Gioco spumeggiante e spettacolo a Monigo. I francesi mai in partita e per la prima volta battuti da una squadra italiana. Sei mete con Hayward, Ruzza, doppietta di Allan, Faiva e Brex
“Vogliamo ben figurare in coppa”, aveva dettato la linea in settimana il presidente Amerino Zatta. E Treviso, al debutto in Challenge Cup, la sua bella figura l’ha fatta: ampia vittoria 40-14, mai in discussione, su Grenoble, bottino pieno e gioco spumeggiante: se la mischia, priva del perno Simone Ferrari, non domina come in altre occasioni e il Benetton paga un po’ di indisciplina con i diversi calci a sfavore, Barbieri e soci riescono a dare continuit¨¤ e ritmo all’azione offensiva, con offloads e movimento costante della palla, che tanto ha divertito il pubblico di casa anche nelle prime gare del Pro 14. Le sei mete ne sono il frutto. Di fronte - ¨¨ vero - una formazione transalpina che finora non aveva mai perso con le italiane (7 vittorie e un pareggio, il bilancio complessivo), ma ora ¨¨ forse pi¨´ concentrata sulla difficile missione di salvarsi nel domestico Top 14 (neopromossa, ¨¨ attualmente quart’ultima), che sul proseguo del cammino nella competizione. Lo dimostrano i tanti giovani del centro di formazione in campo, tra cui tre (Bonnin, Rossi e Vacchino) all’esordio assoluto tra i professionisti. E’ anche la prima ufficiale tra le due squadre: l’unico precedente risaliva all’agosto 2106, in amichevole pre-stagione, con un 42-10 per i veneti. Curiosit¨¤: era il primo match della gestione di Kieran Crowley sulla panchina trevigiana.
il match —
Dopo un quarto d’ora di studio, sugli sviluppi di una touche, prima Duvenage, poi Quaglio non riescono a sfondare a pochi centimetri dalla linea, ma il Benetton ¨¨ bravo a far uscire rapidamente l’ovale e ancor pi¨´ efficace Morisi ad allargare con il salto di un uomo per mettere in movimento Hayward: all’estremo neozelandese basta un modesto scatto per poter depositare in mezzo ai pali. Ancora Hayward, al 24’, naviga al largo innescando l’azione della seconda meta trevigiana, finalizzata da Ruzza, abile a infilare il varco giusto. Proprio sul finale del primo tempo i transalpini dimezzano lo svantaggio: dopo una serie ruck, il tallonatore Duncan Casey, arrivato a gennaio come joker medical dopo una vita a Munster, trova la spinta vincente, nonostante il tentativo di opposizione di Allan e Morisi. Sono proprio i due trequarti a rimettere le cose a posto per Treviso, in avvio della seconda frazione (6’): dopo la rimessa conquistata ancora da un positivo Ruzza e la corsa di Negri, l’assistenza del centro libera il numero 10 azzurro, per concludere in mezzo ai pali. E’ il momento del 25enne italo-scozzesse: raccolto l’ovale, manda a vuoto un primo difensore con una finta un primo difensore, fa girare le gambe e, evitato un secondo placcaggio, va ad appoggiare comodamente oltre alla linea all’11’. Con il percorso netto nelle trasformazioni ce n’¨¨ a sufficienza per il titolo di migliore in campo e per la standing ovation al momento del cambio con Rizzi. A questo punto i biancoverdi (nell’occasione, in verit¨¤ con la maglia blu-azzurra di coppa) pu¨° prendere il largo con le mete di Faiva e l’ulteriore, bella azione alla mano conclusa da Brex, inframmezzate dalla marcatura di forza firmata Aulika. Una meta che non fa male: Treviso mette un primo mattone per il passaggio del girone, prima storica qualificazione di un’italiana alla seconda fase europea.
Mattia Zanardo
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