A Wellington il Sudafrica batte la Nuova Zelanda e riapre il torneo: mete di Dyantyi (2), le Roux, Marx e Kolbe. Per i campioni del mondo sono determinanti le 4 trasformazioni mancate da Barrett
Il Sudafrica ha sconfitto per 36-34 gli All Blacks a Wellington nel match che ha aperto la quarta giornata del Rugby Championship, il Quattro Nazioni dell’emisfero sud. Prima sconfitta nel torneo per i bicampioni del mondo in carica, mentre per gli Springboks ¨¨ la seconda vittoria, dopo le due sconfitte di fila in Argentina e Australia. E dopo 6 sconfitte consecutive negli scontri diretti, il Sudafrica torna a battere gli All Blacks, come non accadeva dal 2014 (27-25 a Johannesburg), mentre l’ultimo colpo in Nuova Zelanda era datato addirittura 2009 (32-29 a Hamilton). E mai prima il Sudafrica aveva segnato cos¨¬ tanti punti agli All Blacks in trasferta. La squadra del c.t. Steve Hansen resta in testa alla classifica con 16 punti, ma il Sudafrica accorcia ora a -6.
RIMONTATI —
Dopo un paio di attacchi ben difesi dagli Springboks, gli All Blacks sfondano al 5’: da una ruck TJ Perenara serve un brutto passaggio a Beauden Barrett, che per¨° lo raccoglie praticamente dai suoi piedi e alla velocit¨¤ della luce inventa un passaggio per il fratello Jordie (che gioca estremo), che si infila nel canale aperto davanti e vola in meta. I padroni di casa sfiorano la seconda poco dopo con un clamoroso break di Ben Smith e Anton Lienert-Brown fermato a due passi dalla meta, poi un altro in avanti (il quarto in 10 minuti) mette fine all’attacco. Meta rimandata solo di pochi minuti: sulla linea di met¨¤ campo splendido offload di Lienert-Brown a liberare la corsa lungo l’out destro di Ben Smith, che poi al momento giusto serve all’interno Aaron Smith che arriva fino in fondo (e stavolta Barrett trasforma). Al 20’ per¨° finalmente si svegliano anche gli Springboks, che guadagnano terreno con gli avanti e poi con un paio di bellissimi passaggi di Malcolm Marx e Willie le Roux liberano la corsa in meta di Aphiwe Dyantyi (Handre Pollard trasforma). Passano 5 minuti e gli All Blacks combinano un pasticcio: dopo avere chiuso in touche il tentativo di fuga di Dyantyi, Jordie Barrett la batte veloce dentro i suoi 22 verso Rieko Ioane, ma non ci sono n¨¦ distanza n¨¦ precisione, cos¨¬ sulla palla vagante si avventa le Roux, che pu¨° andare a schiacciare indisturbato sotto i pali. Pollard trasforma e il Sudafrica ¨¨ avanti 14-12. E al 32’ arriva anche la terza: touche ai 5 metri, maul che avanza poco ma che mantiene il possesso, fino al guizzo di Marx, che vede un varco e schiaccia (Pollard trasforma). Tre mete subite in 12’ non sono certo una consuetudine per gli All Blacks, che ci mettono un po’, ma poi reagiscono, con un lunghissimo attacco che sfibra la difesa del Sudafrica, fino alla superiorit¨¤ a sinistra che permette a Ryan Crotty di trovare Ioane tutto solo: meta che per¨° Barrett non trasforma (due errori pesanti perch¨¦ da posizioni non impossibili). Sull’ultima azione il Sudafrica si guadagna una punizione che invece Pollard infila per il +7 sul quale si va al riposo. Gli All Blacks nella loro storia avevano concesso pi¨´ punti nel primo tempo solo 3 volte: 33 con il Sudafrica a Johannesburg nel 2000, 26 con la Francia sempre nel 2000 e 25 con l’Irlanda a Chicago nel 2016.
FINO ALLA FINE —
La ripresa si apre con gli All Blacks all’attacco, ma con un po’ di frenesia, che diventa subito fatale: Crotty prova a servire Ioane, ma Cheslin Kolbe ¨¨ perfettamente piazzato in mezzo ai due, intercetta e vola in meta (Pollard trasforma): la prima in nazionale per la 24enne ala che aveva esordito la scorsa settimana in Australia. Al 52’ gli All Blacks la riaprono: mischia ai 5 metri, al secondo reset Kieran Read prova a uscire ma viene subito fermato, cos¨¬ come Tj Perenara (entrato al posto di Aaron Smith), che per¨° ricicla per Beauden Barrett che trova a sua volta Ioane per il tuffo alla bandierina (e la trasformazione pi¨´ difficile entra anche). Il Sudafrica per¨° ¨¨ mentalmente solidissimo e non si scompone, anzi trasforma in oro un altro attacco, con l’offload di Elton Jantjies (subentrato a Damian de Allende) per Warren Whitley, che a sua volta libera sull’out Dyantyi, che rientra e vola a firmare doppietta e quinta meta. Ma per gli All Blacks non ¨¨ certo finita: al 61’ da una touche ai 5 metri costruiscono la maul che sfonda oltre la linea e che permette a Codie Taylor di schiacciare (ma Barrett ¨¨ in una delle sue giornate-no al piede e manca una trasformazione tutt’altro che complicata, colpendo il palo). Con un favoloso break di Jack Goodhue (subentrato a Lienert-Brown) e Perenara gli All Blacks arrivano sotto i pali, poi sulla ruck fuirigioco antisportivo di le Roux per impedire il riciclo veloce e inevitabile cartellino giallo per l’estremo. Ormai si gioca solo nei 22 sudafricani, ma la difesa regge ai tremendi attacchi degli All Blacks. Ma al 73’ i padroni di casa sfondano: touche nei 22, maul che avanza fino al tuffo in meta di Ardie Savea (da poco entrato al posto di Sam Cane): Barrett, per¨°, sbaglia ancora. Sul 34-36 a questo punto sono chiaramente decisive le 4 trasformazioni mancate dall’apertura. Un in avanti sul possesso a met¨¤ campo condanna il Sudafrica a tornare nei suoi 22 e gli All Blacks possono chiudere all’attacco: la sirena suona con una mischia a 5 metri. L’attacco va avanti per 17 fasi, per quasi 3 minuti di recupero ma alla fine ¨¨ un in avanti di Damian McKenzie e regalare la palla ai sudafricani, che la mettono fuori con le Roux e portano a casa la storica vittoria.
Roberto Parretta
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