L’obiettivo ¨¨ migliorare il terzo posto di un anno fa. Il che significherebbe lottare per il titolo. Da mina vagante qual’era stata una anno fa, la Scozia si presenta al via del Sei Nazioni 2019 con non nascoste ambizioni. La squadra del c.t. Greg Townsend vuole interrompere un digiuno che dura dall’ormai lontanissimo 1999, quando si chiuse col suo trionfo l’era del Cinque Nazioni. Dall’ingresso dell’Italia, la Scozia ha rappresentato pi¨´ o meno costantemente, assieme agli azzurri, l’anello debole del Torneo. Ma mai come nelle ultime due stagioni appare evidente che il lavoro fatto prima da Vern Cotter e proseguito poi da Townsend sia pronto per generare frutti.
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Rugby, Sei Nazioni, Scozia: da mina vagante a seria pretendente
La squadra del c.t. Townsend apre con Italia e Irlanda a Murrayfield: occasione d’oro per scappare subito. Laidlaw e Russell le stelle in mediana, il mal di trasferta resta per¨° il problema pi¨´ grande
CAMMINO
¡ªA dir la verit¨¤, per¨°, il cammino della Scozia, attualmente settima potenza del ranking mondiale, nel 2018 ¨¨ stato decisamente discontinuo: si ¨¨ passati dalle splendide vittorie su Inghilterra e Francia a Murrayfield nel Sei Nazioni, alla clamorosa sconfitta con gli Stati Uniti a Houston (29-30), poi dalle 2 vittorie sull’Argentina (una fuori e una in casa) alla sconfitta interna con il Sudafrica (20-26) nei test di novembre.
STELLE
¡ªIl gioco d’attacco della Scozia si poggia, al di l¨¤ delle idee di Townsend, sull’applicazione fornita da una serie di magnifici giocatori a disposizione fra i trequarti. Ma il nodo cruciale resta la mediana, dove a brillare sono il capitano e mediano di mischia Greig Laidlaw e l’apertura Finn Russell. Cruciale anche il fatto che entrambi giochino in Francia (rispettivamente a Clermont e nel Racing Parigi), dove sono chiamati a confrontarsi con avversari e quesiti diversi da quelli proposti in maniera abbastanza monotona nel Pro14 celtico. Russell, specialmente, fresco di trasferimento da Glasgow a Parigi, nei primi mesi di campionato francese ha gi¨¤ dimostrato di avere fatto compiere al suo gioco un ulteriore salto di qualit¨¤: attaccare di pi¨´ la linea significher¨¤ per la Scozia avere una piattaforma di lancio per i trequarti ancora pi¨´ pericolosa.
CALENDARIO
¡ªCalendario favorevole alla Scozia nelle prime due giornate: a Murrayfield arriveranno Italia e Irlanda, occasione d’oro per mettere da subito la testa avanti. Poi trasferta in Francia e di nuovo in casa con il Galles, prima della chiusura con la sfida delle sfide, quella con l’Inghilterra a Twickenham che vale anche la Calcutta Cup (il trofeo pi¨´ antico del mondo, messo in palio nella sfida tra le due squadre sin dal lontano 1879). Il c.t. Greg Townsend si ¨¨ ritrovato senza le prime scelte a tallonatore, con gli infortuni di Fraser Brown e George Turner, cos¨¬ ha chiamato gli esordienti David Cherry, Jake Kerr e Grant Stewart. Fra gli altri esordienti (9 in tutto), anche il centro Sam Johnson, che aveva saltato per infortunio i test di novembre. Torna invece dopo un anno la terza linea John Hardie.
FOCUS
¡ªSe Murrayfield si pu¨° considerare a buon diritto un fortino quasi inespugnabile (negli ultimi 2 anni in 11 partite giocate solo due sole squadre ci hanno vinto: gli All Blacks per 22-17 nel 2017 e, come detto prima, gli Springboks pochi mesi fa), il grosso problema della gestione di Townsend sembra essere la capacit¨¤ della Scozia di far risultato fuori casa. Nel Sei Nazioni del 2018 le due sconfitte di Cardiff e Dublino hanno impedito agli scozzesi di coltivare grandi ambizioni. E con il Galles ha perso anche il test dello scorso novembre. Appare evidente come sia necessario attrezzarsi per vincere a Parigi o Twickenham per salire di un ulteriore gradino nella considerazione degli avversari.
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