Difendersi ¨¨ una necessit¨¤ se l’avversario ti costringe, ma pu¨° anche diventare l’occasione per contrattaccare. Difendersi all’Italia non piace, il c.t. Conor O’Shea vuole che la squadra giochi e attacchi, ma per farlo ¨¨ evidente che deve correggere delle situazioni: deve evitare errori che costano punti e deve cercare di cogliere il momento per prendere in mano il gioco. Di tutto questo, purtroppo, nella sfida di sabato scorso con la Scozia a Murrayfield nella prima giornata del Sei Nazioni si ¨¨ visto ben poco.
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Rugby Sei Nazioni, “Italia senza paura contro il Galles”
Budd e Palazzani difendono il gioco di O’Shea: “Non andiamo in campo per subire, ma ¨¨ vero che dalla difesa possiamo lanciare i nostri contrattacchi”. Il mediano di mischia aspetta il Galles: “Vogliamo una reazione per i nostri tifosi”
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¡ªMa Dean Budd difende a spada tratta il lavoro del tecnico irlandese, portando all’evidenza prove che magari a letture superficiali della partita possono sfuggire. “Noi non entriamo in campo per difenderci per 80 minuti, vogliamo attaccare, vogliamo divertirci”, dice la seconda linea neozelandese della Benetton Treviso (32 anni e 17 caps in azzurro). “Il nostro attacco parte dalla difesa, placcare in avanzamento, conquistare terreno e palla, allargare. Il problema con la Scozia ¨¨ stato che non abbiamo mai preso il momentum per 65 minuti. Ci si deve ricordare che c’¨¨ un avversario che fa di tutto per fermarci e evidentemente sono stati bravi, poi sta a noi alzare il livello della prestazione. Non ci piace difendere e placcare per 80 minuti o aspettare un calcio per vincere una partita. Il rugby non funziona cos¨¬. Conor vuole che giochiamo. Con il suo staff ci mette nelle condizioni di dare il nostro meglio in campo, magari non viene sempre fuori, ma la sua mentalit¨¤ ¨¨ questa”. L’analisi del 20-33 di Murrayfield ¨¨ amaro, ma offre spunti per comprendere quello che passa nella testa degli azzurri: “Nel primo tempo ci sono stati errori individuali, ma sentivo che il sistema andava bene. Ovvio che ¨¨ difficilissimo difendersi per 40 minuti senza subire punti. Ma non percepivo difficolt¨¤. Ovviamente si fa fatica solo a difendere. Io non ero in campo negli ultimi 10 minuti ma le cose funzionavano, abbiamo tenuto palla, creato spazi, fatto il nostro gioco. Significa che sappiamo giocare a rugby contro una squadra forte. Purtroppo ci siamo arrivati con un punteggio compromesso. Contro grandi giocatori come Stuart Hogg o Finn Russell basta poco, loro sfruttano un minimo errore per segnare punti. Negli ultimi 15 minuti abbiamo visto che le qualit¨¤ le abbiamo”.
galles
¡ªSabato all’Olimpico per la seconda giornata arriva il Galles, reduce da 10 vittorie consecutive e da quella rocambolesca di Parigi sulla Francia. E del Galles, Budd sottolinea la mentalit¨¤ ma anche la fortuna in un decisivo episodio della vittoria sulla Francia a Parigi: il calcio lungo di Hadleigh Parks che scappa dalle mani di Yoann Huget e che finisce in quelle di George North per la meta che riapre la partita. “Noi non abbiamo mai quella fortuna (la parola usata ¨¨ un’altra... ndr.) di ritrovarci una palla cos¨¬, ma ¨¨ anche vero che North ¨¨ l¨¬, che ha seguito un pallone calciato senza speranza. Allora noi dobbiamo apprendere quella mentalit¨¤, andare sempre fino in fondo, crederci sempre, lottare anche se sembra persa. Anche l’intercetto su Sebastien Vahaamahina: quello fa una cosa assurda, ma loro solo la”. Non ¨¨ un caso insomma che il Galles sia al numero 3 del ranking e sia reduce da 10 vittorie. “E noi siamo al 15, quindi cosa ci dobbiamo aspettare? Noi entriamo in campo sempre per vincere, convinti di poterlo fare, ma stiamo sempre giocando contro i migliori del mondo ogni settimana. E prendiamo parole da tutti, attacchi personali, ¨¨ anche un po’ frustrante. Ma la realt¨¤ ¨¨ che in questo momento c’¨¨ un gap enorme: noi lavoriamo durissimo ogni giorno per cambiare le cose, ci mettiamo tutto il cuore”. Sulla parola gap, per¨°, Budd specifica: “Non ¨¨ riferito al campo, quando li affrontiamo non sento questa enorme differenza. ? un vantaggio di mentalit¨¤ e struttura: noi cresciamo, ma anche tutti gli altri. Non abbiamo le strutture come irlandesi o inglesi, campionati, accademie, soldi, scuola. Noi dobbiamo vincere per conquistarci le stesse possibilit¨¤, ma stiamo lottando anche contro questa situazione”. Sulla mentalit¨¤ del Galles, torna anche Guglielmo Palazzani: “Con la Francia che stava dominando, non sapeva dove andare, poi da un paio di errori hanno costruito la loro rimonta. Ma perch¨¦ erano l¨¬, con quella mentalit¨¤. La stessa che con il tempo stiamo provando a costruire anche noi. Ci stiamo lavorando, la mente fa tutto, viene prima del fisico, quando commetti un errore poi dopo devi subito pensare alla prossima cosa da fare e in alcuni momenti ci viene difficile, si costruisce piano piano, sta cambiando a Zebre e Treviso e prima o poi ci arriveremo”.
titolare
¡ªA Murrayfield a lanciare improvvisamente titolare il mediano di mischia delle Zebre (27 anni e 29 caps, ma solo il sesto dall’inizio) ¨¨ stato il forfeit di Tito Tebaldi nel riscaldamento: Palazzani ¨¨ rimasto in campo per 80 minuti e ha segnato anche una meta (la seconda in Nazionale dopo quella al Galles nel 2016). “Un po’ di ansia mi ¨¨ venuto a sapere improvvisamente che avrei dovuto giocare titolare, ¨¨ ovvio che se sei in panchina ti prepari in un altro modo, pensi a un altro approccio, ma poi comunque sei l¨¬, non ci pensi pi¨´ e te la giochi dando tutto quello che hai. E ho dato tutto, testa, gambe, cuore. A livello territoriale sono stari bravi gli scozzesi, hanno dominato bene il gioco e fatto anche scelte tattiche al piede a esplorare la nostra densit¨¤. E tenendoci a giocare nella nostra met¨¤ campo, noi non abbiamo avuto i palloni per tornare di l¨¤. Poi c’¨¨ stata una buona reazione negli ultimi 15 minuti, rispetto anche a un passato dove nel finale magari crollavamo. Ma sappiamo che ci vuole questa mentalit¨¤ e concentrazione per 80 minuti, arrivandoci anche passo dopo passo, costruire la nostra partita di 5 minuti in 5 minuti, non mollare un centimetro. Pi¨´ che all’avversario, che comunque studi nelle caratteristiche e nelle strutture, noi giocatori dobbiamo lavorare sulle nostre cose, fare bene quello che ci viene chiesto. Vogliamo una reazione e ai tifosi garantiamo che ci metteremo sempre tutta la volont¨¤ e tutto l’impegno fisico. E senza aver paura di giocare”.
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