De Zolt: "Ci chiamavano spaghetti e maccheroni. Dopo...". Il 22 febbraio 1994 Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner vinsero l'oro olimpico nella staffetta con una volata entrata nella storia. Domani la celebrazione a Borgata Cima Sappada
Una delle 10 imprese dello sport azzurro di tutti i tempi: c'¨¨ anche lo slogan per il trentesimo anniversario del trionfo olimpico della staffetta maschile di fondo. A Lillehammer, in casa dei padroni del fondo. Un quartetto di moschettieri veri che il 22 febbraio 1994 ha ammutolito un Paese, la Norvegia, e sbalordito il mondo degli sci stretti. Un momento storico che Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner celebreranno e ricorderanno alle cinque della sera di gioved¨¬ 22 febbraio in Borgata Cima Sappada, nel bellunese.
era un marted¨¬
¡ª ?Successe di marted¨¬. C'erano -18 gradi, c'erano 200.000 persone e un re (Harald V) accorse a Lillehammer, bomboniera di cristallo, nei cui boschi l'epica dei vichinghi avrebbe vissuto una pagina davvero sorprendente, inattesa, impensabile. C'era la leggenda, la mitologia del nord con i suoi eroi sugli sci della fatica. Il popolo si riversava a bordo pista per assistere ad un trionfo dei Norge annunciato. Sture Sivertsen, Vegard Ullvang, Thomas Alsgaard e Bj?rn Daehlie. Chi avrebbe immaginato una sconfitta di quegli eroi infallibili? Erano gli dei del fondo, i dominatori. Il mitico Birkebeineren Skistadion, pavesato di bandiere rosse e blu di Norvegia. faceva crescere di minuto in minuto l'attesa per un titolo annunciato, il solo titolo che un popolo che vive di fondo, non voleva e non poteva perdere.
il racconto di de zolt
¡ª ?Di quella impresa parliamo con Maurizio, il Grillo del fondo, il grande vecchio. "Quella giornata a Lillehammer - ricora De Zolt - fu la pi¨´ bella: era la pi¨´ attesa in Norvegia. La staffetta ¨¨ sempre stata la gara pi¨´ classica nel fondo, la gara delle gare. Fu un momento storico per noi italiani, all'inizio ci chiamavano spaghetti e maccheroni, dopo quella vittoria i norvegesi hanno fatto il tifo per noi. Sono diventato molto amato anche gli svedesi. Prima della partenza dovevo essere io l'ultimo frazionista e il primo doveva essere Fauner, ma abbiamo rischiato. Ho detto ai ragazzi: "Piuttosto meglio non vincere niente ma puntiamo tutto sullo sprint e Fauner era l'unico che poteva battere Daehlie. And¨° cos¨¬. Rischiamo, dissi agli altri, se va bene ce la giochiamo, altrimenti... ? andato tutto bene, tutto il pubblico ammutolito, gli unici felici e contenti eravamo noi. Fu una grande giornata, facemmo una bella festa, i norvegesi hanno abbassato la testa e ci hanno fatto i complimenti. Io all'inizio non riuscivo ad emergere non ¨¨ facile battere quelli dello sport nazionale. Io ho trovato il pi¨´ forte Silversten, ma Sissio ha dovuto battere il loro mito".
epoche diverse
¡ª ?L'Italia ha poi bissarto quel titolo nel 2006 a Pragelato, poi nient'altro in staffetta. La speranza ¨¨ che il gruppo guidato da Federico Pellegirno possa farci rivivere una giornata come quelle dei precedenti ori. Riprende il Grillo "Il fondo era molto pi¨´ sentito, una volta il biathlon era lo sport povero del fondo, ora i ragazzi scelgono il biathlon perch¨¨ ¨¨ pi¨´ divertente". De Zolt ora fa il nonno, ¨¨ un vigile del fuoco in pensione con la minima (non ¨¨ stato promosso come si fa spesso oggi per meriti sportivi), ogni tanto fa sci alpinismo con Mauro Corona, Giorgio Vanzetta e Giuseppe Pulieri, e si accinge a festeggiare il trentennale con i compagni del 1994. Con i solidi quel premio per l'oro si ¨¨ comprato una casa. "Non mi lamento di niente, vincere l'oro fu il massimo. Ho girato il mondo, ¨¨ stata una grande soddisfazione portare il fondo del dopo Nones a vincere tanto. Meglio di cos¨¬ non poteva andare. Non ho rimpianti, la vita devi prenderla come viene, la mia fortuna ¨¨ stata di aver potuto passare in nazionale belle giornate".
che gara
¡ª ?Quando partiva Ulvang in seconda frazione sempre a tecnica classica, il dominatore di Albertville 1992, sembrava che volesse fare subito il vuoto. Ma un ostinato Marco Albarello gli teneva il passo e sembrava non volesse mollare di un metro. Recuperava, teneva, inseguiva Alba, per tenere l'Italia attaccata ai favoriti. Ma all'oro nessuna poteva ancora pensare. Vanzetta, in terza frazione a skating, soffriva ma non lasciava andare Thomas Alsgaard, altro fenomeno: i due transitavano infatti appaiati. Restavano gli ultimi dieci chilometri e la staffetta era ormai un insolito Norvegia-Italia. Daehlie era superiore, ma Fauner, sappadino di 25 anni ne aveva, iniziava a capire che quella giornata era destinata a diventare qualcosa di indimenticabile. Un giorno da uomini veri, duri. De Zolt cominciava a sbilanciarsi: ¡°Se Fauner arriva con Daehlie, vince¡±. E sar¨¤ cos¨¬. Uno sprint mozzafiato, una volata lunga 400 metri, con Sissio in progressione irresistibile, capace di sbancare e zittire 200.000 persone. Dal boato al silenzio in un istante. ¡°Il momento pi¨´ emozionante dopo la nascita di mio figlio ¨¨ stato quando ho abbracciato il mio amico Silvio appena ha tagliato la linea d¡¯arrivo e siamo stati sovrastati dalle urla dei tifosi italiani presenti - afferma Albarello -. Un tifo assoluto che ha coinvolto 200.000 tifosi norvegesi, all¡¯inizio in silenzio , per poi ¡°capire¡° l¡¯impresa applaudendoci da grandi sportivi quelli che essi sono". Per Vanzetta fu "il massimo, una giornata da sogno, con una una bellissima, meglio di cos¨¬ non si poteva chiedere: ci saremmo accontentati del podio ed invece ¨¨ come Italia-Germania 4-3 nel calcio o come aver vinto al Maracan¨¤ contro il Brasile. Mi tengo stretto questo oro perch¨¨ mi manca la medaglia individuale". Riprende De Zolt, per tutti Grillo: "E' andato tutto bene e noi eravamo gli unici felici e contenti, ¨¨ stata una grande giornata, una bella festa, i norvegesi hanno abbassato la testa e all'arrivo ci hanno fatto i complimenti. Noi abbiamo ammutolito tutto il pubblico". Fauner ¨¨ stato il fondista di mezzo, il collante tra il pionierismo e il futurismo: "? stata la dimostrazione per il fondo italiano e del sud europeo che non si trattava pi¨´ di una disciplina appannaggio dei soli paesi scandinavi e dell'ex unione sovietica. La nostra vittoria ha segnato anche l'inizio di un'escalation di risultati positivi ottenuti poi anche da Germania, Francia e Svizzera. Per me, quella vittoria, ¨¨ stato sicuramente il coronamento di un sogno che mi ha accompagnato fin da piccolo e poi l'impagabile gioia di vincere quella medaglia con il mito della mia infanzia".
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