Il presidente del Coni lancia la sfida del 24 novembre all’Olimpico: “Incarnano i valori del loro paese e i simboli romantici”. Il presidente della Fir Gavazzi: “All’Italia chiedo la voglia di sfidarli a viso aperto”
Per l’Italia, per Roma, per lo stadio Olimpico e per il Coni la sfida con gli All Blacks del prossimo 24 novembre sar¨¤, come dice Giovanni Malag¨°, l’occasione di “ospitare un mito mondiale”. Per il presidente del Coni, si tratta di un mito che va al di l¨¤ dello sport: “Gli All Blacks rappresentano e i valori di un paese, ne sono ambasciatori e ne incarnano anche i simboli pi¨´ romantici, come la felce sulla loro bandiera. Senza mancare di rispetto alle altre, gli All Blacks sono una squadra che appartiene a tutti”. E che non pu¨° essere ospitata in uno stadio qualunque. “Purtroppo in Italia ne abbiamo solo un paio che possono essere ritenuti all’altezza. E sono particolarmente orgoglioso che sia l’Olimpico. Dove ospiteremo, come da tradizione del Coni, tantissimi e grandissimi campioni del nostro sport. Prover¨° a esserci anche io, chieder¨° un permesso ai miei colleghi presidenti olimpici dell’Anoc di lasciare con un po’ di anticipo il meeting di Tokyo”.
impegno —
Anche per il presidente Alfredo Gavazzi e la Fir la sfida con la Nuova Zelanda bicampione del mondo in carica e fresca trionfatrice al Rugby Championship dell’emisfero sud rappresenta “un evento nell’evento”. Ma anche l’occasione per tirare le somme alla fine di un novembre molto duro con le sfide a Irlanda, Australia e Georgia: “L’obiettivo con gli All Blacks sar¨¤ dimostrare di essere cresciuti, migliorati e competitivi contro un mito del rugby. Si sa che ¨¨ quasi impossibile che perdano, hanno perso poche settimane fa con il Sudafrica e quindi non perderanno per anno. Al c.t. e alla squadra chieder¨° impegno, abnegazione, la volont¨¤ di sfidarli a viso a aperto, solidit¨¤. Dobbiamo dimostrare che stiamo crecendo nel lavoro sulla profondit¨¤”. rientro —
Ed ¨¨ ormai prossimo al traguardo del ritorno in campo Maxime Mbanda, bersagliato dalla sfortuna negli 16 mesi: “Dovrei rientrare fra un mese con le Zebre”, dice il flanker. Che quindi per logica non dovrebbe rientrare nella lista dei giocatori che il c.t. Conor O’Shea convocher¨¤ per le 4 sfide di novembre: “La prima cosa ¨¨ tornare a disposizione delle Zebre, dovr¨° conquistarmi il posto. Poi se me lo meriter¨°, giocher¨°. Abbiamo una bella terza linea, competitiva e completa”. Dopo un infortunio alla spalla destra, Mbanda era rimasto fermo da giugno a novembre 2017, poi lo scorso 11 marzo con il Galles al Sei Nazioni si ¨¨ rotto i legamenti del ginocchio destro. Nel frattempo la Nazionale ha scoperto in terza linea i suoi compagni di club Giovanni Licata e Renato Giammarioli, poi Sebastian Negri e Jack Polledri. “Siamo tutti diversi l’uno dall’altro, ognuno ha le sue caratteristiche, ci completiamo. Una buona rotazione potrebbe rendere il tutto molto competitivo. E anche pi¨´ comodo per Conor... Noi giocatori cresciamo molto con questa competizione, abbiamo alzato molto il nostro livello, l’obiettivo ¨¨ sbagliare sempre meno”. E allora, per Max testa alle Zebre: “Stiamo giocando bene, proponiamo un bel rugby, anche se ogni tanto c’¨¨ ancora qualche errore o incidente di percorso. Ma adesso siamo rispettati”.
Roberto Parretta
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