racconto
Dalle mischie al palco del Festival: quando Olly sfior¨° la nazionale di rugby
Olly ha cominciato a cantare negli spogliatoi dello stadio Carlini per festeggiare le vittorie del Cus Genova. Finiva ogni partita di rugby con la divisa biancorossa sporca di fango e i lividi ovunque. In campo lottava, prendeva colpi e correva veloce in meta. Ma quando i compagni facevano partire la musica, lui era il primo a salire sulle panche urlando a squarciagola. ¡°E pensare che lo prendevamo in giro dicendogli che era stonato¡±. Francesco Nasti ¨¨ stato l¡¯allenatore di Federico Olivieri dall¡¯U14 all¡¯U16, quando era soltanto un ragazzino che studiava al conservatorio e scriveva i testi nella sua cameretta: ¡°Per noi ¨¨ sempre stato Olly, il nome d¡¯arte arriva dal rugby. Era il nostro capitano, il pi¨´ forte del gruppo. Con lui in campo abbiamo vinto tantissimi tornei. Aveva un fisico eccezionale pure da piccolo. Gli avversari si scansavano quando dovevano placcarlo¡±.?
Il cantautore genovese classe 2001 ¨¨ tornato per la seconda volta all¡¯Ariston con Balorda Nostalgia: un brano che racconta di momenti vissuti e irripetibili, in amore come nella vita. Prima dei successi e del ritorno al Festival per¨° nel passato di Olly c¡¯¨¨ una palla ovale e il sogno azzurro soltanto sfiorato: ¡°Se avesse continuato a giocare sarebbe arrivato in Nazionale ¨C assicura Nasti -. Aveva ricevuto diverse convocazioni dall¡¯Accademia della Federazione. Gli infortuni e la scelta di andare a studiare a Londra lo hanno portato verso un¡¯altra strada¡±. Che oggi fa tappa a Sanremo.?
il fuoriclasse del cus
¡ª ?Quel percorso ¨¨ iniziato in un rettangolo verde incastrato tra i palazzoni di Genova. Olly era il numero 8 del Cus, agiva terza linea centro e in campo non si ¨¨ mai risparmiato: ¡°Era un giocatore intelligente, sfruttava il momento buono per uscire dalla mischia e servire il mediano. A 16 anni era gi¨¤ alto 1.90 per 90 chili, con quella fisicit¨¤ servivano due o tre avversari per fermarlo¡±. Federico ha iniziato prestissimo con il rugby. Durante i tornei regionali, quando prendeva il pallone non ce n¡¯era per nessuno: ¡°Da solo realizzava almeno cinque mete. Vincevamo le partite pure 50 o 60 a zero. Ma ¨¨ sempre stato un generoso, giocava per i compagni e passava sempre il pallone¡±.?
Da grande ha iniziato a far valere i muscoli. Nei tornei internazionali a Parma e Rovigo ha anche sfidato le formazioni giovanili del Sudafrica: ¡°Prima di una partita importante sentiva un forte dolore alla gamba ¨C racconta Piero Zaami, suo allenatore in U18 ¨C gli dissi che avevamo bisogno del nostro capitano, doveva stringere i denti¡±. Si avvolse il quadricipite in una fascia strettissima e corse in campo. Olly ha sempre resistito alle botte: ¡°Non mi ha mai chiesto di essere sostituito ¨C ricorda Nasti ¨C pure quando aveva sangue e dolori dappertutto. A fine partita usciva sempre pieno di tagli e bende ovunque¡±. Non solo capitano, Federico ¨¨ stato un leader per tutto il gruppo. Inarrestabile anche nel terzo tempo: ¡°Con la squadra mangiavamo e bevevamo. Nel rugby ¨¨ un momento sacro, nessuno pu¨° andare via. Una volta finito lui era il primo a dare il buon esempio ai compagni aiutando a sparecchiare e ripulire¡±.?
Le battle rap dopo le trasferte
¡ª ?Da capitano del Cus Genova, quel ragazzone robusto e altissimo ha ereditato la fascia pure nella selezione regionale ligure. La Federazione lo aveva convocato anche nell¡¯Accademia del nord-est. Ogni anno arrivano circa 30 ragazzi, i migliori entrano nel giro della Nazionale: ¡°Olly aveva tutte le carte in regola per riuscirci ¨C conferma Nasti -. Federico soffriva di problemi alla schiena, spesso era infortunato. Tra il conservatorio e la scelta di raggiungere suo fratello a Londra per terminare gli studi non se n¡¯¨¨ pi¨´ fatto nulla¡±. La musica ¨¨ sempre stata una sua grande passione, come il rugby: ¡°Quando tornavamo in bus dalle trasferte partivano le battle rap con i microfoni. Ripensandoci adesso, lui era il pi¨´ bravo¡±. Giovanni Granzella ha condiviso il campo con Olly: insieme hanno giocato dall¡¯U12 fino all¡¯U18. ¡°La sua specialit¨¤ era l'offload con una mano. Lo paragonavamo a Sergio Parisse, in quegli anni numero 8 dell¡¯Italia¡±. Ci teneva cos¨¬ tanto alla squadra che una volta ¨¨ uscito in lacrime dopo la fine di una partita: ¡°Perdemmo la finale per andare a giocare in ?lite, lui aveva rimediato un giallo ed era rimasto fuori dieci minuti. Per tutta la settimana successiva era disperato, continuava a scusarsi. Quella ¨¨ stata l¡¯unica volta che l¡¯ho visto piangere¡±.?
il discorso del capitano
¡ª ?La scelta di abbandonare la carriera da rugbista per fare musica non ¨¨ stata sofferta. Olly ci ha ragionato, era consapevole di ci¨° che desiderava: voleva eccellere al conservatorio e poi frequentare l¡¯universit¨¤. ¡°Ricordo il momento esatto in cui ci ha comunicato che avrebbe smesso ¨C ricorda l¡¯amico Giovanni -. Parl¨° singolarmente con tutti noi e poi fece un discorso alla squadra". La verit¨¤ ¨¨ che la divisa biancorossa non l¡¯ha mai abbandonata: "L¡¯anno scorso abbiamo organizzato una partita di beneficenza, lui ha indossato caschetto e fasciature schierandosi terza linea centro¡±. Come una volta, il successo non l¡¯ha cambiato. Olly ¨¨ rimasto quel ragazzone che tifa Sampdoria e ama uscire con gli amici tra i vicoli della citt¨¤. Spesso passa al Carlini per le partite degli ex compagni, la prima squadra del Cus Genova domina il girone 1 di Serie B. Per loro rester¨¤ sempre il capitano che saliva sulla panca e iniziava a cantare, balorda nostalgia.
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