Il Benetton sbaglia 4 trasformazioni e sul campo di Edimburgo viene sconfitto di un punto. I troppi palloni persi in casa da Parma
Le prime settimane di stagione sono state solo un’illusione? Forse s¨¬, almeno per quanto riguarda la possibilit¨¤ di Treviso e Zebre di restare stabilmente o quasi nella parte alta della classifica delle rispettive conference. Questa ¨¨ l’impressione che lascia il quinto turno di Pro14, il secondo consecutivo senza vittorie per le due franchigie italiane, anche se le partite del Benetton ad Edimburgo e delle Zebre contro gli Ospreys finiscono direttamente nel faldone delle occasioni perse.
Le Zebre in campo in casa
TREVISO —
In particolare per Treviso, cui il 31-30 di Murrayfield costa l’aggancio al quarto posto della Conference B proprio da parte di Edimburgo. In una partita da 5 mete, con la tripletta del Man of the match Luca Sperandio (splendida la terza marcatura, mix di forza, tecnica, equilibrio ed istinto in un momento in cui anche la Nazionale cerca certezze all’ala con Minozzi, Sarto ed Esposito ai box), non si pu¨° non puntare il dito contro le 4 trasformazioni mancate, due a testa per Allan e McKinley, che avrebbero potuto facilmente ribaltare l’esito della sfida. Fatta eccezione per lo 0-3 iniziale, a Murrayfield il Benetton ¨¨ per¨° sempre stato costretto a rincorrere. In particolare i Leoni, nonostante una difesa da 222 placcaggi (28 per Sebastian Negri, 22 di Marco Barbini e 18 per Robert Barbieri, ma anche 12 per Tommaso Iannone nei 40’ in cui ¨¨ rimasto in campo), hanno sofferto l’impatto fisico dei portatori di palla scozzesi, abili a macinare metri anche dopo il primo contatto cos¨¬ da costringere la difesa ad impegnare pi¨´ uomini in aiuto al placcatore aprendo spazi per i trequarti.
Treviso a Edimburgo
ZEBRE —
Anche in casa Zebre ¨¨ sembrata mancare forza, con gli Ospreys che – come ha ricordato in conferenza stampa il coach della franchigia di Parma Michael Bradley – nel solo primo tempo hanno strappato ben 5 palloni dalle mani di Castello e compagni. In totale sono stati 24 i palloni persi in attacco dalle Zebre tra rimesse laterali rubate o lanciate male, mischie in sofferenza, in avanti e chocke tackle ottimamente orchestrati da Lydiate, Tipuric e Bradley Davies. Ventiquattro turnover significa 24 opportunit¨¤ di attacco non sfruttate, un’enormit¨¤. “Poor performance”, sono state le prime parole di Michael Bradley nel post partita. “Abbiamo fatto fatica in mischia e touche, abbiamo giocato male in attacco prendendo anche decisioni sbagliate. Abbiamo ottimi giocatori, ma se non vinci i tuoi possessi ¨¨ difficile vincere partite a questo livello. Come ho ripetuto anche ai ragazzi, le nostre aspettative quest’anno sono pi¨´ alte rispetto ad un anno fa. Vogliamo vincere in casa ed essere competitivi in trasferta. Per arrivarci la soluzione ¨¨ lavorare per tornare a livelli quanto meno accettabili per il Pro14”. Se per la fase di attacco ha usato il bastone, il coach irlandese ha invece elogiato una “difesa molto buona che ha impedito agli Ospreys di segnare di pi¨´”. Fatta eccezione per la meta di Morgan in avvio di gara, peraltro propiziata da un rimbalzo sfortunato dell’ovale contro il mento di Bellini che ha concesso ai gallesi una mischia ai 5 metri, gli ospiti si sono infatti affidati a 4 calci e un drop di Sam Davies per tornare a Swansea con 4 punti in tasca.
GAFFNEY —
Alla vigilia della partita, in casa Zebre era anche arrivata la notizia del ritiro dal rugby giocato di Ciaran Gaffney. Il 23enne irlandese era arrivato a Parma all’inizio della scorsa stagione per rilanciare la propria carriera ed aveva saputo ritagliarsi uno spazio importante nella linea dei trequarti. Almeno fino al 16 febbraio scorso, quando a Galway, a pochi chilometri da casa, dopo pochi minuti della partita contro Connacht, la squadra per cui faceva il raccattapalle da bambino e con cui ha esordito da professionista non ancora ventenne, ha subito un grave infortunio al collo che – come lui stesso ha raccontato in questi giorni alla stampa irlandese – ha rischiato di lasciarlo paralizzato. Dopo un intervento d’urgenza e una seconda operazione per stabilizzare le vertebre cervicali, in questi mesi Gaffney si ¨¨ sottoposto ad una lunga riabilitazione tra l’Irlanda, Parma (con le Zebre che avevano confermato l’offerta di un contratto biennale gi¨¤ prospettata durante la passata stagione) e Bordeaux, ma alla fine ha dovuto alzare bandiera bianca. La storia di Gaffney si aggiunge cos¨¬ ad una lista che in questi anni sta diventando fin troppo lunga e che solo negli ultimi mesi ha raccontato del ritiro del capitano del Galles Sam Warburton a soli 29 anni e le tragiche fini del ventunenne francese Louis Fajfrowski e della diciannovenne Rebecca Braglia, entrambi deceduti in seguito a scontri di gioco.
Matteo Pia
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