L’uomo che non ti aspetti, che non doveva neanche esserci: Handr¨¦ Pollard ha deciso una semifinale Mondiale “da escluso”, contribuendo a ribaltare un match che sembrava in mano all’Inghilterra, e che alla fine gli Springboks hanno vinto 16-15. L’esperto mediano sudafricano, gi¨¤ campione del mondo da titolare nel 2019, ha risolto una partita complicatissima con una prestazione di grande solidit¨¤ e – soprattutto – con un calcio da met¨¤ campo a 2 giri d’orologio dal termine.
EROE SPRINGBOKS
Pollard, l’uomo che ha deciso una semifinale mondiale... da non convocato!
Da quella chiamata nell’Under 20 quando ancora andava a scuola all’amputazione del braccio evitata per un soffio: quella del mediano sudafricano, che ha deciso il match con l’Inghilterra dopo essere rimasto fuori dalla lista dei convocati per il Mondiale, ¨¨ sempre stata una carriera da predestinato
Al posto di un tallonatore...
¡ªE pensare che Handr¨¦ Pollard, al Mondiale, nemmeno doveva esserci. Un infortunio al polpaccio, infatti, lo aveva tenuto fuori dalla lista dei 33 che sarebbero andati in Francia. Nienaber ed Erasmus, a quel punto, avevano puntato tutto su Manie Libbok: giovane promettente, ottimo regista ma con un piede ancora da aggiustare. Non avevano per¨° mai chiuso la porta al 29enne, che avrebbe potuto rientrare “in corsa” in caso di infortuni altrui. E cos¨¬ accade: si fa male il tallonatore Malcom Marx, e i due coach invece di chiamare un pari ruolo chiamano Pollard, un mediano. Nienaber bluffa: “Non ci aspettiamo molto da lui, ¨¨ ancora fuori forma”, lo schiera nella passeggiata contro Tonga per dargli minutaggio, poi contro la Francia tocca di nuovo a Libbok. Pollard entra nel secondo tempo, mette dentro 2 calci decisivi e contribuisce alla vittoria per 29-25 contro la Francia padrona di casa.
Il cambio a sorpresa
¡ªLe gerarchie a quel punto sembrano chiare: Libbok resta il titolare, Pollard ¨¨ un usato sicuro che servir¨¤ nel finale con la sua precisione nei piazzati. Contro l’Inghilterra, per¨°, il giovane “10” sudafricano non ne azzecca una. La specialit¨¤ dell’Inghilterra ¨¨ far giocare male gli avversari, e sotto il diluvio di Parigi Farrell e compagni hanno messo nel mirino lui. Dopo 30 minuti arriva un cambio che ha del clamoroso: dentro Pollard, tra gli sguardi sbigottiti dei tifosi allo Stade de France che vedono il povero Libbok uscire senza proferire parola. Il cambio si rivela azzeccato, perch¨¦ l’esperto mediano sudafricano trascina i suoi fuori dall’intricata ragnatela tessuta dagli inglesi: del resto, a inizio secondo tempo pagher¨¤ dazio anche il capitano Kolisi, anche lui fuori fuoco a Parigi. Il messaggio di Nienaber ¨¨ chiaro: “I ragazzi sanno che poteva succedere, e lo abbiamo fatto altre volte. Non sono bocciature, facciamo scelte esclusivamente per il bene degli Springboks, che vengono prima di tutto. Prima dell’individuo, prima dell’ego”.
Predestinato
¡ªSembra una storia gi¨¤ scritta: il predestinato che non doveva essere l¨¬ e che cambia le sorti del Mondiale. E in effetti, Pollard, un po’ predestinato lo ¨¨. Cresce a pane e rugby (il padre fu capitano del Paarl Gimnasium nel 1978) ma sa che al termine della scuola dovr¨¤ scegliersi un corso di laurea e continuare a studiare: “Mio padre ha sempre avuto una grande etica del lavoro, questa cosa ci ha sempre uniti. Io volevo diventare un dottore, ma ho subito realizzato di non avere la testa per farlo” disse ridendo: “Durante gli ultimi anni di scuola pensavo a dove avrei fatto l’Universit¨¤, poi in 6 mesi ¨¨ cambiato tutto”. Quei 6 mesi sono i primi del 2012, quando Pollard – a soli 18 anni – entra nel giro del Sudafrica under 20, e in estate viene convocato al Mondiale di categoria. All’inizio ¨¨ la riserva di Tony Jantijes, promessa mai mantenuta che avr¨¤ una discreta carriera nei club sudafricani e finir¨¤ poi a giocare in Spagna. Nella seconda partita ¨¨ titolare contro l’Italia, e quella maglia numero 10 non la lascer¨¤ pi¨´. A quell’et¨¤, e in uno sport come il rugby, 2 anni in meno sono tantissimi, ma Pollard si muove come un veterano, e guida i Baby Boks alla vittoria del Mondiale. Si ripeter¨¤ 2 anni dopo, quando da 20enne – e da giocatore gi¨¤ professionista coi Bulls – trasciner¨¤ nuovamente il Sudafrica al successo di categoria, vincendo anche il premio di miglior giocatore del Mondiale.
Le viti nel braccio
¡ªLa carriera di Pollard poteva finire molto presto. Di infortuni ne ha avuti tanti: crociato, ginocchio, polpaccio, tutti superati brillantemente, eppure un banale infortunio alla spalla stava per rovinargli la carriera, e soprattutto la vita. Durante la convalescenza per l’infortunio al crociato, nel 2016, Pollard decise di operarsi anche alla spalla per risolvere un problema cronico che continuava a dargli noie. Tutto tranquillo, ma le viti inserite nella parte alta del braccio causarono un’infezione: Pollard rischi¨° l’amputazione del braccio, rest¨° attaccato a delle flebo di antibiotici 7 ore al giorno per 5 settimane e fortunatamente i medici riuscirono a salvare l’arto: “Per fortuna l’infezione ¨¨ stata scoperta subito, altrimenti sarebbe andata diversamente” raccont¨° dopo il ritorno a casa.
E ora in finale?
¡ªIn vista della finale, in Sudafrica non si parla d’altro: Libbok o Pollard? Erasmus e Nienaber sono sempre stati chiari: se qualcuno gioca male va fuori, per il bene della squadra, ma poi si ricomincia da capo. Era toccato a Mbongi Mbonambi nel 2018, uscito al 34’ dopo una mezz’ora horror contro l’Australia, ma il tallonatore fu poi confermato per la partita successiva e rimase uno dei punti fermi della squadra che vinse il Mondiale nel 2019 e ora si gioca uno storico bis. “Quello che ¨¨ successo non significa che Libbok non partir¨¤ titolare” ha subito chiarito Nienaber, che non ha chiuso la porta al tanto talentuoso quanto criticato (soprattutto per calci) mediano sudafricano. Non sar¨¤ una scelta facile, anzi, sar¨¤ la scelta che pu¨° valere un Mondiale.
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