Il primo weekend completo delle Autumn Nations Serie si chiude con un clamoroso e inaspettato tracollo: All Blacks, Australia, Sudafrica, Argentina e Figi completano il ¡°cappotto¡±, il Sei Nazioni rischia lo ¡°zero¡±
Il c.t. azzurro Gonzalo Quesada, aveva avvertito: ¡°Chi arriva dal Championship sar¨¤ pi¨´ rodato, difficile riprendere subito tempi e meccanismi alla prima uscita¡±. Si riferiva alla sua Italia, ma in realt¨¤ quella lettura alla vigilia della sfida con l¡¯Argentina si ¨¨ poi verificata esatta per tutte le altre europee impegnate contro i colossi dell¡¯emisfero Sud: oltre ai Pumas, anche All Blacks, Australia, Sudafrica e addirittura le Figi hanno sbranato le big d¡¯Europa nel primo weekend completo delle Autumn Nations Series, il classico novembre internazionale.
all blacks
¡ª ??A dir la verit¨¤, la serie si era aperta nel primo weekend del mese con un pareggiotto, determinato dalla vittoria di misura degli All Blacks a Twickenham sull¡¯Inghilterra (24-22) e da quella invece decisamente larga della Scozia sulle Figi a Murrayfield (57-17). Ovviamente ben diverso il peso delle due vittorie: quella della Nuova Zelanda ¨¨ arrivata infatti contro il pronostico e contro l¡¯andamento di un match che sembrava in mano agli inglesi, almeno fino a quando il c.t. Steve Borthwick non ha deciso di togliere il folletto Marcus Smith e fino al clamoroso doppio errore al piede (piazzato e drop) del suo sostituto George Ford nei minuti finali. Gli All Blacks, infatti, sono arrivati in Europa reduci, s¨¬, dal confortante successo in Giappone, ma dopo un Rugby Championship molto deludente, con 3 vittorie e 3 sconfitte e chiuso al secondo posto per 2 punti davanti alla ben pi¨´ meritevole Argentina. Nonostante la vittoria di Twickenham, gli All Blacks erano stati dati per sfavoriti anche per la sfida con l¡¯Irlanda a Dublino, dove invece la squadra del c.t. Scott Robertson ha mandato in scena un autentico capolavoro, soprattutto difensivo. Agevolato, ¨¨ vero, e qui torniamo alle parole di Quesada, da una serie di imprecisioni alle quali l¡¯Irlanda non ¨¨ solita. Il 23-13 finale ¨¨ stato determinato dalla meta del solito Will Jordan e dal perfetto piede di Damian McKenzie, che ha sfruttato al massimo l¡¯indisciplina irlandese. Dopo 12 partite (9 vinte e 3 perse), da quando ha ereditato la panchina di Ian Foster dopo la finale persa ai Mondiali francesi, si inizia a vedere pi¨´ chiaramente la mano di un coach che alla guida dei Crusaders ha segnato un¡¯epoca: una difesa decisamente pi¨´ aggressiva e paziente, capace di indurre l¡¯avversario all¡¯errore o al fallo, per poi rispondere palla in mano con scelte tattiche meno rischiose, che mettono quindi al riparo dal contrattacco. Ora, stese Inghilterra e Irlanda, arriva la sfida alla Francia: difficilmente il c.t. dei Bleus Fabien Galthie, avendo visto quanto accaduto a Twickenham e Lansdowne Road, si lascer¨¤ sorprendere da questa nuova versione degli All Blacks. In pi¨´ i francesi arrivano alla sfida confortati dalla larga e convincente vittoria sul Giappone (52-12): a loro il compito di guidare la riscossa dell¡¯Europa.
Wallabies
¡ª ?Anche perch¨¦ ¨¨ difficilissimo credere che il riscatto possa passare da Inghilterra e Galles, attese infatti dalle due sfide pi¨´ difficili del weekend, con i bicampioni del mondo in carica del Sudafrica e con la rinata Australia. Gli Springboks, campioni dell¡¯ultimo Championship, non hanno certo passeggiato in Scozia, ma il 32-15 finale, firmato da una doppietta di Makazole Mapimpi e messo al sicuro nel finale dalla meta di Jasper Wiese, vantano senza ombra di dubbio la rosa pi¨´ profonda e completa del mondo, oltretutto guidati in panchina dal genio di Rassie Erasmus. ? pur vero, per¨°, che nell¡¯ultimo scontro diretto con gli inglesi, nella semifinale dei Mondiali di un anno fa, la spuntarono per un sol punto: la squadra di Borthwick ha l¡¯obbligo di rialzarsi dopo le due batoste con All Blacks e Australia, ma ha troppi punti deboli, sia nel gioco che negli uomini, per pensare di poter sgambettare i campioni del mondo. E allora, a proposito di Australia, arriviamo alla vera, clamorosa sorpresa di queste due settimane: la vittoria a Twickenham. Reduci da un Championship che definire disastroso ¨¨ poco, i Wallabies si sono presentati in Europa come vittime predestinate, salvo poi costringere tutti a rimangiarsi il pronostico, inglesi per primi. Joe Schmidt sembra finalmente aver trovato una chiave per sopperire almeno con la nazionale alla crisi ben pi¨´ profonda che attanaglia da anni il movimento australiano, soffocato dal sempre pi¨´ enorme e crescente successo del rugby a XIII e da altri sport di squadra che, inevitabilmente, sottraggono potenziali talenti al XV. Ecco che allora la federazione australiana per aiutare il suo head coach, ha deciso di puntare tutti i suoi investimenti, tecnicamente ed economicamente, su un solo uomo: il 21enne Joseph-Aukuso Suaalii. Strappato a suon di dollari ai ricchissimi Sydney Roosters per sistemarlo ai Waratahs, considerato per talento l¡¯erede di Israel Folau, accostato gi¨¤ (per traiettoria, soprattutto) all¡¯immenso e inimitabile Sonny Bill Williams, a Twickenham ha giocato la sua prima partita in assoluto a XV. Schmidt si ¨¨ preso un enorme rischio, lo ha schierato secondo centro, con Len Ikitau a coprirli le spalle, ma ha avuto ragione, ottenendo dal ragazzo una prova pi¨´ che brillante. La vittoria di Twickenham, firmata da un meraviglioso assist di Ikitau per Max Jorgensen, ha restituito ossigeno ai Wallabies, che domenica chiuderanno il programma del secondo weekend internazionale in casa di un derelitto Galles. Clamorosamente battuti a Cardiff dalle Figi per 24-19, i gallesi hanno eguagliato lo storico record negativo di 10 sconfitte consecutive, con la posizione del c.t. Warren Gatland decisamente a rischio. Considerando che l¡¯ultimo test per il Galles sar¨¤ quello con il Sudafrica, c¡¯¨¨ il concreto rischio di chiudere il 2024 senza una sola vittoria. Anche in questo caso parliamo di una federazione che sta attraversando un momento difficilissimo, sia in termini economici che di ¡°vocazione¡±. Sebbene nel paese il rugby resti una religione, sembra che il movimento sia incappato in uno di quegli inevitabili buchi generazionali: Gatland stesso nel corso di questo 2024 ha lanciato diversi giovani, che evidentemente non hanno per¨° lo stesso valore, tecnico e caratteriale, dei giovani della passata generazione.
speranza
¡ª ?Detto che Francia-All Blacks ¨¨ un match da 50 e 50, le speranze pi¨´ solide di evitare un secondo ¡°cappotto¡± consecutivo, l¡¯Europa non pu¨° che affidarle all¡¯Irlanda. Che venerd¨¬ sera, nel match che aprir¨¤ il programma, ospiter¨¤ l¡¯Argentina. Anche se, a guardarne il tragitto, i Pumas si presenteranno a Dublino come la squadra da battere. Al di l¨¤ della modalit¨¤ devastante con la quale la squadra di Felipe Contepomi ha annientato l¡¯Italia a Udine, basti ricordare che l¡¯Argentina ¨¨ stata capace di contendere fino all¡¯ultima partita del Championship il titolo al Sudafrica: per carit¨¤, la sfida di Nelspruit ¨¨ stata senza storia (48-7), ma il clamoroso 29-28 rifilato ai campioni del mondo la settimana prima a Santiago del Estero ¨¨ stata la conferma di una crescita di una squadra che (gi¨¤ semifinalista ai Mondiali) oggi se la gioca alla pari con tutte le migliori (tanto da vincere anche in Nuova Zelanda). L¡¯Irlanda di Andy Farrell oggi rappresenta per¨° il meglio in Europa e avr¨¤ tutta l¡¯intenzione di riscattare la sconfitta con gli All Blacks, che ne ha oltretutto interrotto una striscia di 19 vittorie consecutive in casa. Sulla carta si tratta quindi di 4 sfide in equilibrio, dove per¨° il rischio per l¡¯Europa di infilare un altro ¡°zero¡± ¨¨ altissimo: la pubblicit¨¤ per il Sei Nazioni del 2025 non sarebbe certo esaltante.
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