I due arcieri azzurri, a Tokyo 2020, si erano piazzati secondi. Ma oggi hanno stravinto...
Un oro atteso da 16 anni. Tanto il tempo passato da Pechino 2008, esordio in una Paralimpiade per Elisabetta Mijno, assieme al suo compagno di tiro, Stefano Travisani, alla sua seconda presenza dopo i Giochi dopo Tokyo. Proprio nella capitale del Sol Levante i due cecchini italiani, 3 anni fa avevano vinto un argento, sconfitti in finale dalla Russia, sempre sotto la pioggia. Una giornata da incorniciare quella odierna, dove gli arcieri italiani hanno sbaragliato la concorrenza, stravincendo tutti gli incontri, e conclusasi ottenendo la medaglia del metallo pi¨´ prezioso, quello che si sogna una vita intera. Per Elisabetta e Stefano ¨¨ unĄŻautentica liberazione: "Finalmente ¨¨ arrivato lĄŻoro!", gioisce Betta. Stefano Travisani, visibilmente commosso di gioia, commenta: "Lo dedico in primis a me stesso e poi a tutti quelli che mi hanno teso la mano e mi hanno aiutato a rialzarmi, a poche ore dal 'disastro' nella prova di ieri. Grazie, inoltre, a Laura, alla mia famiglia, ai miei amici -dice-. Qui ho vissuto un sogno, ma ora non vedo lĄŻora di tornare alla vita normale con questa fantastica medaglia. Pesa molto pi¨´ rispetto allĄŻargento di Tokyo".?
L'inno - Elisabetta, 1097 giorni dopo Tokyo, vede la bandiera italiana issata sul pennone pi¨´ alto e suonare lĄŻinno di Mameli: "Sono sincera, quando ho vinto il bronzo ho cantato ugualmente lĄŻinno - sorride -. Sentirlo suonare davvero scatena sensazioni impossibili da trasmettere e raccontare. ? unĄŻemozione che prende il cuore e lo stomaco. La primissima volta che sono salita sul gradino pi¨´ alto di un podio internazionale -afferma- ¨¨ un momento che non dimenticher¨° mai. Quel momento lĄŻho rivissuto oggi". Arrivare fino in fondo non ¨¨ mai facile: "Le carte le avevamo, ma la Paralimpiade ti carica talmente tanto che non ¨¨ facile gestire la situazione a livello mentaleĄą. LĄŻintesa giusta fra compagni: "Serve molto rispetto -afferma Elisabetta-, io con Stefano siamo molto diversi, ma basta uno sguardo per capirci".?
Lo sport come rinascita - In carrozzina dopo un incidente stradale allĄŻet¨¤ di 5 anni, Medico chirurgo, Elisabetta riesce a coniugare sia lo sport sia la professione: "? unĄŻabitudine che ho fin dai tempi dellĄŻuniversit¨¤ quella di riuscire a fare due cose fatte bene, poi ho delle persone accanto che capiscono - afferma sorridendo e indicando il suo fidanzato e compagno di nazionale Matteo Bonacina- e non mi stressano troppo!". Per Stefano, invece, una scelta di vita: "Se non avessi avuto lĄŻincidente in bici avrei fatto lĄŻarchitetto. Adesso ho scelto di dedicarmi totalmente allo sport e lo posso fare grazie al gruppo sportivo paralimpico della difesaĄą. Los Angeles?: "Io sicuramente voglio andarci. Ma come obiettivo ho anche Brisbane, visto che ancora non hanno scelto quella dopo", scherza. Elisabetta, invece, molto pi¨´ razionale: "Intanto vediamo al prossimo anno al mondiale, meglio fare una cosa per volta".
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