
Marcel, le mancava solo l’oro olimpico per completare la collezione di vittorie prestigiose, a PyeongChang ne sono arrivati addirittura due. ? stata la chiusura del cerchio?
“Difficile realizzare quello che ho fatto, perch¨¦ in realt¨¤ me l’aspettavo gi¨¤ ai Giochi di Sochi 2014 e quella medaglia non era arrivata. Per questo ¨¨ stata una cosa da pazzi quando il mio sogno si ¨¨ finalmente realizzato”.
Sessantadue vittorie in coppa del Mondo, qual ¨¨ il podio delle sue preferite?
“Metto al primo posto quelle conquistate in Austria. Dalle mie parti sono abbastanza fissati con lo sci, per questo ¨¨ bello gareggiare in casa. Poi ci metto le vittorie in Italia e in Francia”.
Molte delle sue vittorie sono state conquistate in Italia, due delle quali proprio nello slalom di Madonna di Campiglio, nel 2012 e nel 2017. Addirittura sei di fila nel gigante dell’Alta Badia. Ha contato per lei superare il primato di Alberto Tomba?
“Non era un record che avevo pianificato, non voglio sembrare presuntuoso, ma nella mia carriera non ho mai pensato a superare qualche campione del passato. Il mio stile ¨¨ pi¨´ di pensare a manche dopo manche, gara dopo gara, mai pi¨´ in l¨¤, sono sempre stato cos¨¬. A parte questo, sono orgoglioso di leggere il mio nome accanto a quello di Alberto Tomba”.
Com’¨¨ la vita quotidiana di Marcel Hirscher in un paese che ¨¨ pazzo per lo sci alpino come l’Austria?
“La cosa pi¨´ bella ¨¨ che vivo nel paesino dove sono nato, dove mi conoscono tutti e da sempre. A loro non importa se sono uno sciatore di successo o meno. Al di l¨¤ di questo confine qualche volta gestire la popolarit¨¤ ¨¨ complicato. Uscire a cena e restare tranquillo ¨¨ praticamente impossibile, non mi lasciano mai in pace”.
La sua prima vittoria ormai ha 9 anni, nel gigante di Val d’Isere del 2009. Lavoro, talento, forza mentale: come si diventa Hirscher?
“Non ho mai voluto essere altro che me stesso, vorrei mai essere nessun altro. Il segreto per raggiungere i proprio obiettivi ¨¨ molto semplice e banale: lavorare duramente, avere pazienza, pensare in grande e non arrendersi al primo ostacolo”.
Le sue ultime due stagioni hanno avuto un avvio diverso dal solito: l’anno scorso per l’infortunio a una caviglia, quest’anno perch¨¦ ¨¨ diventato pap¨¤. Che cosa ¨¨ cambiato nella preparazione sulla neve e in palestra?
“Ho cambiato completamente le mie priorit¨¤. Dalla mia parte c’¨¨ l’esperienza che mi sono costruito in tutti questi anni. Mi aiuta molto nel capire come e quanto ho bisogno di allenarmi in pista”.
Quello che stiamo vedendo ¨¨ il miglior Hirscher di sempre?
“S¨¬, il migliore di sempre. Almeno credo”.
Dopo tutto quello che ha vinto, negli ultimi anni, che obiettivi pu¨° avere ancora?
“Niente di che, fare curve veloci ¨¨ da sempre il mio obiettivo, da atleta. Ma ci sono molte altre cose nel privato a cui punto”.
Ha ripetuto spesso che numeri e record li guarder¨¤ a fine carrier. Ma gli 86 trionfi di Stenmark non sono pi¨´ cos¨¬ lontani…
“Eh no, il suo record ¨¨ ancora troppo lontano. E ho bisogno di pensare a obiettivi pi¨´ vicini. Magari il record di Stenmark sar¨¤ battuto da Lindsey Vonn per esempio, ma io davvero non lo sto considerando”.
? uno degli sciatori pi¨´ studiati e analizzati, lei chi guarda dei suoi avversari?
“Certo, anch’io studio i video degli altri, di tutti quelli che vanno forte, ¨¨ una parte dell’allenamento. Ma la maggior parte del tempo io lavoro e studio le mie curve. E il video della seconda manche del gigante di Alta Badia sar¨¤ tra quelli che guarder¨° di pi¨´”.
Suo padre, un allenatore e un fisioterapista: quanto ¨¨ stato importante il suo team personale nei suoi successi?
“Senza di loro niente di quello che ho raggiunto sarebbe stato possibile. Ma se devo essere onesto intorno ho altre persone che fanno si che mi debba preoccupare soltanto di sciare pi¨´ velocemente possibile”.
Dopo l’infortunio, molto simile al suo alla vigilia della scorsa stagione, Sofia Goggia l’ha chiamata per chiederle consigli.
“Ogni infortunio ¨¨ diverso, perch¨¦ non siamo tutti uguali. Ma di certo ¨¨ una buona cosa dare consigli da persone che hanno sofferto qualcosa di simile. L’ho fatto con piacere”.
Tra i giovani italiani si sta facendo luce Alex Vinatzer, in un momento in cui gli azzurri faticano molto in slalom e gigante. Ha qualche suggerimento per emergere?
“Onestamente non ho tempo per seguire i giovani e i loro progressi, ma conosco Alex e so che pu¨° arrivare tra i grandi. Ma non mettetegli pressione, trover¨¤ la sua strada”.
Marisa Poli
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