Ci sono notti che non si dimenticano. Ci sono urla che resteranno nella storia dello sport mondiale. Come quello di Bebe la sera del 16 settembre 2016. Quando lancia al cielo la maschera e con la faccia accaldata urla la sua gioia. La fiorettista di Hong Kong, Yu, ¨¨ attonita, conduceva la finale per la medaglia di bronzo a squadre 43-39, due stoccate dal podio. E poi ancora 44-42, ma non aveva fatto i conti con la forza travolgente di Beatrice Vio che rimonta e la tramortisce 45-44 facendo esplodere tutta la gioia azzurra, mentre la Carioca Arena intona il sottofondo “Italia, Italia”. Bebe Vio cos¨¬ entra nella leggenda dello sport paralimpico e il 26 agosto, non a caso, sar¨¤ una delle 9 atlete mondiali chiamate a raccontare la storia dei Giochi su Netflix, in un docu-film che a cui ¨¨ stato dato il profetico nome di Rising Phoenix, la Fenice che risorge. Specialit¨¤ in cui Beatrice eccelle, anche quando spara concetti a raffica, quasi a mangiarsi le parole, per la foga e l’entusiasmo.
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Bebe Vio: “La rimonta di Rio che emozione! Un anno in pi¨´ non cambia Tokyo”
L’azzurra d’oro e l’impossibile bronzo a squadre: "Non dovevamo neanche esserci. I primi giorni dopo il rinvio ero depressa: mi sentivo vuota. Poi mi ¨¨ tornata la voglia"
Figata
¡ªE ogni due-tre concetti compare - di continuo - il termine ?Figata?, emblema di un modo tutto suo di intendere l’esistenza. ?La scherma ¨¨ una figata?, ?la vita ¨¨ una figata?, ?Penso che ho avuto un gran culo!Nelle prime due settimane in cui ero in ospedale a Padova sono morti 5 ragazzini nella stanza accanto alla mia. La mia malattia ammazza il 97% delle persone subito e gli altri, se sopravvivono, o contraggono infezioni dopo o sono depressi tutta la vita. Quindi se sei in quel 3% dei fortunati svegliati e goditela per tutti gli altri che non ce l’hanno fatta. Io ho avuto la fortuna di aver trovato un infermiere che ha beccato immediatamente la mia malattia, un medico che se non avesse fatto subito le amputazioni sarei morta, una fisioterapista, che era la nostra vicina di casa al mare, che ha visto muoversi un pochino le gambe, altrimenti me le avrebbero amputate alte e adesso non camminerei cos¨¬ bene… io adesso devo solo ringraziare un miliardo di persone, proprio a partire da quelle che ho incontrato in ospedale?, ha raccontato pi¨´ volte della sua esperienza in ospedale a 11 anni. Quando ¨¨ cambiato tutto. Quando ¨¨ risorta come la Fenice che racconter¨¤ in tv. Fino a diventare un personaggio assoluto: che esce dagli schemi.
Popolarit¨¤
¡ªMa lei ne ¨¨ sicura la popolarit¨¤ non l’ha cambiata ?No, anzi, sono sempre pi¨´ io, la stessa idiota in ogni situazione, pubblica e privata.A volte per¨° mi imbarazzo, tipo quando la gente mi applaude?. Lei ¨¨ sempre quella che con la sua faccia sorridente chiede a Barak Obama di fare un selfie e che diventa icona mediatica. Una forza che ha deciso di sfruttare per gli altri con un progetto creato grazie all’associazione inventata dai suoi genitori, Art4sport. ?Il progetto Fly2Tokyo ¨¨ nato perch¨¦ ci eravamo un po’ rotti di vedere la mia faccia - ha scherzato il giorno della presentazione a Trento - ci sono poche facce rappresentative dello sport italiano paralimpico. Il nostro obiettivo ¨¨ far uscire altre storie, anche pi¨´ belle delle nostre?. Il progetto raccoglie tanti personaggi. ?Siamo atleti tutti amputati da qualche parte e lo scopo per tutti quanti ¨¨ quello di arrivare alla Paralimpiadi di Tokyo. Facciamo tutti sport diversi: abbiamo un po’ di atletica, triathlon, scherma, nuoto, basket e altre discipline?, ha spiegato Bebe, che come gli altri ha dovuto fare i conti con il rinvio dei Giochi al prossimo anno. ?Come ho preso il rinvio al 2021? In modo strano. Perch¨¦ ti alleni per tanto tempo e poi a un tratto tutto viene posticipato di un anno. Per due giorni sono stata depressa, non mi volevo allenare. Ma la motivazione del rinvio ¨¨ importante e alla fine non cambia niente?. Un salto indietro di 4 anni. ?La mia vittoria pi¨´ bella ¨¨ sicuramente quella dell’oro paralimpico nell’individuale a Rio - ha ricordato Bebe Vio -, ma la gara che mi ha regalato pi¨´ emozioni ¨¨ stata senza dubbio quella a squadre: abbiamo vinto la medaglia di bronzo e non avremmo dovuto neanche qualificarci. E’ stato emozionante?. E altre emozioni vorr¨¤ regalare l’Italia fra un anno...
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