Un altro anno di rugby per Sergio Parisse. Ci¨° che era nell’aria da tempo ora ¨¨ ufficiale, alla soglia dei 38 anni il terza linea ha trovato le motivazioni e le energie per spendersi un altro anno da giocatore. Lo far¨¤ ancora a Tolone, “anche se mi erano arrivate proposte dal Giappone e dagli Stati Uniti, oltre che dall’Inghilterra”, racconta. Tolone, la citt¨¤ che vive di rugby come poche altre al mondo, dove Sergio si ¨¨ trasferito con la famiglia e dove ¨¨ arrivata Emily, la sua terza figlia dopo Ava e Leonardo. Tolone, dove quest’anno ha giocato 15 partite di Top 14 e resta molto pi¨´ di una chioccia per tutta la squadra, dove avrebbero voluto ritagliargli un ruolo di giocatore-allenatore che lui, al momento, non sente ancora addosso. E allora un altro anno in campo, con un obiettivo in pi¨´. Chiudere la straordinaria carriera con l’Italia davanti alla sua gente, firmare il 143¡ã cap - solo Richie McCaw, 157, e Alun Wyn Jones, 148, ne hanno di pi¨´ nella storia - magari a novembre, magari a Roma, magari contro gli All Blacks, l’avversaria ideale per chiudere il cerchio, 19 anni dopo l’esordio di Hamilton l’8 giugno 2002.
Rugby
Un altro anno di Parisse: "Io e l'Italia? Ne parler¨° con Innocenti"
A 37 anni il numero 8 firma per un’altra stagione con Tolone e conferma la voglia di chiudere con un ultimo cap. “Presto incontrer¨° il presidente federale, troppo presto per parlare di un ruolo futuro. La vittoria di Treviso in Rainbow pu¨° dare la svolta. E che carattere l’Italia Under 20”
Sergio, perch¨¦ un altro anno?
“? stata una decisione presa riflettendo. Ho sempre detto che prima di decidere avrei messo sul piatto tutto: famiglia, salute fisica, salute mentale. Il fatto ¨¨ che ho ancora fame, voglia, energia. Ho ascoltato testa, cuore e corpo e ho capito che ci sono ancora. Il club voleva che andassi avanti. Forse andare altrove sarebbe stato economicamente pi¨´ interessante, ma dopo 15 anni a Parigi e dopo queste due stagioni a Tolone, non avevo voglia di partire per gli Usa, il Giappone o l’Inghilterra”.
Che stagione ¨¨ stata?
“Particolare, come per tutti. La pandemia ci ha obbligato a fare tanti tamponi, ma al di l¨¤ di questo ¨¨ stata difficile la gestione dei positivi, del gruppo a disposizione dello staff, la gestione del lavoro settimanale. Poi alcune partite sono saltate, ci ¨¨ capitato di giocare il sabato, il marted¨¬ e ancora il sabato. Come squadra non siamo mai davvero entrati in una dinamica positiva, non siamo riusciti a vincere quelle 5-6 partite di fila che ti fanno entrare in fiducia e in classifica di mettono in una posizione confortevole. Siamo sempre restati attorno al 7¡ã-8¡ã posto e siamo arrivati all’ultima giornata a Castres a giocarci tutto, accesso ai playoff e qualificazione in Europa, quando invece avremmo dovuto essere sicuri gi¨¤ da un paio. E poi gli infortuni, Tolofua fuori per sette mesi, poi anche Ollivon. ? stata una stagione difficile".
Tolosa campione d’Europa e di Francia battendo in entrambi i casi La Rochelle, sorpresa della stagione. Qual ¨¨ la vera squadra dell’anno?
“Tolosa, senza dubbio. La Rochelle ¨¨ cresciuta molto, ¨¨ diventata una squadra di qualit¨¤, ma Tolosa ha l’abitudine a vincere certe partite, ¨¨ sicura dei propri punti di forza”.
Da tempo dice di voler chiudere la carriera azzurra con un ultimo cap. Ha gi¨¤ sentito il nuovo c.t. Kieran Crowley?
“No. Ho parlato per¨° al telefono pi¨´ volte con Marzio Innocenti, il nuovo presidente federale. Presto ci incontreremo a Roma (probabilmente l’8 luglio, ndr) e parleremo di tutto. Il mondo del rugby ¨¨ piccolo, sono aggiornato sui cambiamenti avvenuti in questi mesi nel rugby italiano. Ho ricevuto tante chiamate, ho seguito le vicende”.
Al di l¨¤ dell’ultima partita, che contributo pensa di poter dare al rugby italiano dopo il ritiro?
“Non sono nelle condizioni di dirlo, ora. Ho detto a Marzio che dopo tutti questi anni sar¨° sempre disponibile a parlare a ad aiutare, ma non sono in grado di parlare di un ruolo in Fir. Ne parleremo a tempo debito. Ora il mio focus ¨¨ fare l’ultima stagione con il Tolone".
Ha visto la vittoria di Treviso nella finale di Rainbow Cup contro i Bulls sudafricani?
“Ho visto gli highlights. Mi fa tanto piacere per Treviso, per i giocatori cos¨¬ come per lo staff nel quale ci sono ragazzi che hanno fatto tante battaglie con me, da Marco Bortolami a Fabio Ongaro, a Ezio Galon. Una vittoria importante per il movimento. Per qualcuno la Rainbow Cup non ¨¨ una coppa prestigiosa, ma secondo me ¨¨ stato importante vincerla. Dar¨¤ una grande spinta".
Prima della sfida tra le selezioni under 20 di Francia e Italia a inizio giugno a La-Seyne-Sur-Mer ¨¨ andato in visita agli azzurri. Ha visto la partita? Sta seguendo gli incontri del Sei Nazioni di categoria?
“S¨¬. Meritavano di vincere, peccato. Ci sono diversi ragazzi di qualit¨¤ in quella squadra, hanno un buon futuro davanti. Speriamo che non si perdano. Mi ¨¨ piaciuto l’atteggiamento, la fisicit¨¤, il carattere. Non mi sembrano ragazzi che lasciano fare gli avversari, anche quando in campo succede qualcosa. Lorenzo Cannone ¨¨ un terza linea molto forte e bellissima, nella sfida di Cardiff, ¨¨ stata anche la meta di Gesi. C’¨¨ un gruppo di qualit¨¤. Per i ragazzi questi sono momenti importanti. Il salto tra juniores e livello assoluto non ¨¨ da poco. Diciamo che la materia prima c’¨¨. Ora occorre dare loro le armi perch¨¦ diano il meglio".
© RIPRODUZIONE RISERVATA