Marin, magico drop. “Treviso ¨¨ da primato, io ora voglio il 10”
Italiani perdenti? Mica tanto. Il Benetton ¨¨ su una striscia di sette vittorie di fila. Cinque in Rainbow Cup, finale compresa; due nello United Rugby Championship — il torneo che mette insieme il meglio di Italia, Sudafrica, Irlanda, Scozia e Galles — con Stormers ed Edimburgo. Leonardo Marin, apertura, sabato a tempo scaduto ha sparato il drop da 40 metri per il 28-27 sugli scozzesi. Una parabola da brividi, una traiettoria che piega a sinistra e solo all’ultimo inforca i pali, un po’ come la punizione di Roberto Carlos in Brasile-Francia. Monigo ¨¨ impazzito.
Per trovare una sconfitta del Benetton si deve tornare al 10 aprile. Quarti di Challenge, Montpellier-Treviso 31-25. Quel giorno i francesi spalancano gli occhi su Paolo Garbisi, fino a portarlo nel Top 14. E cos¨¬, partito il 10 dell’Italia, Leonardo pu¨° giocarsi una maglia in biancoverde, con Tomas Albornoz (titolare sabato) e Joey Caputo. Alcuni pareri sul ragazzo. Marco Bortolami, tecnico di Treviso: “Garbisi l’anno scorso era meno avanti”. Massimo Brunello. c.t. dell’Italia under 20: “Alla sua et¨¤ ¨¨ gi¨¤ leader. Mette la squadra in avanzamento”. Darrell Eigner, suo allenatore a Mogliano: “Ama attaccare alto sulla linea, ¨¨ solido in difesa. ? gi¨¤ un’apertura di livello”. Venerd¨¬ a Belfast con a corazzata Ulster esordir¨¤ da titolare.
Marin, ci racconta quel drop?
“Il movimento era preparato. Abbiamo fatto la touche che volevamo, costruito i punti d’incontro verso met¨¤ campo fino a quando mi sono sentito comodo. Avrei potuto provare una fase prima, ma Braley aveva il loro numero 8 sulla linea del passaggio. A me non cambiava nulla”.
E poi?
“E poi ho visto entrare la palla e sono stato sommerso dai compagni. Una sensazione bellissima”.
Allena spesso il drop?
“S¨¬. Mi ¨¨ sempre piaciuta l’idea di fare punti cos¨¬, ¨¨ un’ottima soluzione. ? il secondo in carriera, uno l’avevo fatto anche con l’Italia under 20”.
? vero che ha iniziato a lavorare sul calcio a 11 anni?
“S¨¬, quando ero in under 12 e in under 14 a Mogliano, un paio di volte alla settimana mi fermavo ad allenarmi con Giacomo Preo (7 caps azzurri tra 1999 e 2000, ndr) e con Eigner. Sicuramente quell’esperienza mi ha aiutato, cos¨¬ come le sedute con Corrado Pilat (tecnico azzurro per i calci, ndr) che faccio da quando sono in Accademia under 18”.
Ed ¨¨ vero che ha studiato i 10 pi¨´ forti a livello internazionale?
“S¨¬. In Accademia analizzavamo le partite pi¨´ importanti, ognuno doveva fare una relazione su come aveva giocato il proprio pari ruolo. Ne ho fatte tante”.
Chi ¨¨ l’apertura di riferimento a livello internazionale, oggi?
“Secondo me ¨¨ Finn Russell, della Scozia. Sicuramente salta all’occhio il suo estro, la fantasia, ma di base ¨¨ precisissimo in quello che fa”.
? appena arrivato nel rugby dei grandi. Sensazioni?
“Gi¨¤ durante la preparazione ho sentito la differenza di intensit¨¤ e fisicit¨¤. La cosa pi¨´ importante ¨¨ la precisione, non si pu¨° sbagliare neanche un dettaglio. Allenatori e compagni te lo fanno notare in settimana, ma ¨¨ in partita che ti rendi conto di quanto pu¨° costare un errore”.
Le piace il gioco d’attacco che Marco Bortolami e Andrea Masi hanno impostato?
“S¨¬, molto vicino alla linea di difesa, amo attaccare cos¨¬”.
Quali sono le ambizioni di Treviso?
“Vincere ogni partita, come stiamo facendo, affrontandole una alla volta, senza pensare a ci¨° che succeder¨¤ pi¨´ avanti. L’obiettivo ¨¨ vincere il campionato. Il livello ¨¨ altissimo, tutte le squadre sono attrezzate, ma siamo competitivi”.
E il suo obiettivo personale?
“Diventare prima possibile il mediano d’apertura titolare del Benetton. Spero di raggiungerlo entro quest’anno”.
La Nazionale?
“Un sogno ovviamente. Spero un giorno di arrivarci. Prima per¨° c’¨¨ il Benetton, ¨¨ qui che mi devo confrontare. Poi se l’azzurro deve arrivare, arriva”.
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