Beffa Irlanda, sprecato il jolly offerto dall'Italia: l'Inghilterra vince all'80', trionfo rinviato

Era fatta, con una partita d'anticipo. La vittoria dell'Italia sulla Scozia aveva offerto all'Irlanda il jolly per chiudere la pratica. Ma un incredibile drop del folletto Marcus Smith a tempo scaduto regala all’Inghilterra una clamorosa vittoria per 23-22 sull’Irlanda: niente bis per i campioni in carica. La squadra del c.t. Andy Farrell resta comunque saldamente al comando con 16 punti e ha il suo destino in mano, visto che sabato prossimo ospiterà a Dublino la Scozia (a quota 11), superata però ora anche dall’Inghilterra (12). La squadra del c.t. Steve Borthwick chiuderà invece il suo Torneo in casa della Francia.

piazzola preziosa

L’Irlanda la sblocca al 3’ con un piazzato di Jack Crowley, che poi però un minuto dopo è bruciato in velocità da Ollie Lawrence, che sprinta sull’out di sinistra e schiaccia alla bandierina. Al 7’ l’Irlanda perde per infortunio l’ala Calvin Nash (il protocollo per le concussion gli nega il ritorno in campo) dopo uno scontro con Immanuel Feyi Waboso. La mischia inglese al 16’ guadagna una punizione che permette a George Ford di firmare l’8-3. Tre minuti dopo però gli risponde Crowley per il -2. Al 25’ l’Inghilterra andrebbe a segno ancora con Lawrence, ma il Tmo, con difficoltà, individua un precedente tocco in avanti di George Furbank e la meta viene annullata. Alla mezz’ora Ford manca un piazzato non impossibile, mentre 5 minuti dopo Crowley fa centro e l’Irlanda per la prima volta è avanti. E prima dell’intervallo l’apertura fa 4 su 4 e al riposo si va con gli ospiti avanti 12-8.

fuochi d'artificio

Fuochi d’artificio a inizio ripresa. Al 44’ colpisce l’Irlanda con James Lowe, innescato al largo dalle mani veloci e precise dei trquarti, per il volo alla bandierina. Al 48’ rispondono gli inglesi con un’azione altrettanto bella, con George Martin e Maro Itoje che lavorano perfettamente il pallone per liberare la corsa solitaria di Furbank. Crowley e Ford mancano le trasformazioni. Al 58’ un fallo in ruck costa il cartellino giallo a Peter O’Mahony e gli inglesi ne approfittano subito: dalla touche a 5 metri innesca la maul, gli irlandesi l’affossano, si gioca sul vantaggio e dopo un paio di cariche respinte, è Ben Earl ad aprirsi il varco per schiacciare. Marcus Smith, subentrato a Ford, la trasforma. Al 66’ l’Inghilterra cambia il mediano di mischia: entra Danny Care che può festeggiare i 100 caps. L’Irlanda attacca anche in inferiorità, ma la difesa inglese è precisa ed efficace. Ma al 71’ un tenuto di Furbank sulla linea di metà campo costa carissimo: Crowley calcia per la touche profonda nei 22, gioco aperto al largo e pallone che uomo dopo uomo arriva largo a Lowe, che va oltre il disperato placcaggio di Smith e schiaccia alla bandierina. Crowley però manca la trasformazione del possibile +4 e così 3 minuti dopo, un fallo irlandese a metà campo offre a Elliot Daly (subentrato a Henri Slade) la possibilità di andare per i pali: la distanza è impegnativa, la forza c’è, ma la mira è larga. Ma con il tempo che scade, l’Inghilterra ha la forza di provare un ultimo attacco, assedia i 22 irlandesi, che difendono la linea di meta, ma appostato dietro la ruck, proprio davanti ai pali, c’è Smith, che ha il tempo di calciare e infila il drop del clamoroso sorpasso. La beffa è servita, la festa rimandata.