Primo tempo
¡ªTredici mete a due, un dominio indiscusso e qualche momento anche per fare accademia. Italia-Russia di San Benedetto, secondo dei quattro test di avvicinamento alla Coppa del Mondo, si chiude con un cappotto. Contro i russi, ventesimi nel ranking, non c'¨¨ partita. Finisce 85-15 tra due squadre di livello incomparabile: O'Shea schiera la migliore nazionale dal 1' - la stessa che in Giappone dovremmo vedere contro il Sudafrica, nel match chiave per tentare un durissimo passaggio ai quarti -, i russi hanno tanta buona volont¨¤ ma giocano a un livello pi¨´ basso, sul piano fisico prima ancora che tecnico. Piacciono Polledri, Minozzi, ma sono in tanti a fare bella figura. I 23 in campo, tutti presenti nella lista dei 31 per il Giappone che domani sar¨¤ ufficializzata da O'Shea, si sono divertiti come poche altre volte possono fare.
Italia poco disciplinata in avvio, tre falli in 5' minuti. Il secondo, in touche, permette a Gaysin di portare avanti la Russia. Le cilindrate delle due squadre, per¨°, sono troppo diverse: si nota nell'organizzazione in maul, nelle sfuriate di Minozzi e di Hayward, in un Polledri che ¨¨ ovunque. All'8' su rimessa laterale e maul avanzante ¨¨ proprio il flanker a staccarsi, per servire la meta di Morisi. E se in chiusa Pasquali scivola concedendo un calcio su introduzione azzurra, l'Italia trova autostrade al largo: al 16' Campagnaro lancia Polledri in campo aperto, che sfrutta il sostegno di Tebaldi e poi di capitan Parisse: 14-3. Al 18', alla prima sollecitazione, la difesa azzurra cede: il centro russo passa tra Morisi e Campagnaro e fa il break, dentro i 22 la palla vola a Golosnitsky in bandierina: 14-8. La maul resta una piattaforma perfetta per l'Italia: al 25' la Touche su Ruzza innesca l'avanzamento, palla fuori ad Allan che salta i centri e trova Hayward, che a sua volta libera Bellini in bandierina. L'ala padovana fa il bis al 28' (26-8), al largo la Russia non regge e prima della pausa arrivano anche la segnatura di un Minozzi ispirato e di Hayward: 38-8, sei mete a una.
Nella ripresa non cambia la musica. O'Shea fa entrare presto tutta la panchina, prima con la prima linea (Riccioni-Zani-Ferrari), poi dando respiro a Parisse (entra Negri) e cambiando la mediana (dentro Canna e Braley), dando infine spazio a Padovani e a Zanni. Gli azzurri dominano le fonti di gioco e fanno accademia, innescando le gambe dei vari Allan, Bellini, Braley, Padovani e Minozzi, ai quali non sembra vero di trovare tali praterie. Arrivano altre sei mete, ma nel finale ne viene concessa una, evitabile, a Fedotko. San Benedetto fa festa con gli azzurri ed ¨¨ giusto cos¨¬, mai test probanti verso il Giappone saranno altri, a iniziare da quello contro la Francia in programma a Parigi tra due weekend