C.t. tiranni, giocatori ribelli
La guerra dei social network

Facebook e Twitter nel mirino di alcuni ct, Dunga e Capello su tutti, che ne hanno vietato l'uso durante la spedizione in Sud Africa. Ma gli atleti non ci stanno e continuano a raccontarsi via internet per la felicità dei tifosi

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Ricardo Kakà non rinuncia alla sua pagina su Twitter. Afp

MILANO, 26 maggio 2010 - Per i ct sono una distrazione, per i giocatori una piacevole abitudine. I social network, Facebook e Twitter in testa, sono diventati una parte importante del contatto tra giocatori e tifosi, e potrebbero diventare un modo nuovo per seguire il Mondiale in Sud Africa. Sempre che la voglia dei giocatori di raccontare la propria prevalga sulla paura dei ct che si tratta solo di una distrazione

furia roja — L'ultimo divieto arriva da Vicente Del Bosque, ct della Spagna campione d'Europa, numero 2 della classifica Fifa e tra le favorite in Sud Africa. "Voglio che i giocatori rimangano concentrati e non vengano distratti dai possibli commenti" ha detto il baffuto timoniere delle furie rosse. Diveto diramato lunedì e subito disatteso. Il colpevole? Carles Puyol, colonna della Roja. "Primo allenamento realizzato - scrive il capitano del Barcellona su Twitter -. Per il momento nessuno ci ha detto nulla sulla questione social network". Altro post 24 ore più tardi: "Oggi allenamento alla mattina e alla sera, poi conferenza stampa. Per ora possiamo parlare senza problemi. Saluti".

i 7 di twitter — Carlos Dunga, ct del Brasile, è sulla stessa linea del collega Del Bosque e di Fabio Capello, che già da tempo ha annunciato all'Inghilterra il bando di Twitter e Facebook. Il timoniere dei pentacampeao ha deciso di blindare la squadra da ogni contatto con tifosi e stampa, per questione di privacy e concentrazione. Ma deve fare i conti con 7 ribelli, che a Twitter proprio non vogliono rinucniare: Kakà, Luis Fabiano, Felipe Melo, Julio César, Nilmar, Gilberto Silva e Grafite. I primi tre sono i più attivi, e quelli che hanno abbattuto la linea di isolamento voluta da Dunga. L'ex milanista proprio non vuole rinunciare al contatto con i tifosi: sulla sua pagina Twitter abbondano risposte alle domande degli appassionati, mescolate con frasi religiose e aneddoti sulla vita in ritiro. "Robinho suona il cavaquinho (strumento simile a una chitarra, ndr) molto meglio di Julio Baptista". Luis Fabiano invece tranquilliza i tifosi sulla sua condizione "Grazie a Dio sto molto bene, grazie a tutti per l'affetto",

Giuseppe Rossi, 23 anni, unico azzurro su Twitter. Ap

italiani senza divieti — Marcello Lippi non si è ancora espresso ufficialmente, ma per la pattuglia italiana non dovrebbero esserci divieti. Gli azzurri però non sono assidui frequentatori dei social network, preferendo i propri siti ufficiali: quasi hanno una pagina personale su Facebook, ma condividono informazioni sono con gli amici. Su Twitter, ancora non così popolare in Italia, l'unico frequentatore assiduo è Giuseppe Rossi: "Staremo sulle Alpi per 15 giorni - ha raccontato l'attaccante nato negli Stati Uniti in inglese -. Cerchiamo di abituarci all'altitudine perché in Sud Africa sarà così. Spero di arrivarci".

w i social network — Sono gli Usa la squadra più "amica" dei social network. Pagine ufficiali della federazione sia su Facebook (con oltre 164mila fans) che su Twitter (dove i seguaci sono quasi 73mila), con tanto di post in tempo reale sulle partite (ultima l'amichevole persa ieri con la Repubblica Ceca). Quasi tutti i giocatori hanno una pagina personale: il più popolare è Landon Donovan, la star della nazionale a stelle e strisce, cha vanta oltre 161mila fans su Facebook e quasi 21mila su Twitter. Perché il Mondiale, nel 2010, si vive anche così.