Sport di squadra per eccellenza, il rugby con molta, moltissima fatica cede ai personalismi. Cos¨¬ quando si parla di rivincita per questo o quell’altro giocatore, la stonatura viene subito fatta notare: nessuno sul campo da rugby ¨¨ in grado di decidere una partita o trascinare da solo una squadra. Ma se a prendersi oggi la rivincita ¨¨ Samuel Jordan Cane, per una volta si pu¨° sorvolare. Dal 2020 capitano a tempo pieno degli All Blacks (lo era stato occasionalmente con la Namibia ai Mondiali del 2015 e con l’Italia a Roma nel 2016), convive da sempre con la pesantissima eredit¨¤ lasciata dall’immenso Richie McCaw. Le sue prestazioni sono da sempre passate sotto la lente d’ingrandimento e il paragone con il leggendario predecessore con la maglia numero 7 non lo abbandona mai.
MONDIALE DI RUGBY
I 21 placcaggi di capitan Cane: con l'Irlanda la rivincita del leader All Blacks
Ha fatto rimangiare gli insulti a O’Mahony e alla stampa irlandese. Dopo un anno di silenzio. Da sempre al centro delle critiche e di paragoni impropri con la leggenda McCaw, la sua partita ai quarti ¨¨ stata semplicemente mostruosa
Consacrazione
¡ªLa rivincita e, forse, la definitiva consacrazione di Sam Cane ¨¨ cos¨¬ arrivata sabato sera a Saint-Denis, quando ha guidato gli All Blacks alla vittoria sull’Irlanda nei quarti di finale del Mondiale francese: raramente i neozelandesi si sono trovati dalla parte di quelli sfavoriti nel pronostico, ma con il capitano autore di una prova monumentale, tecnica, tattica e di assoluta leadership. Nel momento in cui ha lasciato il campo a 5 minuti dalla fine aveva messo assieme 21 placcaggi, alcuni dei quali hanno regalato a chi assisteva al match, che fosse allo stadio o in televisione, il sapore di una prova memorabile. Che poi c’¨¨ anche una statistica che racconta il peso di Cane in campo: in una classifica che mette in fila i giocatori neozelandesi che dal 2009 hanno collezionato pi¨´ placcaggi in una singola partita, il 31enne flanker di Rotorua occupa le prime 3 posizioni: 27 con l’Australia nel 2017, 26 con il Giappone nel 2013 e 25 in 3 occasioni (Australia e Galles 2017, Australia 2020). E l’unico giocatore a stare con lui in questa statistica indovinate chi ¨¨? McCaw, ovviamente, con 26 placcaggi (Australia 2010). Poi, se a incoronarti definitivamente arriva proprio il sigillo della leggenda, altro che rivincita… “La prestazione di Sam con l’Irlanda - ha detto Richie - ¨¨ stata una delle migliori da quando gioca con gli All Blacks. Essere in grado di mettere in campo tutto quello che ha messo lui e in pi¨´ farlo da capitano ¨¨ fonte d’ispirazione per tutto il resto della squadra”.
Insulti
¡ªE che il nome di McCaw rappresenti un’ossessione per chiunque si trovi a giudicare o affrontare Cane, lo dimostra anche l’episodio nella serie che l’Irlanda vinse clamorosamente per 2-1 un anno fa proprio in Nuova Zelanda, quando il flanker irlandese Peter O’Mahony rivolse al capitano neozelandese frasi tutt’altro che simpatiche. “Sei solo un McCaw di merda”, gli sibil¨° in faccia, come a dire, non sei degno di indossare la maglia di Richie. E, tanto per cambiare, in quei giorni Cane fin¨¬ al centro delle critiche, sia per i risultati della squadra, che per la debolezza mostrata nel replicare alle parole dell’avversario.
Cane, se solo un McCaw di merda
Peter O'Mahony durante un match perso con l'Irlanda
Ma Cane ha saputo aspettare e si ¨¨ andato a prendere in campo la pi¨´ gustosa delle rivincite, infliggendo a O’Mahony e all’Irlanda la pi¨´ dolorosa delle sconfitte, in un match che secondo la maggioranza dei pronostici avrebbe dovuto aprire alla squadra di Andy Farrell la strada verso la finale. E, esattamente come un anno fa, interrogato sulla vicenda, Cane ha replicato con la medesima semplicit¨¤: “Non c’era alcuna motivazione particolare - ha detto il capitano degli All Blacks - legata a quell’episodio. Sapevamo gi¨¤ prima della partita che loro hanno in squadra qualche giocatore al quale piace usare questo tipo di provocazione, definiamolo anche un modo per ferirti sotto la pelle. ? semplicemente una tattica. Quindi ci siamo preparati per fare in modo di non perdere mai il focus e restare sempre concentrati esclusivamente sul lavoro da fare. E mi sembra che ci siamo riusciti…”.
L'insulto? Tattica. Siamo rimasti concentrati solo sul lavoro da fare. Ci siamo riusciti
Sam Cane
Rimpiazzato da Dalton Papalii al 75’, Cane ¨¨ rimasto inchiodato a bordo campo a due passi dalla linea laterale per assistere alla difesa dei suoi compagni dall’ultimo assalto irlandese, chiuso con la palla rubata in ruck dal veterano Sam Whitelock. “Non credo di avere mai assistito - ha detto proprio Cane - o sentito parlare di un attacco cos¨¬ prolungato come quello degli irlandesi nell’ultima azione, ma i ragazzi in campo hanno difeso aiutandosi l’uno con l’altro. La difesa ha vinto questa partita. E la storia dimostra che i Mondiali li vince sempre chi sa difendersi meglio. Questa partita rappresenter¨¤ un punto di riferimento importante per le nostre uscite future”.
Stampa
¡ªMa al di la degli avversari in campo e delle provocazioni che Cane evidentemente ritiene lecite, ¨¨ pi¨´ facile ipotizzare che al capitano degli All Blacks non siano sfuggiti alcuni commenti poco lusinghieri nei suoi confronti arrivati dalla stampa irlandese. Nel presentare la partita, infatti, il podcast irlandese ‘Off the ball’ aveva definito le prime linee neozelandesi “troppo fallose”, le seconde linee “vecchie e lente” e Sam Cane “uno che non sa giocare in ruck”. Come risposta a quest’accusa diretta, Cane potrebbe spedire a Dublino il file con l’azione nella quale smantella letteralmente Hugo Keenan, magari per mostrarla alle scuole di avanti irlandesi… Nell’emisfero sud esiste una frangia di tecnici e commentatori che ritiene eccessivo l’utilizzo dei dati individuali raccolti nella videoanalisi sui quali le squadre europee costruiscono la base della tattica di gioco delle singole partite e cos¨¬, sempre per prendersi una bella rivincita sulle previsioni fatte dagli irlandesi prima del quarto di finale, la stampa neozelandese oggi sbeffeggia i portabandiera del “momentum difensivo” relativo al predominio nel breakdown, erroneamente ritenuto un punto debole di Cane: “Le due palle conquistate in ruck nel primo tempo avranno fatto capire agli irlandesi di avere sopravvalutato la propria efficienza nel breakdown e hanno al tempo stesso mostrato al mondo che se Cane ¨¨ l’indiscusso titolare come openside flanker degli All Blacks, un motivo c’¨¨!”. Forse ora con la rivincita di Cane e degli All Blacks su O’Mahony e l’Irlanda , ci si penser¨¤ due volte prima di apostrofarli in campo e fuori con termini eccessivi. E dire che bastava ripassare un po’ gli eventi, per evitare di ritrovarsi dal lato sbagliato della storia. Nel 2003, dopo la vittoria in semifinale dell’Australia sulla Nuova Zelanda, George Gregan se ne girava per il campo mormorando “ora vi tocca aspettare altri 4 anni, ragazzi”: peccato che poi la finale di Sydney la vinse clamorosamente l’Inghilterra, senza dimenticare che il digiuno dei Wallabies si ¨¨ allungato ora a 24 anni e che nel mezzo di Mondiali gli All Blacks ne hanno vinti due. Che sia meglio non sfidare gli All Blacks magari gi¨¤ si sapeva, ma da oggi di sicuro prima di provocare Sam Cane, sar¨¤ meglio rifletterci bene.
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