A Oderzo s'¨¨ giocato un torneo dedicato al capitano inglese studente a Rugby, dove ¨¨ nato il rugby. Nel 1918 fu abbattuto sul Piave, su un terreno che sar¨¤ della famiglia di Andrea Barattin, terza linea di Treviso. Nel 2011 il figlioccio del capitano, a Oderzo, ha scoperto i legami col rugby
Oderzo, Vittorio Veneto, Pieve di Soligo, Belluno. Chiss¨¤ quante volte il capitano 19enne dei Royal Flying Corps Kenneth Barbour Montgomery avr¨¤ letto quei nomi sui suoi piani di volo e chiss¨¤ quante volte avr¨¤ sorvolato gli stessi luoghi nelle missioni lungo il fronte del Piave, in quell'ultimo inverno della Grande Guerra. Di sicuro non avrebbe mai immaginato che, cento anni dopo, ragazzi di quei paesi si sarebbero ritrovati in suo nome - in un campo cos¨¬ vicino al vigneto di raboso sul quale si schiant¨° il 22 febbraio 1918 col suo Camel B4628 - per sfidarsi a quel gioco che gli era entrato nel sangue come studente della scuola di Rugby, l¨¬ dove nel 1823 William Webb Ellis invent¨° il gioco.
Il relitto dell'aereo del pilota Kenneth Barbour Montgomery abbattuto a Rustign¨¨ il 22 febbraio 1918
la cartolina —
Questa non ¨¨ una semplice storia, ¨¨ un romanzo. Iniziato nel 1918, dimenticato per decenni e poi riemerso nel 2010, grazie a un'incredibile serie di coincidenze e alla curiosit¨¤ che pervase Peter Wigley, figlioccio di Montgomery, di fronte al baule di ricordi che il suo padrino gli aveva lasciato, prima di morire nel 1967. L¨¬ dentro, insieme ad alcune medaglie, Wigley trov¨° il diario del capitano. "Allora non sapevo nulla dei suoi exploit nella Prima Guerra Mondiale - racconta -. Me lo ricordavo come un signore divertente, appassionato di tennis, sempre di buon umore nonostante avesse una gamba di 5 cm pi¨´ corta dell'altra. Si era trasferito da noi a Chester dopo che i tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale avevano bombardato la sua azienda a Liverpool. Sfogliai il diario e iniziai a incuriosirmi, mio figlio trov¨° sul web il suo "record" nella Grande Guerra (abbatt¨¦ 12 velivoli austriaci), su eBay trovammo la foto del suo aereo schiantato. La comprammo da un austriaco e poi ci mettemmo in contatto con John Grech, storico che si stava occupando dello Squadron 66, cui Montgomery apparteneva. Lui aveva un'immagine migliore, una specie di cartolina austriaca. Sul retro c'era la spiegazione dell'abbattimento, col dettaglio che l'aereo era caduto 400 passi a Est dalla chiesa di Rustign¨¦" .
Il capitano Montgomery
coincidenza —
Cos¨¬, un giorno di settembre 2010, Peter e Minna Wigley partirono per l'Italia. Aereo fino a Verona, treno fino a Treviso, autobus fino a Rustign¨¦, a pochi chilometri da quel fiume Piave che tra il 1917 e il 1918 fu la faglia di un'immane tragedia. I coniugi trovarono la chiesa e contarono i 400 passi, pi¨´ o meno verso Est. Arrivarono davanti a una casa di campagna tra i vigneti. "Nessuno parlava inglese - continua Wigley -, poi per fortuna incontrammo una ragazza". Era Martina, cugina di Andrea Barattin, terza linea di Treviso, Rovigo, Mogliano e San Don¨¤ e dell'Italia, due presenze nel 1996 con Australia e Inghilterra. La ragazza ascolt¨° gli inglesi, ma in un primo momento credette si riferissero all'aereo di Ancillotto, l'asso che nel 1917 distrusse il temibile Draken Baloon e la cui impresa fu resa celebre da una copertina di Beltrame per la Domenica del Corriere . Dopo averli indirizzati per errore al luogo in cui cadde il dirigibile austriaco, Martina sent¨¬ pap¨¤ Fiorenzo, cap¨¬ che qualcosa non quadrava, prese la bici, li raggiunse e li convinse ad aspettare l'arrivo del genitore, viticoltore appassionato di storia.
Un momento della Montgomery Cup disputata a Oderzo. Casette
arbitro —
Parola dopo parola, davanti a quella foto e di fronte a una bottiglia di Raboso del Piave emerse un mondo di coincidenze straordinarie. Il capitano Montgomery, studente tra il 1912 e il 1916 nella Rugby School, abbattuto a Rustign¨¦ e poi fatto prigioniero dagli austriaci, era precipitato proprio sul vigneto della famiglia di un nazionale italiano di rugby. Da quel momento i Barattin e i Wigley hanno dato vita a un'amicizia forte, fatta di lettere, incontri, ricerche comuni. "Ero cos¨¬ preso da questa storia che per mesi non ho dormito" racconta Fiorenzo. Il diario del capitano ¨¨ stato tradotto dalle figlie di Fiorenzo e ha dato vita al libro "L'aviatore inglese" a cura di Mario Bernardi. "Erano le parole di un ragazzo di 19 anni, piene di vita - racconta Martina -. Tradurlo ¨¨ stato emozionante, abbiamo voluto cercare le parole giuste per rendere i suoi pensieri". Nell'abbattimento Montgomery era stato ferito alla gamba destra e poi portato in ospedale dagli austriaci, prima a San Vito al Tagliamento, poi a Udine, a Lubiana, Graz e infine a Vienna. Il capitano racconta la sua vita da prigioniero nelle retrovie austriache, lo stupore per le farfalle che entrano nella sua stanza d'ospedale, la bellezza delle infermiere, la fatica a trovare sigarette, la voglia di conoscere persone, ascoltare qualche concerto, vivere. Montgomery scrive anche di aver arbitrato partite di rugby - presumibilmente tra prigionieri inglesi - in tre occasioni, il 15 e il 27 ottobre e il 4 novembre 1918. S¨¬, anche nel giorno della vittoria italiana. Il 6 novembre il capitano ripart¨¬ per l'Inghilterra. "Non so quanto fosse appassionato - racconta Wigley -, il fatto di aver studiato a Rugby certamente lo aiut¨°. Del resto, con la gamba pi¨´ corta, non avrebbe potuto pi¨´ giocare".
dal cielo —
Fiorenzo Barattin ha dato il nome Montgomery al suo vino pi¨´ prezioso e col nipote Andrea ha deciso di dedicare all'aviatore un torneo. "Rugby giovanile, perch¨¦ Montgomery era un ragazzo ed ¨¨ giusto che i ragazzi conoscano la storia dei coetanei che vissero la guerra sulla loro pelle" racconta Fiorenzo. "Ci teniamo che sia anche internazionale - aggiunge Andrea - e vogliamo che ci sia sempre una squadra inglese". Il primo s'¨¨ giocato nel 2011 proprio a Rustign¨¦, a 30 metri dal luogo dell'abbattimento. In quell'occasione venne inaugurato un cippo alla memoria del capitano e i Wigley si commossero entrando nella stanza in cui il padrino pass¨° la convalescenza. Nel 2014 la coppia ha portato a Oderzo una sorpresa: una lettera di ringraziamento della Rugby School - informata da Peter sulla storia e il torneo - e una replica del primo pallone ovale, quello che il calzolaio Gilbert cuc¨¬ con la cotenna di maiale per gli studenti del college inglese.
un secolo —
Ieri alle 14.30 gli under 16 di Vittorio Veneto, Oderzo, rugby Piave, Belluno e della Cardinal School di Londra erano col naso all'ins¨´. Tre aerei d'epoca della Prima Guerra Mondiale, decollati da Nervesa della Battaglia, hanno sorvolato Oderzo come Montgomery cento anni fa. Nessuna bomba, per¨°. Stavolta dal cielo ¨¨ piovuto un ovale, con cui s'¨¨ giocato il torneo. Il simbolo pi¨´ potente per ricordare quale fortuna sia vivere in tempo di pace.
Simone Battaggia
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