Al Festival della Cultura Paralimpica a Milano, luogo simbolo della prossima edizione dei Giochi Paralimpici invernali fra le tante testimonianze quelle di Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto, star della Paralimpiade di Tokyo grazie al podio tricolore nei 100m categoria T63. Ambra, vent’anni, alla sua prima Paralimpiade ¨¨ riuscita nell’impresa di vincere l’oro e realizzare il primato del mondo. Nata a Livorno, presto si trasferisce a Porto Ercole, citt¨¤ originaria dei genitori, e coltiva da subito una grande passione per lo sport:”Sin da piccola sono sempre stata una sportiva. Questa passione ci ¨¨ stata trasmessa, a me e a mio fratello gemello Lorenzo, da mio padre Ambrogio”, racconta.
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Ambra, 20 anni, racconta il suo amore per lo sport che gli ha dato nuova grinta dopo l’incidente
Dopo l’asilo
¡ª“Dopo l’asilo ci portava in piscina per muovere le prime bracciate in acqua. Iniziando a crescere, ognuno di noi ha preso la propria strada, io con il pattinaggio e mio fratello con il calcio. Poi ho capito che questo sport non era nelle mie corde e passai alla pallavolo, cercando qualcosa di pi¨´ dinamico”, racconta. “? lo sport che ho praticato per pi¨´ tempo, 6 anni, finch¨¦ anche il rettangolo di gioco iniziava a starmi stretto”. L’incontro con l’atletica giunse alle medie, dove grazie a una professoressa di scienze motorie si innamor¨° della disciplina:”Mi selezion¨° insieme a un altro ragazzo della scuola per gareggiare in una staffetta con tutte le scuole di Porto Ercole. Successivamente si andava a gareggiare al Palio dei comuni. Ero emozionatissima e non vedevo l’ora”, confessa.
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Fortuna
¡ª“La fortuna fu anche quella di incontrare il tecnico che poi divenne il mio allenatore: Jacopo Boscarini. Mi chiese se volessi praticare l’atletica. Io non aspettavo altro che la sua proposta. Mi piaceva il fatto che si potesse contare sulle proprie forze durante l’allenamento per raggiungere poi il risultato in gara. Sono molto agonista e questa cosa mi ha sempre intrigato”. Ambra inizi¨° cos¨¬ a praticare il mezzofondo:” Vivendo in un territorio in cui ¨¨ facile andare a scorrazzare anche nella riserva naturale della Feniglia, ero molto felice. Esplorare il territorio e correre era il massimo. Correvo i 1000 e dei 2000 metri. Non avevo molto talento, ma tanta voglia di faticare e di allenarmi ed ero certa che pian piano ce l’avrei fatta”. I risultati non tardarono ad arrivare:” Il talento che non avevo riuscii a costruirmelo e raggiunsi anche diversi risultati, tra cui campionessa toscana e partecipazioni a campionati nazionali, pi¨´ l’8¡ã posto sui 2000 metri ai campionati nazionali cadetti. Ero spesso infortunata perch¨¦ ¨¨ comunque un’attivit¨¤ di grande impatto e quindi faticavo anche a raggiungere il massimo delle prestazioni. Ogni caduta mi ha fortificato”.
Verso l’allenamento
¡ªFino ad arrivare al 5 giugno 2019:” Stavo andando agli allenamenti con mio padre. Mi stava accompagnando in motorino da un’amica che poi mi avrebbe portato a Grosseto alla pista di atletica. A una curva fuori paese una macchina invase la nostra corsia e cademmo. Per la mia gamba non ci fu nulla da fare perch¨¦ si era scontrata con il montante della portiera. Mi trasportarono in elicottero a Firenze, dove mi amputarono la gamba sinistra sopra il ginocchio”. Ambra rimase sempre cosciente e si rese subito conto della gravit¨¤ della situazione:”In parte lucidamente riuscivo a valutare che se l’avessero amputata, comunque avrei potuto tornare a correre. Molto pi¨´ semplicemente, magari, di un altro tipo di frattura oppure di un altro tipo di disabilit¨¤. Al risveglio, ho accolto la notizia un po’ con stupore, un po’ con coscienza”. Con grande forza d’animo e coraggio pens¨° subito al futuro:” La reazione nell’immediato ¨¨ stata un attimo sconcertata, per¨° alla fine ci ho messo poco a rimboccarmi le maniche e a immagazzinare sempre pi¨´ informazioni su questo nuovo mondo”. A differenza di altri, per Ambra non fu un caso la scoperta del mondo paralimpico:“Conoscevo le storie di Pistorius e Zanardi, mi era capitato di vedere qualche prestazione di Martina e quindi avevo tante speranze per il futuro”. Prima la riabilitazione, poi la prima protesi da cammino:”Ovviamente non potevo indossare subito la protesi da corsa perch¨¦ occorreva un po’ di stabilit¨¤ e bisognava andare per gradi”. Una volta presa confidenza con la protesi, ri-inizi¨° con il nuoto:”Durante quel periodo, per non rinunciare allo sport, il primo che era facilmente praticabile era il nuoto, vista anche la mia vicinanza al mare”. Pass¨° poi al ciclismo: ”Un giorno di quarantena mi legai il piede con la protesi da cammino nel pedale ed iniziai a compiere le prime pedalate. Tanto che poi un caro amico di famiglia mi vide che andavo avanti sempre con questa bici e mi fece avere una bici da strada”. Prima dell’arrivo della protesi da corsa, Ambra fece anche pattinaggio:” Ho iniziato anche a rimettere i pattini in linea finch¨¦ poi, un anno dopo l’incidente, indossai la prima mia prima protesi da corsa”.
Svolta
¡ªPoi la svolta:”A settembre, in una delle mie prime gare paralimpiche, mi not¨° la nazionale e grazie all’Inail, che ha questo progetto congiunto con la Fispes per gli atleti di alto livello, mi venne fornita una protesi da corsa e iniziai a conoscere il tecnico Gianluca Migliore, uno dei pi¨´ bravi in assoluto, che mi fece ritrovare la mia corsa pi¨´ naturale possibile”. I risultati giunsero in breve tempo:”Quando la indossai la prima volta, una settimana dopo, ci gareggiai subito e arrivai attaccata a Martina. A febbraio, l’anno dopo, feci il record mondiale a Dubai”. Inizi¨° poi la preparazione per Tokyo: ”Ho avuto sempre la fortuna di avere il mio vecchio allenatore, Jacopo Boscarini, che mi ha seguito e sapeva il mio pregresso. Sapeva quindi dove lavorare. E poi a febbraio 2021 sono entrata nelle fiamme gialle e questo mi ha permesso di andare ad allenarmi a Castelporziano. ? stata l’estate pi¨´ bella che abbia mai passato- afferma con gioia Ambra- tra ansia lavoro e sacrificio. Per¨° sono felice, ¨¨ il mio lavoro, mi piace farlo. Quando si lotta per un sogno nulla ¨¨ sacrificio”. Ai Giochi Paralimpici di Tokyo arriva il risultato tanto atteso e sperato:”Tokyo ¨¨ stata una bella sorpresa. All’inizio di questo percorso speravo fortissimamente di farcela. Pur essendo la mia prima Paralimpiade detenevo il record mondiale e sentivo un po’ di responsabilit¨¤. La speranza con Martina e Monica era quella di formare un podio tutto tricolore. Era difficile, visto che poi c’era anche un’avversaria indonesiana che si era insidiata tra di noi, ma ce l’abbiamo fatta”. Sotto quella pioggia, oro e record del mondo con 14’’11: ”La gioia ¨¨ stata incredibile, difficile spiegare con le parole. Il giorno pi¨´ bello della mia vita”. Nulla si costruisce senza dei rapporti umani, e quello con le compagne di squadra ¨¨ assolutamente qualcosa di straordinario:”Tra di noi c’¨¨ un rapporto bellissimo. Ho conosciuto prima Martina e poi successivamente, con gli incontri della nazionale, Monica. Loro due mi fanno impazzire, ogni volta che ci incontriamo scoppiamo dalle risate e siamo legatissime. Siamo sempre disponibili una per l’altra e loro sono per me migliori amiche. Certo in gara non ce n’¨¨ per nessuna!(ride,ndr)”. Non si ¨¨ fermata Ambra, anzi ha fatto registrare il record del mondo nei 200 metri a Jesolo(29’’87):”Non avevo pi¨´ fatto una gara di 200 dopo l’incidente. L’ho provato diverse volte quest’anno e subito, alla prima gara, ¨¨ arrivato il record mondiale. Sarebbe bello che diventasse una gara ufficiale paralimpica, perch¨¦ per adesso ci sono soltanto i 100”. Nonostante i numerosi impegni, ha anche iniziato l’universit¨¤: ”Quest’anno ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in scienze della comunicazione”. Ambra guarda anche e soprattutto al futuro:” Prossimo obiettivo i Mondiali di Parigi dell’anno prossimo. E poi c’¨¨ la voglia di riprendermi il record, perch¨¦ Martina quest’anno ¨¨ stata incredibile ed ¨¨ riuscita a fermare il cronometro a 14’’02”. Uno sguardo anche a Parigi:” Penso che la qualificazione non sia in discussione. Si punta ad un’altra medaglia. A partecipare penso saranno sempre le stesse, Martina ci sar¨¤, Monica ci sar¨¤. Replicare il podio tricolore, sarebbe una cosa unica. Poi ci sar¨¤ anche la mia famiglia, spero di renderli orgogliosi”.
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