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Ecco Chabal il vichingo
Tutto casa e palla ovale
Forse è il rugbista più famoso del mondo, eppure con la Francia che domenica aspetta gli azzurri gioca solo se i compagni stanno male. "È un tipo tranquillo" racconta Festuccia. "Un professionista esemplare diventato anche un personaggio" chiude Lo Cicero
MILANO, 11 marzo 2010 - Facile giocare con il suo cognome: un uomo chiamato Chabal, febbre da Chabal, Chabal al galoppo. Meno facile giocare contro di lui perché, a guardarlo, le ha tutte: è grande, grosso e cattivo, è un barbaro, un unno, un vichingo, è un cavernicolo, è l’orco. Sébastien Chabal è forse il rugbista più famoso del mondo, eppure al Sei Nazioni gioca solo se i suoi compagni stanno male. Mai. Quei capelli al vento, quella barba da talebano, quegli occhi truci, quel naso forestale. Un’altezza - 1,92 - che gli permette di guardare dall’alto in basso. Un peso - 110 chili - che gli garantisce una sorta di immunità fisica. Soprattutto un modo di giocare spettacolare, muscolare, ortopedico, che eccita, entusiasma ed esalta il pubblico, a prescindere dalla squadra. Perché Chabal appartiene al rugby, dunque a tutti.
- Lo sguardo pronfondo sul viso distrutto di Chabal. Afp
"UN TIPO TRANQUILLO" — Trentun anni, seconda linea e anche terza centro, nato a Valence, Francia, cresciuto nel Bourgoin, emigrato in Inghilterra nel Sale, tornato a casa nel Racing di Parigi, dove condivide la maglia con il clan degli azzurri, da Andrea Masi a Santiago Dellapè, da Andrea Lo Cicero a Carlo Festuccia. "Un tipo tranquillo - racconta Festuccia - che si fa gli affari suoi. Poche parole, molti fatti. Perché tanto è riservato nello spogliatoio, tanto è generoso in campo". "Chabal è un professionista esemplare - sostiene il "Barone" Lo Cicero -. Non so ancora se lo ha fatto coscientemente o gli è venuto così, ma ha ideato e perfezionato un aspetto che lo ha reso personaggio. E su questo si è creato una fama, giustificata da un grande impatto agonistico".
FASCINO GIAPPONESE — Chi lo conosce bene, giura che Chabal sia il classico gigante buono: feroce sul campo, negli sfondamenti e nei placcaggi, e invece dolcissimo a casa, con la compagna e i due figli; rude e duro con i giornalisti, e invece cordiale e allegrone con gli amici. Ama le macchine, "ma giro su una Smart". Vorrebbe guidare una Formula 1, "ma non riesco neanche a entrarci dentro". E se anche ci riuscisse, "chissà che danni farei con il mio 49 di piede". Non crediate che sia uno sprovveduto. Prima che cominciasse la Coppa del mondo 2007, Chabal aveva già previsto tutto: il match più duro quello iniziale tra Francia e Argentina ("Darà il tono a tutto il torneo", e infatti i Pumas hanno battuto i Bleus, e poi li hanno ribattuti per la finale del terzo posto), la squadra da battere il Sudafrica (che infatti ha vinto). Finito il contratto con il Racing, "potrei anche andare in Giappone, mi avevano già chiesto di giocare là". Perché a uno Chabal, capace di trasformare ogni partita in una guerra del fuoco, è impossibile dire di no.
Marco Pastonesi© RIPRODUZIONE RISERVATAPer saperne di più
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