Italia k.o. e ultima
La Scozia passa 21-8

A Murrayfield nessun'impresa: dopo la meta di Masi, gli azzurri sbagliano troppo e si fanno rimontare. Mirco Bergamasco centra i pali una volta su tre, problemi in mischia e touche. Dall'altra parte Paterson decisivo

• Ascolta
• Mail
• Stampa
• commenti
• OKNotizie
• 
• badzu
• Condividi su MySpace!
• Facebook
• 
• Tweet

La meta di Masi all'11' che ha illuso l'Italia. Ap

EDIMBURGO (Sco), 19 marzo 2011 - Un tempo di speranza, un secondo di sofferenza. In Scozia, per 40’ l’Italia sogna la seconda vittoria di fila nel Sei Nazioni, torna negli spogliatoi in vantaggio (6-8) e nonostante le touche perse, sembra averne di più; nella ripresa invece si sfalda, in difesa perde quella solidità così importante per il trionfo con la Francia, e fatica a tenere il possesso quando le fasi di gioco si accumulano. E così una Scozia non trascendentale, ma sveglia e più pragmatica, vince 21-8 la prima partita del Torneo e spegne l’entusiasmo dei 5000 italiani arrivati a Edimburgo.

INIZIO POSITIVO — Le prime folate sono scozzesi, e Paterson capitalizza subito il primo dei calci (saranno 6 nel primo tempo) concessi dall’Italia nel gioco a terra. Preoccupa di più la touche: in un quarto d’ora, i primi 4 lanci di Ghiraldini sono tutti rubati a inizio schieramento dal biondo Gray e compagni. Le munizioni ci sono comunque, grazie a una solida presenza nel gioco a terra, e con la palla gli azzurri sono finalmente pericolosi. Splendida, all’11', la meta di Masi: dopo una percussione di Zanni, Burton apre per Canale, che trova all’esterno l’inserimento dell’estremo azzurro, perfetto nella linea di corsa che taglia la difesa scozzese. Mirco Bergamasco, che aveva già sbagliato un calcio, prende il palo nella trasformazione. Al 15’ , sulla quarta touche azzurra persa, Ansbro buca e gli azzurri devono fare trincea per evitare la meta, ma non possono non concedere il calcio del 5-6. L’Italia resta vivace, al 31’ un’altra percussione di Masi costringe la Scozia al fallo, per il calcio che riporta gli azzurri in vantaggio. L’estremo azzurro però deve uscire per infortunio, ed è una perdita pesante. Ma il raro errore dalla piazzola di Paterson ("tenuto" di Geldenhuys) allo scadere, sembra un segno del destino: 6-8.

IL CEDIMENTO — E invece a inizio ripresa il gioco dell’Italia inizia a mostrare le prime crepe. La touche torna a zoppicare, ma soprattutto non si riesce a mantenere il possesso con continuità. La squadra avanza, ma c’è sempre un pasticcio a restituire la palla agli scozzesi. Come al 6’, quando un errore di trasmissione in attacco tra Sgarbi e Canale concede una palla di recupero a Lamont, che la porta al piede fino a 5 metri dalla meta azzurra. Il tuffo in recupero di Ghiraldini è provvidenziale, ma dopo la mischia ai 5 l’attacco al largo vede De Luca sfondare sulla bandierina. Al 15’ il bis, ancora su un attacco al largo, con Walker che dentro i 22 metri trova il varco tra Derbyshire, McLean e Ghiraldini. L’Italia non perde coraggio, torna spesso in attacco, ma Strokosch e la mischia scozzese (allenata dall'italiano Cuttitta) rendono impossibile la vita agli azzurri nel gioco a terra. E così la partita passa inesorabilmente dalla parte del Cardo, che allunga ancora con Paterson (21-8 al 27’ ) e resiste agli ultimi assalti azzurri: al 34’ il servizio di Orquera su Canavosio è vanificato da un'ostruzione di Del Fava, e anche al 38’, quando McLean trova il buco lungo l’out, non si accorge di avere il sostegno interno e mira alla bandierina, ma Paterson in extremis riesce a placcarlo e trascinarlo fuori campo. La Scozia chiude il Torneo con un sorriso, l’Italia fallisce ancora l’esame di maturità.

read this article in English