Il carisma ¨¨ intatto, magnetico. Non gioca pi¨´ dal 2004, ha allenato ad altissimo livello solo per un paio di stagioni a Tolone (2015-16), ma Diego Dominguez resta molto pi¨´ di un’icona del rugby italiano e mondiale. Cinquantacinque anni, apertura da 74 presenze e 983 punti in azzurro, realizzatore - e molto di pi¨´ — dell’Italia che conquist¨° il posto nel Sei Nazioni, si divide tra Parigi, Buenos Aires e Milano. Dove ¨¨ consulente di Mediobanca e anima del progetto Insieme, che con la collaborazione del Cus e del Comune ha portato il rugby in tre quartieri periferici — Baggio, Quarto Oggiaro, via Padova — e al carcere minorile Beccaria, coinvolgendo migliaia di bambini. Oggi sar¨¤ a Treviso per commentare Italia-Argentina per Sky. “? il vero derby latino — attacca —. Sono Paesi fratelli e nello sport ci scanniamo. Contro gli All Blacks l’Italia ha avuto una bella partenza, ha giocato 60 minuti buoni. Devono servire come base. I neozelandesi hanno fatto tanti errori, ma non gratuiti: l’Italia ¨¨ stata sempre presente nei punti d’incontro, i primi placcaggi sono sempre stati portati a terra. E cos¨¬ anche loro hanno sbagliato, come fanno tutti. Da parte dell’Italia ho visto un ottimo gioco al piede nel primo tempo, pressione, e cos¨¬ al 60’ era ancora in partita pur avendo sbagliato tutte le tue touche e non avendo dominato in mischia”.
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