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L'Italia continua a deludere
Solo 1-1 con la Nuova Zelanda
Gli azzurri rischiano anche con i Kiwi, subito in vantaggio con un gol in fuorigioco di Smeltz. Rimedia Iaquinta su rigore, concesso per una trattenuta su De Rossi. Poi solo attacchi sterili. Inutili i cambi di Lippi
NELSPRUIT (Sudafrica), 20 giugno 2010 - L’Italia fa ancora 1-1. Ma stavolta non ci sono dubbi: il bicchiere è mezzo vuoto dopo il pari con la Nuova Zelanda. A Smeltz replica Iaquinta su rigore, ma non è abbastanza. Nè per battere gli All Whites, colossi atletici, ma modesti pedatori, nè per aprirci la strada verso gli ottavi. Il Paraguay ora ci guarda dall’alto, con due punti di vantaggio nel gruppo F, e battere la Slovacchia, pienamente in corsa, diventa un probabile obbligo per essere certi di passare il turno, e comunque non ci garantirebbe per niente il primo posto nel girone, che significa evitare l’Olanda. Ma sono pensieri che ora non ci possiamo neanche permettere di avere, costretti a concentrarci sull’immediato, che significa la sfida del 24 giugno ad Hamsik e compagni a Johannesburg. Servirà un’Italia migliore. Meno arruffona di questa, generosa ma inconcludente, che ha attaccato tanto, ma creato poco. E serviranno attaccanti più ispirati rispetto ai primi 180’ di Sudafrica 2010, nei quali il reparto avanzato è stato il nostro punto debole. Stavolta De Rossi, dopo il gol al Paraguay, ha evitato guai peggiori ottenendo un rigore, ma serve più concretezza, dalle punte.
INIZIO SHOCK — Si parte, con l’Italia che risponde ai muscoli avversari con i muscoli nostrani. A quelli del tridente d’attacco dei palestrati All Whites replicano Gilardino e Iaquinta. Di Natale è seduto in panchina, e con lui la fantasia. Al 7’ la Nuova Zelanda passa in vantaggio. Punizione di Elliott, palla sfiorata da Reid (e nel caso di tocco, che le immagini tv paiono mostrare, sarebbe fuorigioco), Cannavaro - che festeggia male le 17 presenze mondiali, come Zoff - controlla male in area e la sua deviazione di coscia diventa un assist per Smeltz, che a un metro da Marchetti mette dentro il comodo 1-0. Da stropicciarsi gli occhi, ma non è un incubo: siamo sotto. E la partita non si mette per niente bene, nonostante l’immediata reazione azzurra: la Nuova Zelanda lancia lungo per i suoi colossi, gli azzurri subiscono fisicamente, anche perchè gli avversari si aiutano con gomiti affilati. E l’Italia fa l’errore di replicare con la stessa moneta: lanci lunghi, che vedono Gilardino anticipato dai centrali di Herbert, che pure non sono dei fulmini.
REAZIONE ITALIA — Ma non può finire così, e infatti gli azzurri con il passare dei minuti trovano, almeno parzialmente, i rimedi tattici. Lippi si sbraccia, Montolivo fa il playmaker, distributore di palloni. Un suo bel destro finisce sul palo, e lui con le mani tra i capelli. L’Italia spinge sulla destra con Zambrotta, pericoloso al tiro, Chiellini si mangia un’occasione in mischia e subisce l’ennesima gomitata di Fallon, già ammonito. Niente secondo giallo, l’arbitro Batres lo grazia. E poi al 28’ assegna un rigore ai campioni del mondo. Smith trattiene in area De Rossi su cross di Chiellini. Trattenuta lieve, per il direttore di gara è penalty. Dal dischetto Iaquinta spiazza Paston. 1-1. E il festeggiamento azzurro è formato vuvuzela. L’Italia finisce all’arrembaggio, sollevata dal sollievo del pari, ma all’intervallo si va sul pareggio.
- Festa azzurra dopo il gol di Iaquinta. Ansa
LIPPI CAMBIA: AVANTI TUTTI — Fuori Gilardino, sottotono, dentro Di Natale. Fuori Pepe, dentro Camoranesi. In un 4-3-3 con Camoranesi alto che modifica il 4-4-2 del fischio d’inizio. Ma l’Italia di inizio ripresa è confusionaria più di quella andata al riposo. E allora Lippi osa ancor di più, con una mossa quasi disperata: dentro Pazzini, per Marchisio. Ora in campo ci sono Iaquinta, il Pazzo, Di Natale, più centrocampisti offensivi come Camoranesi e Montolivo.
ARREMBAGGIO E TERRORE — Vicelich con un tiraccio della domenica, ed è appunto giornata, fa venire i brividi a Marchetti, palla a lato. E tanta paura. L’Italia attacca a testa bassa, ma fatica tanto, troppo. Montolivo ci riprova, Paston è bravo e respinge. E la palla gol più clamorosa - ed è tutto dire - ce l’ha la Nuova Zelanda nel finale: il sinistro di Wood passa di fianco alle mani protese in tuffo di Marchetti, appena largo. Sarebbe stata una beffa, però questo 1-1 è comunque un passo indietro. Italia, così non va.
Dal nostro inviatoRiccardo Pratesi© RIPRODUZIONE RISERVATA
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