Tre secondi. Nel mare di statistiche che invade il rugby professionistico ¨¨ questo breve lasso di tempo a separare il grano dal loglio, a dire chi ha fatto un buon lavoro e chi no. Spesso pi¨´ di una touche rubata, di un placcaggio in avanzamento, di un gran numero di difensori battuti.
rugby PRO 14
Treviso-Zebre, derby di numeri: “In tre secondi si decide tutto”
La sfida pi¨´ sentita tra analisi e statistiche. Bortolami: “La velocit¨¤ nel tornare in gioco ¨¨ fondamentale”. Moretti: “Prima l’efficacia”
voci bugiarde o utili
¡ªMarco Bortolami ¨¨ il responsabile degli avanti del Benetton. Ma fa conti con i numeri sin da quando era giocatore e da seconda linea e capitano, doveva criptare le touche azzurre e decifrare quelle altrui. In vista del derby di sabato a Treviso ci aiuta a capire quali sono i dati pi¨´ importanti. “Le voci fornite da Opta come placcaggi, difensori battuti e touche rubate sono utili perch¨¦ ti danno un quadro generale, ma a volte possono essere anche “bugiarde”. Non sempre chi ha pi¨´ possesso vince, anzi: domenica l’Ulster ha vinto di 12 punti contro il Connacht pur tenendo meno il pallone. Conta di pi¨´ la percentuale di volte in cui guadagni la linea del vantaggio: se tieni tanto la palla senza superare la difesa fai grandi numeri statistici, ma non stressi l’avversario. Gli offloads, poi, dicono tutto e niente: un “riciclo veloce” del pallone fatto avanzando ¨¨ un conto, ma quando dai la palla a un compagno che non ha spazi, allora ¨¨ uno spreco. Noi con le nostre statistiche andiamo pi¨´ in profondit¨¤. Il dato forse pi¨´ importante nel rugby di oggi ¨¨ il tempo necessario a rialzarsi da un punto d’incontro e a tornare utile in linea. Tre secondi ¨¨ la linea di demarcazione: se ci metti meno va bene, altrimenti sei troppo lento”. Pensate a quanti placcaggi ci sono in una partita: avrete un’idea dell’enormit¨¤ del lavoro dei videoanalyst. “Ne abbiamo due, bravissimi — continua Bortolami —, in 10 ore ci forniscono le statistiche che ci servono —. Se un giocatore nell’arco di una partita resta sotto quei 3 secondi nell’85-90% dei casi, allora ha fatto un buon lavoro”. “Anche alle Zebre facciamo riferimento alla regola dei 3 secondi — aggiunge Andrea Moretti, responsabile della mischia — e guardiamo anche come ci si rimette in linea dopo essersi alzati da terra: un conto ¨¨ farlo camminando, un altro correndo”.
gioco a terra
¡ªLa regola dei 3 secondi torna anche in attacco, nella velocit¨¤ di uscita di un pallone dal punto d’incontro dopo un placcaggio: sotto ¨¨ buona e ti permette di dare “ritmo” all’azione. “Per noi ¨¨ un dato importante anche il numero di persone in sostegno del nostro portatore — continua Bortolami —: di solito ne usiamo due, il terzo dev’essere proprio utile altrimenti ¨¨ una risorsa persa. La lettura delle statistiche sul gioco a terra, per¨°, ¨¨ legata anche a chi affronti. Inghilterra e Leinster, ad esempio, nella fascia centrale del campo non contestano le ruck. Ti lasciano giocare, preferendo avere un uomo in pi¨´ in difesa e non rischiare di prendere un calcio contro che li riporterebbe nelloro area dei 22, visto che nel gioco a terra gli arbitri tendono a tutelare l’attacco. Su 6 o 7 punti d’incontro ne prendono di mira uno, magari nato da un passaggio fatto male, per conquistare un calcio per un “tenuto”.
tasso di lavoro
¡ªC’¨¨ poi il work rate o “tasso di lavoro”: mette insieme la velocit¨¤ nel rimettersi a disposizione della squadra, il numero di placcaggi e l’efficacia nel gioco a terra. “Da questo punto di vista Michele Lamaro “lavora” il 20-30% in pi¨´ rispetto alle altre nostre terze linee — spiega Bortolami —. Sono statistiche da addetti ai lavori, che per¨° ti danno una fotografia sulla reale utilit¨¤ di un atleta”. “Da noi tra i migliori ci sono Mband¨¤, Giammarioli, Fischetti e Zilocchi — replica Moretti —, ma pi¨´ che di work rate parliamo di efficacia del gesto, cio¨¨ di qualit¨¤”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA