I giocatori di Samoa, Tonga e Figi sul piede di guerra contro le voci di una lega mondiale a 12 che li escluderebbe. “Sar¨¤ un disastro per noi”. Dentro le Sei Nazioni, le 4 big australi pi¨´ Giappone e Usa, 10 milioni di dollari di diritti tv all’anno per ogni squadra.
Metuisela Talebula (Figi) in meta contro l’italia a Cremona nel 2013. Afp
Sembrano forgiati per il rugby: forti, potenti, incredibilmente agili e giocolieri. Rafforzano i club pi¨´ forti e pi¨´ ricchi del mondo e le rispettive nazionali. Ora, per¨°, minacciano lo sciopero. Il sindacato che unisce i giocatori delle isole del Pacifico — Figi, Samoa, Tonga — ha minacciato infatti di boicottare il Mondiale di Giappone 2019 per protestare contro il progetto di una lega mondiale che escluderebbe le loro tre Nazionali.
LEGA A 12 —
Sull’ipotesi di una rivoluzione del calendario internazionale si parla da tempo. Negli ultimi giorni, per¨°, sono emersi i dettagli. Il New Zealand Herald ha rivelato che World Rugby vuole varare un campionato a 12 squadre, dal 2020, che coinvolger¨¤ le Sei Nazioni europee — quindi anche l’Italia —, le quattro australi del Championship — Australia, Sudafrica, Nuova Zelanda, Argentina — pi¨´ Giappone e Stati Uniti, paesi che come l’Italia sono ben al di sotto delle tre isolane nel ranking, ma che vantano economie e mercati ben pi¨´ forti. Si parla di piano valido per 12 anni, con un grande broadcaster pronto a versare dai 10 ai 12 milioni di dollari per nazione a ogni stagione. Il Sei Nazioni rimarrebbe invariato, mentre a novembre si giocherebbero i playoff. Non sarebbe previsto un meccanismo di promozione e retrocessione, motivo per cui Figi, Samoa e Tonga sarebbero escluse. “World Rugby ci fa precipitare — scrive in un comunicato il sindacato, che conta circa 600 giocatori, la maggior parte dei quali impegnati nei club europei —, ¨¨ ora di far sentire la nostra voce. I nostri 600 membri stanno discutendo una mozione che punta a rendersi non disponibili per il Mondiale”.
LA PROTESTA —
“Ci sembra di essere tornati al 1995 — spiega Daniel Leo, presidente del sindacato, riferendosi all’anno in cui il rugby var¨° il professionismo e nell’Emisfero Sud si cre¨° il Tri Nations Australia-Nuova Zelanda-Sudafrica, escludendo le tre pacifiche —. Gi¨¤ allora la loro parola d’ordine fu: prendiamo i giocatori, ma lasciamo le Isole fuori. Sar¨¤ il disastro 2.0 per il rugby del Pacifico”. Nelle ultime ore, diverse stelle hanno espresso il loro disappunto, dal flanker degli All Blacks Victor Vito all’ala dell’Australia Drew Mitchell, passando per le aperture di Inghilterra e Irlanda Sexton e Farrell.
Simone Battaggia
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