Rustenburg attende Capello
Viaggio tra arance e minatori

Terza puntata del nostro viaggio alla scoperta degli stadi del Mondiale: ecco l'impianto di Rustenburg, dove giocherà l’Inghilterra e dove si estrae il 75% del platino del pianeta. E nei villaggi vicini comanda il re

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L'ingresso del villaggio limitrofo allo stadio. Lachi

RUSTENBURG, 22 aprile 2010 - Dodici chilometri possono anche rappresentare la distanza tra due pianeti. Il primo è Rustenburg, un dedalo grigio e anonimo di vie perpendicolari senza gloria, arte o monumenti ma non per questo esclusa dalle nove città del Mondiale. L’altro è il villaggio di Phokeng, dove sorge lo stadio per la Coppa: è molto simile al Friuli di Udine e battezzerà l’esordio, contro gli Usa, dell’Inghilterra di Fabio Capello, che giocherebbe qui anche il suo ottavo in caso di vittoria del girone. Su questo campo, oltre a quattro partite della Confederations 2009, finale per il terzo posto compresa, ha giocato anche il rugby che conta, da Sudafrica-Nuova Zelanda del Tri-Nations 2006 a uno dei match dei British and Irish Lions nel loro tour 2009.

L'auto con cui abbiamo girato in Sudafrica in questo viaggio per 9 città (e 10 stadi). Totale: 4.900 km

villaggio numero 1 — Phokeng è il più importante dei 29 villaggi che compongono la Nazione Reale di Bafokeng, dal nome della famiglia regnante (e, di conseguenza, dello stadio, della holding finanziaria, della polisportiva da 27 mila praticanti…) che qui comanda, nel rispetto della Costituzione nazionale, da oltre otto secoli. La “Nazione”, situata nel Nord Est quasi al confine con il Botswana e grande meno della metà della Val d’Aosta, conta circa 300 mila abitanti ed è diventata il regno indipendente più ricco di tutta l’Africa grazie soprattutto alla proprietà di un quinto di tutte le miniere della zona, da cui si ricava tra il 70 e il 75% delle riserve di platino del pianeta.

agrumi e royalty — Il clima subtropicale favorisce coltivazioni di agrumi, di mais e allevamenti di bestiame, ma la grande ricchezza proviene ovviamente dal metallo prezioso. Entro 40 anni, sostengono gli esperti, da queste parti non ce ne sarà più, ma fino ad allora, grazie alle royalty e senza toccare l’inestimabile patrimonio della comunità, il giovane re Leruo Thsekedi Molotlegi e gli 83 membri del Consiglio Supremo potranno continuare a sostituire in tutti i servizi, dalle strade all’acqua (gratuita) agli ospedali e perseguire così l’obiettivo di rendere questa comunità economicamente autosufficiente. Oggi, per esempio, lo Stato qui si limita a pagare solo gli stipendi agli insegnanti. Una realtà unica al mondo, tanto quanto l’opuscolo con cui pubblicizzano un piano di sviluppo, studiato con l’obiettivo di determinare l’autosufficienza economica della Royal Nation entro il 2035.