Sudafrica inarrestabile, All Blacks ko. Pumas monumentali: Australia sommersa di mete

Gli Springboks battono 18-12 i neozelandesi a Città del Capo e hanno in pugno il trofeo. A Santa Fe l'Argentina è clamorosa: umiliati i Wallabies 67-27 con nove mete (doppiette di Oviedo e Mallia), peggior sconfitta di sempre

Il Sudafrica batte 18-12 gli All Blacks a Città del Capo, ancora una volta in rimonta, fa 4 su 4 nel Rugby Championship, vince la quarta partita consecutiva contro i suoi arcirivali ed è ormai a un passo dal titolo, che non porta a casa dal 2019. Con questa vittoria, gli Springboks campioni del mondo in carica salgono infatti a quota 18 punti, a +8 sull’Argentina, che nel secondo match della quarta giornata ha umiliato per 67-27 l’Australia a Santa Fe col peggior risultato di sempre per i Wallabies. Dopo la pausa il torneo riprende sabato 21 con Australia-All Blacks (a Sydney) e Argentina-Sudafrica (a Santiago del Estero), che potrebbe consegnare il titolo agli Springboks. In fondo alla classifica ci sono All Blacks (7) e Australia (4).

a pretoria

A Pretoria va in scena una sfida molto fisica e molto equilibrata, con un primo tempo che gli ospiti chiudono avanti per 9-3 grazie ai 3 calci piazzati di Damian McKenzie, contro il solo realizzato da Handre Pollard. Con un cartellino giallo per parte, quasi contemporaneo, prima al numero 8 sudafricano Jasper Wiese per un fallo di antigioco e poi all'ala neozelandese Seevu Reece per un contatto in aria con Willie le Roux. Ma decisivo diventa poi l’avvio di ripresa: prima McKenzie manda largo un piazzato da 53 metri, poi il Tmo annulla (giustamente una meta di Eben Etzebeth), infine a coronamento di un grande attacco che costringe i neozelandesi a difendersi sui 5 metri, a sfondare è il capitano Siya Kolisi. Pollard la trasforma e poi lascia il campo a Sacha Mngomezulu, che al 53’ infila da 40 metri il piazzato del +4. Gli All Blacks tornano a -1 grazie a un altro calcio di McKenzie. Al 61’ un in avanti volontario di le Roux per fermare un passaggio di Beauden Barrett a Reece costa il giallo all’estremo sudafricano, ma McKenzie non trova i pali.

Al 67’ sbaglia anche Mngomezulu, poi 5 minuti dopo è di nuovo l’apertura neozelandese a mancare il calcio del possibile sorpasso. Errori che puntualmente si pagano: al 72’ Tyrel Lomax ferma senza palla Cheslin Kolbe, incassa l’inevitabile giallo e in superiorità numerica il Sudafrica dalla penaltouche avvia il drive che Malcolm Marx finalizza con la meta alla bandierina che chiude i conti.

a santa fe

Un calcio per parte di Ben Donaldson e Tomas Albornoz muovo lo score di Argentina-Australia a Santa Fe. Poi al 15’ un lungo possesso australiano nei 5 metri viene più volte respinto dalla difesa, fin quando è il 24enne flanker italo-australiano Carlo Tizzano a trovare il varco giusto per firmare la sua prima meta con la maglia dei Wallabies. Donaldson la trasforma e al 22’ infila anche un piazzato. In mezzo la meta annullata di Marcos Kremer per una ostruzione di Tomas Lavanini. Al 29’ belle mani veloci dei trequarti australiani, superiorità al largo, dai e vai tra Andrew Kellaway e Max Jorgensen, con l’estremo che si ritrova la strada spianata verso i pali, poi Donaldson trasforma. Ma passano due minuti e arriva l’altrettanto splendida risposta dei Pumas: l’estremo Juan Mallia tiene in campo un’ovale destinato in touche con una magia, poi recupera in aria un calcio lungo di Tomas Albornoz, quindi innesca il poderoso beak di Pablo Matera che, placcato, con una mano tiene il pallone lontano dai difensori per scaricarlo nelle mani di Mateo Carreras, che con uno splendido angolo di corsa infila la linea australiana e vola sotto i pali. Al 38’ i Pumas la riaprono definitivamente con Julian Montoya: il tallonatore trova il buco per schiacciare a coronare una serie di attacchi logoranti. Albornoz le trasforma entrambe per il 17-20 sul quale si va al riposo.

umiliazione

E a inizio ripresa arriva anche il sorpasso: mischia a 5 metri, primo attacco respinto, secondo a segno con Juan Martin Gonzalez. I Wallabies sono spariti dal campo e il c.t. Joe Schmidt cambia la mediana con Tate McDermott e Tom Lynagh. Al 57’ altra mischia a 5 metri, stavolta Gonzalo Bertranou apre per Lucio Cinti, che viene fermato a un metro, ma arriva come un falco Matera che raccoglie e schiaccia. I Pumas non rallentano e con una serie di piccoli affondi, quasi senza trovare opposizione, aprono la strada alla volata di Joaquin Oviedo. Albornoz le trasforma tutte e tre e infila anche un piazzato per il 41-20. Al 69’ McDermott batte velocemente una punizione a 10 metri, si infila in mezzo a una difesa un po’ imbambolata e va in meta, che Lynagh trasforma. Tra il 72’ e il 75’ arriva anche la doppietta di Mallia, che chiude sempre alla bandierina di destra due azioni travolgenti dei Pumas, poi al 77’ con un’Australia completamente in disarmo, arriva anche la doppietta di Oviedo. Albornoz e Santi Carreras ne trasforma una ciascuno. Kellaway incassa il giallo per fermare un ennesimo attacco, ma proprio allo scadere arriva la nona di Cinti, che raccoglie il passaggio e schiaccia praticamente indisturbato. La trasformazione di Carreras vale il clamoroso 67-27.