Sara Morganti, una vita in sella nonostante la sclerosi
Ai Mondiali di equitazione paralimpica di Herning (in Danimarca) la nazionale azzurra non ha sfigurato. Una stella su tutte ha brillato nel firmamento dello sport paralimpico italiano, quella di Sara Morganti. Dopo le due medaglie di bronzo conquistate a Tokyo - prima atleta azzurra a conquistare un podio nel paradressage - Sara si conferma, per la terza volta consecutiva, campionessa del Mondo di freestyle nel dressage. Insieme a lei, ovviamente, anche il compagno di sempre, Royal Delight. Sara ¨¨ nata a Castelnuovo di Garfagnana, ma vive a Barga. Una passione, quella per l’equitazione, da sempre nel suo cuore: "Ho iniziato a montare a 13 anni seguendo mia sorella che lo faceva per hobby. Chiesi ai miei di poterla accompagnare e da allora non sono mai pi¨´ scesa da cavallo".
Famiglia
¡ª? nata in una famiglia numerosa di tre fratelli e tre sorelle e ha inizialmente coltivato la sua passione grazie a dei lavoretti in scuderia: "I miei non si potevano permettere questa attivit¨¤ che ha comunque dei costi. Andavo in un centro equestre e aiutavo i proprietari in scuderia. Facevo tutto, sistemavo i box, davo da mangiare ai cavalli e in cambio potevo montare. Facevo salto ostacoli e cross-country". ? stata una sportiva a tutto tondo: "Mi piaceva qualsiasi tipo di sport: ho fatto atletica, anche a livello agonistico, poi danza e poi anche pallavolo, calcio… insomma mi piaceva qualsiasi cosa". Per una ragazza cos¨¬ vivace e piena di vita, la scoperta della malattia ¨¨ stato un fulmine a ciel sereno: "Quando ricevetti la diagnosi di sclerosi multipla, all’et¨¤ di 19 anni, mi croll¨° il mondo addosso", racconta Sara. "La prima domanda che feci alla mia neurologa fu: 'ma io potr¨° ancora fare le gare a cavallo?'...".
Trent’anni fa
¡ª"La risposta fu che bisognava valutare i pro e i contro. Premesso che si parla di quasi trent’anni fa e al tempo si riteneva che l’attivit¨¤ fisica potesse essere dannosa per chi soffre di sclerosi multipla, io feci esattamente ci¨° che mi disse lei, valutai i pro e i contro. Ovviamente vidi solo i pro e continuai a montare con la consapevolezza di non poter pi¨´ gareggiare". Solo nel 2005, dieci anni dopo la diagnosi, scopr¨¬ per caso, un po' come molte altre persone, che esisteva la disciplina paralimpica: "C’¨¨ una fiera vicino Pisa che si svolge tutti gli anni dove, oltre alle degustazioni di prodotti, vengono mostrate diverse attivit¨¤, tra cui l’equitazione paralimpica. Prendendo un volantino mi sono accorta che c’era una dimostrazione di un atleta paralimpico che mostrava delle riprese e nel contempo veniva spiegato come funzionano le visite di classificazione. Una volta preso quel volantino mi sono precipitata alla fiera insieme a mio marito - racconta Sara - perch¨¦ cercavo da tempo qualcosa del genere, ma non riuscivo a trovare un centro equestre che se ne occupasse. Li ho conosciuto la mia prima istruttrice per il settore paralimpico". La famiglia ricopre un ruolo fondamentale e determinante, e per lei ¨¨ una forza che accompagna la sua vita: "Il supporto della famiglia, degli amici e in particolare di mio marito ¨¨ fondamentale. Perch¨¦ alla fine, quando si pratica sport a questo livello la vita ¨¨ fatta di sacrifici". Sacrifici anche lavorativi, perch¨¦ Sara non sta ferma un secondo: "Lavoro in un’azienda come segretaria per met¨¤ giornata per potermi permettere l’attivit¨¤ agonistica – ma non ¨¨ finita -. Poi faccio la segretaria al centro equestre, mi alleno e poi quando riesco faccio anche il tecnico". Oltre questo, Sara trova anche il tempo di studiare: "Sono laureata in lingue con il massimo dei voti, ero molto avanti con la laurea magistrale in traduzione, ma l’ho sospesa per un anno per fare un master in management dello sport e delle attivit¨¤ motorie all’universit¨¤ di Perugia. ? estremamente interessante e quindi le mie giornate sono davvero piene. La sera arrivo a casa stanca, ma felice". L’atleta toscana ¨¨ riuscita ad arrivare, per la terza volta consecutiva, sul tetto del mondo grazie all’empatia con la campionessa Royal Delight: "Dopo un periodo molto difficile e dopo aver preso il covid durante il quale sono stata malissimo e per lungo tempo, per me andare ad Herning ¨¨ stata gi¨¤ un’impresa", confessa. "Quest’anno ¨¨ stato particolarmente difficile, ma nonostante questo io speravo in una medaglia. Se mi fosse stato chiesto, prima di partire, se fossi stata felice di un bronzo avrei detto di si. Invece ¨¨ arrivato prima questo argento nel tecnico, per solo un centesimo in meno rispetto al lettone e poi l’oro". Racconta poi: "Quando sono arrivata seconda per un solo punto percentuale mi sono detta che avrei avuto ancora una gara a titolo individuale (il freestyle, ndr) e che avrei dovuto concentrarmi solo su quella. Alla fine ¨¨ andato tutto bene, ho centrato tutti gli attacchi ed ¨¨ stato un momento bellissimo dove ho conquistato la medaglia d’oro". ? stato poi un tripudio di emozioni: "Dopo una vittoria cos¨¬, una gioia veramente forte, immensa, indescrivibile. Credo di essere l’unica ad aver vinto tre mondiali con lo stesso cavallo. Essendo anche lui un atleta, le performance con il tempo tendono a calare, ma nel caso di Royal non solo non sono calate, ma sono andate migliorando".
Tre cavalli
¡ªSara possiede tre cavalli, ognuno molto diverso dall’altro, ma che le trasmettono moltissimo amore e la accompagnano ogni giorno: "Con ognuno di loro ho un legame speciale, perch¨¦ ognuno ¨¨ estremamente diverso dagli altri. La campionessa ¨¨ umorale in una maniera assurda (Royal Delight). ? molto particolare, carattere forte, vuole sempre dire la sua. Marie Belle ¨¨ di una dolcezza incredibile, buona e con una capacit¨¤ di apprendimento molto rapido. Ci tiene moltissimo a fare bene. Infine c’¨¨ Ferdinand, cavallo enorme con il quale non sto attualmente gareggiando, che ¨¨ estremamente buono". Con uno di loro, per¨°, il legame ¨¨ particolare: "Se proprio dovessi sceglierne uno direi Royal poich¨¦ ¨¨ legato ai successi pi¨´ belli. Poi sono 12 anni che ¨¨ con me, dunque ¨¨ una bella fetta della mia vita". Sara ha avuto anche il privilegio di incontrare il Papa: "Incontrare Sua Santit¨¤ ¨¨ stata un’emozione fortissima. Nonostante io sia agnostica ¨¨ un Papa che ammiro molto per le sue immense doti umane e di comunicatore". Il pensiero futuro va ai prossimi europei ed alle Paralimpiadi di Parigi 2024: "Sicuramente spero di poter partecipare. La squadra si ¨¨ qualificata ed il posto nazione sar¨¤ occupato da 4 atleti. Di carattere, appena finita una competizione mi sposto subito al prossimo obiettivo, dunque con la testa sono ai campionati europei del prossimo anno e sto sognando le Paralimpiadi di Parigi 2024". Poi confessa: "Per me sarebbe la realizzazione di un doppio sogno, ovvero disputare la Paralimpiade nella reggia di Versailles, che per me ¨¨ sempre stato un luogo magico da voler visitare. Disputare le gare proprio l¨¬ ¨¨ per me una grande emozione e sar¨¤ indimenticabile".
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