Treviso, ¨¨ il giorno della Rainbow Cup: vincere per diventare grandi
Ha ragione Marco Bortolami quando dice che Benetton-Bulls ¨¨ la partita pi¨´ importante degli ultimi anni per il rugby italiano. Va per¨° aggiunto un pezzo di frase: se verr¨¤ vinta.
Rinati a primavera
¡ªBreve riassunto dello stato dell’arte. Dopo aver chiuso il Pro 14 disastroso — 15 sconfitte in 15 partite disputate — e con un corsa in Challenge Cup finita ai quarti, Treviso sembra avviata a chiudere una stagione pessima. Resta da giocare la Rainbow Cup, creata in fretta per dare un assaggio di ci¨° che avverr¨¤ da settembre con l’entrata delle quattro sudafricane pi¨´ forti ma svilita dall’impossibilit¨¤ causa Covid di far giocare le europee contro le nuove arrivate, se non in una finale Nord contro Sud. Insomma, sembra un modo per tirare avanti fino a maggio. Per¨° al Benetton succede qualcosa: una vittoria con Glasgow, due derby vinti con le Zebre — rivincita piena di quanto avvenuto nel campionato —, un altro successo col Connacht. Nel frattempo la Fir si muove col governo per ospitare la finale, trova una sponda e come sede viene scelta proprio Treviso. Il gruppo si sigilla, il tecnico Crowley — passato dall’addio sicuro all’Italia fino alla panchina della Nazionale — ritrova i Nazionali, d¨¤ fiducia a un gruppo ben definito. La squadra gioca come non mai. La vittoria a tavolino sugli Ospreys sancisce la qualificazione. E cos¨¬, a 19 anni dall’esperienza del Viadana in Shield — poi battuto dal Montpellier —, un’italiana si gioca un trofeo. Per una volta i riflettori del rugby internazionale si accendono su di noi.
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Non farsi spremere
¡ªMichele Lamaro, 3a linea di 23 anni, un futuro da capitano azzurro per molti gi¨¤ scritto ("Non sta a me decidere, ¨¨ una cosa che si costruisce pian piano a partire dal rapporto con i compagni e in questo Luca Bigi finora ¨¨ stato bravissimo"), oggi sar¨¤ nel cuore della battaglia. "Siamo carichi, sar¨¤ una meraviglia — racconta —, ¨¨ un onore giocare una partita cos¨¬. Marco Bortolami ha ragione, in Europa sono curiosi di vedere cosa faremo. ? una grande occasione per noi, per il movimento e per i tifosi". I Bulls sono una corazzata. Arrivano da Pretoria, nel Nord del Sudafrica. Il “director of rugby” ¨¨ Jake White, c.t. del Sudafrica iridato nel 2007. Il fatto che i quattro Springboks selezionati per la serie di test contro i Lions non ci saranno — il pilone Trevor Nyankane, l’apertura Morne Steyn e il terza linea Marco Van Staden gi¨¤ al lavoro a Bloemfontein, il n.8 Duane Vermeulen fermo per infortunio — non toglie nulla a una corazzata dalla grande profondit¨¤, ancorata a un pacchetto ultrafisico e votata al rigore tattico e all’avanzamento al piede, con trequarti veloci pronti a sfruttare le occasioni. Una squadra dal gioco europeo, "simile a quello del Munster ma ancora pi¨´ fisico" secondo Bortolami, da luglio allenatore capo dei biancoverdi. "Cercano di spremerti come un limone" aggiunge Franco Smith, ex c.t. azzurro ora responsabile dell’Alto livello, un passato da giocatore in entrambe le squadre. "Abbiamo visto le loro partite nel girone sudafricano — aggiunge Lamaro —. Vogliono dominarti fisicamente, hanno un gioco molto diretto. Dovremo vincere le piccole battaglie, che alla fine sono quelle che costruiscono il risultato".
Entusiasmo
¡ªTreviso sar¨¤ calda e non solo per il clima. I 1250 biglietti disponibili sono bruciati in un amen, il Comune prevede un maxischermo in piazza Trentin. ? una folata di entusiasmo — la seconda dopo quella creata dalla bella finale di Top 10 tra Petrarca e Rovigo — per un movimento italiano che ne ha bisogno come il pane dopo 32 sconfitte di fila nel Sei Nazioni, polemiche e frustrazioni a tutti i livelli. Ci voleva. Ora per¨° bisogna costruirci sopra. Bisogna vincere.
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