La terza linea della Benetton Treviso e una mentalit¨¤ da costruire: “Nel club abbiamo trovato confidenza e tranquillit¨¤, sappiamo di poter battere anche le pi¨´ forti”. Lovotti ha fiducia nel gruppo: “Abbiamo voglia di fare un buon Torneo”
La mentalit¨¤ non si costruisce in un giorno, le vittorie non arrivano per caso. “Sono lunghi processi che noi giocatori al club possiamo affrontare quotidianamente, in Nazionale stiamo seguendo la strada giusta, dobbiamo continuare a fare passi avanti, anche piccoli, ma con costanza”. Tocca a Bram Steyn provare a spiegare cosa ¨¨ accaduto alla Benetton Treviso e cosa ci si pu¨° aspettare di conseguenza dall’Italia in vista di un durissimo Sei Nazioni. “Se perdi sempre, hai un po’ di paura, pensi sia colpa tua. Ora alla Benetton – spiega la terza linea sudafricana - non c’¨¨ pi¨´ paura: entriamo in campo con una mentalit¨¤ vincente, senza essere arroganti, non c’¨¨ bisogno di dirlo, lo abbiamo tutti in testa. Sappiamo che dobbiamo vincere le partite e abbiamo la capacit¨¤ di farlo, abbiamo dimostrato di avere le qualit¨¤ per poter battere anche le pi¨´ forti”.
VITTORIE – E cos¨¬, al terzo anno di gestione del neozelandese Kieran Crowley, la Benetton sta sfoderando una stagione meravigliosa, in corsa per i playoff nel Pro14 celtico e con una qualificazione ai quarti di Challenge Cup mancata d’un soffio. “Cosa ¨¨ scattato? Lavoriamo tutti verso lo stesso obiettivo – dice Steyn - e tutti sulle stesse cose: essere forti nei nostri ruoli e fare ognuno al meglio il lavoro specifico che gli viene chiesto. Ma oggi sta succedendo qualcosa di diverso e si vede: noi giocatori abbiamo la confidenza e la tranquillit¨¤ di poter provare in partita certe cose: una giocata personale, un offload, attaccare la linea, qualche passaggio strano, sapendo che vicino avrai sempre gli altri. Ma ¨¨ un processo lungo, da ora in poi sono evidenti i cambiamenti”. Sullo stesso processo si cerca di lavorare anche in azzurro con il c.t. Conor O’Shea e il suo staff. “Qui siamo su un altro livello, c’¨¨ un’altra pressione, un aspetto che dobbiamo migliorare, al quale dobbiamo abituarci. Quando facciamo un fallo, per esempio, non dobbiamo farne un altro subito, ¨¨ normale farne, ma mentalmente ¨¨ importante fare subito una cosa positiva, per non rimanere su quella negativa precedente. Perch¨¦ se ripeti uno, due, tre falli, a questo livello le altre squadre ti fanno punti e tu ti ritrovi in una situazione difficile. E’ una cosa che arriver¨¤. In Nazionale non ¨¨ facile, ora stiamo insieme 3 giorni ed ¨¨ un buon sistema, poi dalla prossima settimana per¨° inizia il Sei Nazioni. Non ¨¨ facile per lo staff e per i giocatori ripetere le dinamiche che abbiamo nei club. Alla Benetton ogni giorno c’¨¨ un processo sul quale stiamo lavorando. E’ un lavoro difficilissimo e quello che siamo gi¨¤ riusciti a fare con l’Italia merita rispetto”.
AVVERSARI – Steyn, che nel suo processo di crescita ha vissuto esperienze qualificatissime come agli Sharks o con i Baby Boks, spiega poi che fare paragoni con le altre nazioni ha poco senso. “Dobbiamo stare attenti a non fare troppi confronti con gli altri, siamo un paese diverso, cultura diversa,: non si pu¨° dire perch¨¦ non siamo capaci a fare come fanno gli altri o perch¨¦ non siamo capaci di vincere quella partita”. E anche se le vittorie nella gestione di O’Shea scarseggiano, Steyn invita a fare altre osservazioni: “Tutti vogliono i risultati subito, ma noi giocatori non dobbiamo focalizzarci su quelli, ma sulla prestazione, lavorando giorno per giorno sui nostri processi. Il compito di ciascuno di noi ¨¨ restare concentrato su questo e offrire una buona prestazione in campo. E i risultati arriveranno. Conor ci chiede questo, sono 3 anni che ci stiamo lavorando duro e non possiamo cambiare strada a met¨¤ percorso, dobbiamo continuare su questo. Anche perch¨¦ se andate a guardare le ultime partite di novembre, con Australia e Georgia abbiamo giocato un bel rugby, anche divertente per noi. Ora sta a noi continuare a giocare a quel livello, continuare a fare passi avanti, anche piccoli, ma consistenti”.
Roberto Parretta
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