Innocenti: "Meritiamo il Sei Nazioni, discorso chiuso. Ci¨° che ha fatto Capuozzo ¨¨ il sogno di ogni bambino"
Il “bambino magico”, come lo definisce il presidente federale Marzio Innocenti, ha regalato all’Italia un sabato di gioia immensa. Non solo lui, ovviamente. La meta di Ange Capuozzo ¨¨ stato il capolavoro finale che ha deciso la partita contro il Galles (21-22), ma gli azzurri hanno costruito su basi solide - mischia, difesa, consistenza fisica - la partita la serie di 36 sconfitte nel Sei Nazioni e che ha regalato quel momento di “magia”, quella meta “che a questo livello si vede raramente e che tutti i bambini sognano, seminare gli avversari e passare il pallone a un compagno perch¨¦ segni” che davvero pu¨° diventare un’icona. Per fare il punto su ci¨° che ¨¨ avvenuto nel Torneo, Innocenti e il c.t. Crowley hanno tenuto un incontro stampa. Con loro il tecnico dell’Italia under 20 Massimo Brunello, reduce dal miglior Sei Nazioni di sempre (tre vittorie), il vicepresidente Fir Giorgio Morelli e il team manager Giovanbattista Venditti.
“Meritiamo il Torneo”
¡ª“L’ho detto e lo ribadisco, dopo la nascita dei miei figli, la vittoria di sabato contro il Galles ¨¨ stata la gioia pi¨´ grande della mia vita - ha esordito Innocenti -. Siamo tornati a vincere nel modo pi¨´ bello, sarebbe la sceneggiatura degna di un film di sport. Le famose 36 sconfitte non appartengono a Crowley. Lui e il nuovo staff hanno iniziato a novembre e da allora c’¨¨ stato un processo di crescita continuo e costante. La mezz’ora sullo 0-0 contro gli All Blacks non ¨¨ stato casuale, e la vittoria contro l’Uruguay ¨¨ stata importante per imparare a vincere. E poi ¨¨ arrivato il Torneo. “Il Sei Nazioni ¨¨ brutale” mi ha detto John Jeffrey (mito del rugby scozzese, ora membro di World Rugby, ndr). Contro la Francia abbiamo sbagliato e siamo stati puniti, contro l’Inghilterra abbiamo rifiutato 11 volte di cercare i pali per giocare in touche e se non lo avessimo fatto non sarebbe stato nascosto quanto di buono avevamo mostrato in campo. Contro l’Irlanda, nei 18 minuti giocati prima che l’arbitro georgiano e i suoi guardalinee decidessero di cambiare completamente la partita, abbiamo mostrato il rugby pi¨´ bello del Torneo. Contro la Scozia abbiamo chiuso con la sensazione che avremmo potuto vincere, e gi¨¤ questa ¨¨ una cosa importante, mentre in Galles credo che sia stata giocata una partita quasi perfetta, per quello che ¨¨ il livello dell’Italia di oggi. Tra i nostri partner del Sei Nazioni ho percepito una gioia vera, e finalmente chiudiamo definitivamente il tema “Ma l’Italia merita il Sei Nazioni?”. Certo che lo merita. E tutti vogliono che resti. Ora per¨° la vittoria con il Galles ¨¨ passata, resta un bellissimo ricordo. Ora l’obiettivo ¨¨ di imparare a vincere ogni volta che si presenta l’occasione. La nostra ¨¨ la squadra pi¨´ giovane del Torneo. Credo che per la Nazionale sia pi¨´ facile risolvere i propri problemi rispetto al movimento, ma da questa vittoria il movimento deve trarre lo stimolo per migliorare ogni giorno. I risultati aiutano i club, portano entusiasmo, l’azione di Capuozzo che ga portato alla meta di Padovani fa sognare tutti i bambini. E speriamo che seppellisca definitivamente il progetto “peso/altezza”, che tanti danni ha fatto al rugby italiano”.
Crowley: “Serve profondit¨¤”
¡ªIl c.t. Crowley ha raccontato cos¨¬ il Torneo e i prossimi step, innanzitutto in vista degli impegni di luglio: in programma ci sono tre partite, il 2, il 9 e il 16, due delle quali contro Spagna e Georgia, la terza ancora da fissare. “Avevamo degli obiettivi nel gioco: diminuire il numero di calci contro e limitare le mete subite dal drive. Abbiamo lavorato molto con un consulente neozelandese via Zoom e le cose sono migliorate. Siamo sulla buona strada in generale, ma verso il Mondiale 2023 ci serve pi¨´ profondit¨¤. Ci servono 5 tallonatori di livello e 5 piloni, sia a destra e sia a sinistra, perch¨¦ altrimenti con un paio di infortuni sei gi¨¤ corto. E ci sono un paio di ruoli in cui ci servono pi¨´ giocatori”.
Brunello: “Il potenziale c’¨¨”
¡ªBrunello: “Possono magari arrivare dall’under 20, che battendo Inghilterra, Scozia e Galles hanno firmato il miglior Torneo giovanile di sempre? “Alcuni sono gi¨¤ pronti per l’Urc - spiega Massimo Brunello -, ragazzi come Marin e Menoncello hanno gi¨¤ dimostrato di valere il livello. Altri magari dovranno passare per il Top 10. L’importante sar¨¤ continuare a supportarli, perch¨¦ non ci possiamo permettere di perdere nessuno. Le potenzialit¨¤ ci sono, dobbiamo continuare a lavorare sulle nostre potenzialit¨¤. I risultati non sono sempre la priorit¨¤ della Nazionale under 20. In estate non ci sar¨¤ il Mondiale, ma faremo un torneo che ci permetter¨¤ di vedere altri giocatori che in questo Sei Nazioni under 20 sono rimasti ai margini. E nel 2023, con tre partite in casa, puntiamo a migliorare. L’anno scorso avremmo battuto la Francia, se il calcio di Manfredi Albanese fosse entrato...”. Sia Crowley, sia Innocenti si sono detti favorevoli al passaggio di alcuni talenti azzurri nei club francesi. “Dico di s¨¬ da sempre - ha spiegato il c.t. -, perch¨¦ andare in Francia o in Inghilterra serve come esperienza di vita, come approccio a un mondo estremamente professionistico. Sta al movimento italiano riuscire a rimpiazzarli all’interno delle franchigie facendo esordire e crescere altri talenti”.
Rivoluzione formativa
¡ªCapitolo Accademie: siamo alla vigilia di una rivoluzione di sistema e di uomini, con il vecchio modello, quello ideato da Franco Ascione e da Stephen Aboud (contratto in scadenza) strutturato su un’Accademia Nazionale under 20 e su 4 Centri di formazione under 18 che verr¨¤ sostituita da due strutture under 23 collegate alle franchigie di Urc, due centri di formazione under 19 (Roma e Treviso) e altri “poli di formazione” che sono il fulcro del cambiamento perch¨¦ faranno direttamente riferimento ad alcuni club “pi¨´ strutturati”. “Il percorso di formazione ha avuto aspetti positivi - ammette Innocenti -, e io credo che le rivoluzioni falliscano se sono manichee. Cos¨¬ cercheremo di mantenere il buono di quella esperienza, permettendo per¨° anche ai club di far crescere i giocatori, in modo che possano crescere anche gli stessi club. Il sistema precedente ha avuto dei vantaggi ma ha fatto danni sulla formazione nei club, escludendo quei ragazzi che se non sono Nicotera (il tallonatore ¨¨ arrivato in Nazionale in modo autonomo, a 25 anni, mettendosi in evidenza tra Top 10 e Benetton) e che venivano persi”. “Il sistema delle Accademie ha avuto bisogno di tempo - ha aggiunto Brunello -, ma una volta andato a regime, negli ultimi 3-4 anni ha fatto salire molto il livello, facendo uscire atleti pi¨´ competenti sul piano tecnico e fisico rispetto a dieci anni fa. I risultati lo dicono e tutte le classi di et¨¤, dal 1997 in poi, hanno prodotto 4-5 giocatori arrivati in Nazionale e altri 7-8 nelle franchigie, numeri notevoli per il sistema italiano. Con il cambiamento che abbiamo di fronte dovremo stare attenti nell’individuare il talento e fargli fare il percorso giusto”.
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