Messi sfida la super Germania
Maradona: "Siamo meglio noi"

La partita tra i tedeschi e l'Argentina è il piatto forte, insieme con Brasile-Olanda, dei quarti di finale. In campo tradizione, titoli e campioni veri. Il c.t. della Seleccion: "Sono tranquillo, i nostri piedi sono migliori dei loro"

: Diego Maradona, 49 anni, accanto a Leo Messi, 23. Afp

PRETORIA (Sudafrica), 1 luglio 2010 - Argentina-Germania è, con Olanda-Brasile, una delle due sfide da leccarsi i baffi proposte dai quarti di finale del Mondiale sudafricano. A Cape Town, il 3 luglio, alle 16, scenderanno in campo 5 titoli mondiali: tre vantati dagli europei, due dai sudamericani. L’ultima sfida a questo livello è stata di quelle che non si scordano facilmente: a Germania 2006 vinsero i padroni di casa ai rigori, guarda un po’ proprio nei quarti, guarda un po’ dopo che la Seleccion aveva battuto il Messico, come adesso. Maradona farà gli scongiuri: la sua squadra scende comunque in campo con i favori del pronostico, e comunque nei precedenti assoluti è avanti proprio l’albiceleste, 8-5.

COME PREPARANO LA SFIDA — Ieri si sono allenate nella stessa città, Pretoria, più o meno alla stessa ora, dalle 16.30 la Germania, dalle 17 l’Argentina, persino entrambe con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia annunciata. Argentina-Germania ha una genesi simile per le due contendenti, ma un approccio differente. A casa Argentina la fa da padrone Maradona, con le sue urla, il suo gesticolare, le trovate a sorpresa. Il volume della seduta lo alza e abbassa il c.t., almeno quanto le invenzioni di Messi o i gol di Higuain. A casa Germania impera il basso profilo e si respira fiducia, ma anche tanta tranquillità. Quella che trasmette Loew, quella dei veterani di mille battaglie come Lahm e Klose, che mitigano e indirizzano la spensieratezza di Muller e Ozil.

: Thomas Muller, decisivo con l'Inghilterra, con Arne Friedrich. Afp

LE CHIAVI DELLA SFIDA — L’Argentina ha un attacco pazzesco. Higuain è il capocannoniere del torneo, con 4 centri. Tevez è salito in cattedra contro il Messico, segnando una doppietta. Messi è sempre Messi, anche se proprio non riesce a rompere il ghiaccio con il gol, in questo Mondiale. Il centrocampo è solido, con il playmaker Mascherano che non avrà idee copernicane, o anche solo i lanci di Veron, ma è solido come una roccia. Al suo fianco il neoacquisto del Real Madrid Di Maria, e Maxi Rodriguez. La difesa non sembra dello stesso livello degli altri reparti: gli esterni non spingono più di tanto, e i centrali, Burdisso e Demichelis, non c’è pericolo che vengano scambiati per Lucio e Juan. La variabile potrebbe essere il ritorno di Samuel. Poi c’è da considerare il fattore Diego. Maradona finora ha regalato ai suoi ragazzi, con il suo carisma, un valore aggiunto innegabile. L’ultima uscita è questa: "Abbiamo piedi migliori dei loro, per sabato sono tranquillo". La Germania è giovane e frizzante. Alle gambe forti aggiunge la mente sgombra, perchè nessuno le chiede la luna, lei che pure ai Mondiali è sempre un cliente scomodo per tutti. La difesa ha retto meglio di come ci si potesse aspettare, con Friedrich affidabile da centrale e il capitano Lahm che è il solito trenino che fa la tratta Nord-Sud sulla fascia destra. L’altra corsia invece sembra infestata dalle sabbie mobili: ci affondano tutti quelli provati terzino sinistro da Loew. A centrocampo svettano la classe di Ozil, piedi buoni ed eleganza, e la duttilità cinque stelle di Muller, l’altroieri dilettante, ora punto di forza della sua nazionale, dal gol facilissimo. Davanti, poi, c’è il solito Klose, che non aveva qualità da fenomeno nemmeno quando era all’apice della carriera, però ai Mondiali sembra sempre tirare fuori il meglio di sè. I gol.

dal nostro inviato
Riccardo Pratesi© RIPRODUZIONE RISERVATA