Il silenzio. Finch¨¦ ¨¨ scoccata l’ora dell’outing: “Ho deciso di parlare solamente per dare forza a chi ha la mia stessa malattia e fatica a uscire dal guscio. E, a chi non ce l’ha, per far capire di non banalizzare ci¨° che si ha, di non darlo per scontato, perch¨¦ le cose potrebbero cambiare da un momento all’altro”. Com’¨¨ successo a lui, Alessandro Cresti: “La sclerosi multipla mi ha cambiato il modo di vivere, ora avanzo giorno per giorno. Se ognuno di noi avesse una diagnosi imparerebbe un sacco di cose. Capisci che ti arrabbi inutilmente per cavolate, che te la prendi troppo. Poi, un giorno, ti svegli con la parte sinistra del corpo paralizzata. Ecco, vorrei che chi sta bene non trovasse delle scuse. E mi piacerebbe che la gente capisse di non avere fretta: io lavoro a contatto con le persone, vedo che la gente oggi vuole tutto e subito. La vita non ¨¨ una, ¨¨ mezza: meglio campare 50 anni ma a tutto gas”. Carpe diem. Viversi il momento: ora, non domani.
paralimpici
Paralimpici: Alessandro, la sclerosi e una bici “per uscire dal guscio”
Alessandro Cresti domani, domenica 17, sar¨¤ in gara con i normo con la mountanbike. Il progetto Obiettivo 3 di Zanardi. “Il pensiero a chi ¨¨ nella mia stessa condizione”
OBIETTIVO3 CON ZANARDI
¡ªAlessandro lo coglie tutto quell’attimo. Ha voluto la bicicletta e pedala: “Lo scorso anno ho percorso 11 mila km, ma nessuno si ¨¨ mai accorto della mia malattia: non ne avevo mai parlato, mi piace essere nell’ombra. Finch¨¦ ho capito che avrebbe potuto dare forza”. E da cosa nasce cosa, innescando un meccanismo virtuoso. Le “antenne” di Obiettivo3, il progetto ideato e fondato da Alex Zanardi, hanno captato il talento del 29 enne (ad aprile) di Sinalunga, provincia di Siena, arruolandolo nel loro team dal 20 ottobre 2018. “A fine 2014 ho avuto il primo sintomo, la sclerosi multipla mi ¨¨ stata diagnostica ad agosto 2015. A febbraio 2015 avevano iniziato a parlarmi di presunta malattia autoimmune: mi sono ritrovato in un mondo nuovo. La paura di bloccarmi mi ha spinto a iniziare ad andare in bici: ne avevo una vecchia. I medici mi avevano detto di non esagerare. Mi ha aiutato tanto il fatto di essere solo: quello che provi lo senti solamente tu. L’ho fatto per scaricare la testa, qualsiasi sport secondo me ¨¨ una “medicina”, ti aiuta soprattutto a levarti pensieri. E stando meglio fisicamente, la malattia non avanza allo stesso modo. Ho macinato sempre pi¨´ chilometri su strada, poi ho provato anche la mountain bike fino ad approdare al paraciclismo”.
INGHIPPO CLASSIFICAZIONE
¡ªIl 17 marzo Alessandro sar¨¤ al via della Coppa Toscana di mountain bike con i normodotati, a Monteriggioni in provincia di Siena. Ma c’¨¨ un ostacolo ancora da superare: “La categoria vera e propria per i malati di sclerosi non c’¨¨. Sono stato messo con i C5, atleti che hanno la funzionalit¨¤ delle gambe, mentre io ho un deficit di forza sulla parte sinistra: lo svantaggio ¨¨ evidente. Spero e sono fiducioso che faranno chiarezza: Roberta Amadeo si sta impegnando ad andare in Commissione a fare chiarezza per introdurre la categoria adatta”. #rideforSM - Alessandro pedala e tende una mano. “Tramite amici ho conosciuto una ragazza che lavora per un’azienda di comunicazione, anche lei ha la sclerosi. Le ho proposto di collaborare e di realizzare insieme un completino da bici, il ricavato andr¨¤ all’AISM. Insieme a noi l’aiuto pi¨´ grande ce lo d¨¤ Gianni di “Solosalita”, gi¨¤ titolare del marchio di completini da bici da lui realizzati. Insieme sono sicuro che faremo un lavoro super. Anche aiutare gli altri fa parte di quel suo vivere “a tutto gas”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA