Il primo clinic in Italia dei maestri neozelandesi sar¨¤ ospitato ad agosto dall’Asr, all’Idroscalo. Cinque giorni full immersion per ragazzi e ragazze tra 14 e 18 anni, presenti gli ex internazionali Tuitavake e Maxwell. Iscrizioni dalle 10 del 20 maggio, costo 895 euro a persona
La haka degli All Blacks all’Olimpico nel novembre scorso. Lapresse
Nel 2018, quando l’iniziativa fu lanciata in Spagna, i 100 posti furono bruciati in meno di 24 ore. Il 20 maggio alle 10, data e ora del via alle iscrizioni per il “Milano All Blacks clinic 2019”, le cose non andranno diversamente. I maestri del rugby mondiale aprono un camp in Italia: dal 25 al 30 agosto, presso il centro sportivo “Curioni” dell’Asr Milano, all’Idroscalo, si terr¨¤ una settimana di full immersion nello sport e nella cultura neozelandesi, per ragazzi e ragazze tra 14 e 18 anni. Per essere tra i 100 bisogner¨¤ essere veloci, ma anche poterselo permettere: il costo ¨¨ di 895 euro a testa, vitto, alloggio e materiale tecnico compresi. Scommettiamo che ci sar¨¤ comunque la corsa al clic?
PROGRAMMA FITTO —
Al camp, rigorosamente bilingue, saranno presenti quattro tecnici della federazione neozelandese. Due sono ex All Blacks: Anthony Tuitavake, centro con sei presenze in nero, dal 2016 al Racing Parigi, e Norm Maxwell, ex seconda linea dei Crusaders, 36 caps tra il 1999 e il 2004. Saranno loro — insieme ai tecnici messi a disposizione dal club biancorosso — ad accogliere i giocatori la domenica e a guidare il lavoro giornaliero. Sono previste 12 sessioni in campo e 10 in aula. Ogni mattina ci si concentrer¨¤ sulla tecnica individuale, al pomeriggio si parler¨¤ di alimentazione, preparazione atletica, approccio mentale e gestione degli infortuni, ma anche una lezione giornaliera di “haka”, la danza maori che ¨¨ il simbolo degli All Blacks e che pu¨° essere diffusa e riprodotta grazie al beneplacito del Board della federazione, dopo che nel 2014 il governo neozelandese ne ha definito i diritti d’autore grazie all’ “Haka Ka Mate Attribution Act”. Dalle 16 si giocher¨¤, fino a marted¨¬ senza contatto e poi con i placcaggi, mentre venerd¨¬ pomeriggio il gioco di squadra prender¨¤ la forma della partita, prima della cerimonia di chiusura e la “haka” finale.
Il gruppo di ragazzi e ragazze della Asr Milano
STESSA FILOSOFIA“La scelta di Milano ¨¨ stata facile — spiega Yarnie Guthrie, ex giocatore dell’Asr, oggi responsabile dello sviluppo commerciale della federazione neozelandese —. Conosco la struttura e la dirigenza dell’Asr, lavorano sul settore giovanile con una filosofia che ¨¨ simile alla nostra. Noi offriamo la qualit¨¤ dei nostri allenatori. Spendiamo molto tempo a formare i tecnici, non ¨¨ un caso se le tre migliori squadre al mondo sono guidate da neozelandesi (Steve Hansen per gli All Blacks, Warren Gatland per il Galles e Joe Schmidt per l’Irlanda, n.d.r.). Oltre alla tecnica ci concentreremo sul lavoro di squadra e sull’atteggiamento fuori dal campo, due delle chiavi del successo della nostra nazionale. I partecipanti vivranno una full immersion nella cultura degli All Blacks e pi¨´ in generale della Nuova Zelanda. La haka non ¨¨ uno show, faremo capire ai ragazzi qual ¨¨ il suo significato per il Paese”.
Il centro sportivo “Curioni” all’Idroscalo
12 NEL MONDO —
Il marchio All Blacks ¨¨ uno dei pi¨´ riconoscibili al mondo, anche al di fuori del mondo ovale: ogni anno muove 200 milioni di dollari. Con la nascita dei clinic, la federazione neozelandese sta cercando di dare maggiore visibilit¨¤ al brand — e agli sponsor a esso collegati, da Adidas a Aig, da Steinlager a Tudor fino a Air New Zealand — al di fuori dei paesi tradizionali e dei periodi caldi in cui la Nazionale ¨¨ impegnata. Se gli All Blacks vengono a giocare in Italia una volta ogni tre-quattro anni, il clinic ¨¨ (anche) un modo perch¨¦ se ne parli un po’ di pi¨´. “Vogliamo dare la possibilit¨¤ ai nostri partner commerciali di essere visibili nel mondo, uscendo dalla Nuova Zelanda — continua Guthrie —. Siamo partiti l’anno scorso con due iniziative, quella in Spagna dedicata ai teenager e una in Giappone per i bambini dai 5 agli 11 anni, che in 10 giorni ha coinvolto 1200 persone. Quest’anno saliamo a 12 camp in tutto il mondo: oltre a Milano ce ne saranno due in Spagna, 3 ancora in Giappone, una in Belgio e poi a Londra con gli Harlequins, a Dubai, in Cile e in Uruguay, pi¨´ uno che vorremmo organizzare a Shanghai. Vogliamo crescere, ma in maniera graduale: il nostro brand ¨¨ tradizionale, vogliamo che sia autentico”. “Siamo orgogliosi di portare avanti modelli di formazione unici e di altissimo valore — ha detto Sergio Carnovali, presidente dell’Asr —. Il fatto che la federazione neozelandese abbia scelto Rugby Milano come partner italiano, ¨¨ motivo di grande orgoglio e rappresenta il primo capitolo di un percorso che speriamo duri nel tempo”.
Simone Battaggia
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