Era per tutti Leo. E tutti, ora, ripensano alla sua voce e sentono la sua assenza, a Parma come altrove. La morte di Leonardo Mussini, responsabile comunicazione e marketing delle Zebre mancato mercoled¨¬ all’ospedale Sant’Orsola di Bologna a soli 41 anni, ha scosso la comunit¨¤ del rugby italiano. Questa volta non si deve piangere un grande campione, ad andarsene ¨¨ stata una persona che lavorava dietro ai riflettori. Ma come lavorava, e quanto. “Tutto ci¨° che abbiamo qui alle Zebre, se ¨¨ ancora in piedi ¨¨ merito tuo, grazie alla tua passione incondizionata” ha scritto Mattia Bellini in uno dei mille messaggi che la gente del rugby gli sta dedicando. L’ala azzurra esagera solo in parte: Mussini era davvero un collante, un generatore automatico di entusiasmo e di iniziative, un ottimista nato. Aveva il carattere giusto per un lavoro improbo: avvicinare il pubblico a una squadra poco radicata e che vince poco, evidenziarne le energie, renderla familiare. Ci stava riuscendo. Se le Zebre oggi sono una famiglia che raccoglie oltre 100 club, se sono impegnate in mille iniziative sociali, se hanno fatto dell’inclusivit¨¤ una loro bandiera, il merito ¨¨ suo.
RUGBY IN LUTTO
Leonardo Mussini, il ragazzo che ha colorato le Zebre
Positivo, propositivo, disponibile: la morte a 41 anni del responsabile media e marketing della franchigia scuote il mondo ovale italiano e lo priva di una grande risorsa. Il trequarti azzurro Bellini: "Tutto ci¨° che abbiamo qui ¨¨ merito tuo"
La malattia e il carattere
¡ªLeonardo ¨¨ stato vinto da una rara malattia autoimmune ai polmoni che l’aveva colpito pi¨´ di un anno fa e che non aveva a che fare con il Covid. Da mesi i medici cercavano una cura, un modo per aiutarlo a respirare, senza venirne a capo. Doveva entrare in lista per un trapianto, ma le sue condizioni di salute nell’ultimo mese non l’hanno permesso. Chi lo conosce racconta che Leonardo negli ultimi tempi aveva capito quale sarebbe stato il suo destino, ma ha cercato di tenerlo nascosto il pi¨´ possibile, per non far preoccupare e soffrire le persone che aveva vicino. Questo era uno dei tratti del suo carattere, pensare prima agli altri che a s¨¦. Un altro era l’incondizionato amore per la vita, per tutto ci¨° che di bello ti pu¨° regalare. Era appassionato di musica e di vinili - era l’anima dell’associazione Vinylistic -, amava la montagna, la sua famiglia, la sua Elisa.
I ricordi
¡ªLeo si era avvicinato al rugby nel 2008 attraverso il Gran Parma. Era poi stato vicino agli Aironi, al Colorno e alle Zebre, oltre a essere coinvolto nell’organizzazione dei grandi eventi organizzati in zona sotto l’egida della Fir e di World Rugby. Giocatori, allenatori, addetti stampa delle squadre di mezza Europa, tifosi. Tutti hanno un suo ricordo da condividere. Dal Parma Calcio all’amministratore delegato dell’United Rugby Championship Martin Anayi (“Amava il rugby, le Zebre e la nostra lega, era uno dei grandi personaggi del nostro sport e ci mancher¨¤ tanto”), dai club del torneo (Leinster, Glasgow, Cardiff) ai giornalisti dei principali quotidiani britannici, i social si sono riempiti di ricordi di Leo. E poi gli azzurri di ieri e di oggi, da Carlo Festuccia a Marco Bortolami, da Ian McKinley a Giovanbattista Venditti.
Il saluto
¡ªDopo la camera ardente prevista venerd¨¬, i funerali di Leonardo Mussini si terranno sabato alle 9.30 nella chiesa di Malandriano. Dalle 11 alle 12.30 le porte del “Lanfranchi” di Parma si apriranno a tutti coloro che vorranno ricordarlo. Alle 18.15, prima di Zebre-Ulster, sar¨¤ osservato un minuto di silenzio. Sono state realizzate due maglie delle Zebre, con la scritta “Leo” e il numero 1. Una andr¨¤ alla famiglia, l’altra rester¨¤ appesa negli uffici della Cittadella. Ciao Leo.
Gasport
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